il complesso rapporto tra sessualità e religione

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Sessualità e religione, due parole che sembrano così agli antipodi, possono davvero avere qualcosa in comune?

L’eros fa da sempre parte della vita di tutti noi; la sessualità e il desiderio sono qualcosa di innato in tutte le specie animali, compresa l’essere umano. Nella storia dell’uomo, però, il concetto di eros cammina spesso a braccetto con diverse sovrastrutture morali. E se di morale stiamo parlando, sicuramente un ruolo fondamentale è sempre stato giocato dalla Chiesa.

Chiesa ed Eros hanno sempre avuto un rapporto di amore e odio, come due amanti che non si comprendono fino in fondo, che, in modo quasi tossico, si accettano e si rifiutano, si prendono e si lasciano.

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Medioevo: tra libertà e controllo

Cercando di posizionare su una linea storica la nascita di questo odi et amo, è giusto partire dal momento in cui l’istituzione ecclesiastica cattolica ha cominciato ad intensificare la sua presenza nella vita quotidiana delle società occidentali. Il Medioevo, spesso conosciuto come un’epoca buia e di repressione, nasconde invece nelle sue origini, un rapporto particolarmente libero ed armonioso con l’eros. Tra il V e il X secolo, non si può certo dire che la presenza della Chiesa fosse eccessivamente influente nella visione della sessualità dell’epoca.

Intorno all’XI secolo, invece, il controllo della Chiesa sulla sessualità comincia a rafforzarsi e a essere sempre più normato; la Chiesa inizia a regolamentare matrimonio e morale sia nel clero che nel popolo laico. Le origini di questo controllo sono principalmente politiche ed economiche: la Chiesa avverte il bisogno di preservare i suoi beni e, quindi, introduce il celibato per gli ecclesiastici. Allo stesso modo, con il popolo, sente la necessità di esercitare un maggior controllo per aumentare il suo potere.

Peccato e ribellione

Nasce così il concetto di “peccato” sessuale, stigma di cui percepiamo gli strascichi ancora oggi, usato per giustificare la necessità di confessione e penitenza. Questa demonizzazione della sessualità da parte della Chiesa permane nella cultura popolare a più livelli, ma lascia spazio ad alcune forme di ribellione.

eros chiesa

Eh si, i ribelli ci sono sempre nella storia, e nel medioevo si manifestano attraverso l’arte popolare dei Fabliaux, una letteratura sovversiva che nasce con l’intento di sfidare questo controllo sofferto dalla società. Questi versi, caratterizzati da ironia, erotismo e satira sociale, avevano la funzione di esorcizzare la repressione morale imposta dalla Chiesa, spesso prendendo di mira il clero e la nobiltà. I protagonisti indiscussi di questi poemi sono infatti preti lussuriosi e mogli infedeli che, attraverso vicende irriverenti, ribaltano i ruoli imposti dalla tradizione. A causa della loro natura scomoda rimasero relegati a un ambiente ufficioso dove la sessualità veniva trattata in modo realistico e grottesco, sfidando il controllo ecclesiastico del tempo sul desiderio sessuale.

Il Rinascimento: Risveglio e conflitto

Il filo conduttore attraverso il quale si esprime l’essere umano dell’epoca è sicuramente l’arte. Se con i Fabliaux troviamo una spinta ribelle e sovversiva, attraverso le opere del periodo rinascimentale questa ribellione si manifesta in modo più “socialmente accettato”. Le tematiche legate al piacere fisico, all’amore e alla seduzione non sono più viste solo attraverso la lente della castità e del peccato, ma come un’espressione della complessità dell’essere umano. Autori come Francesco Petrarca, con la sua ricerca dell’amore ideale e spirituale, pongono le basi per una riflessione sul desiderio che è al contempo profonda e sensuale ma mai completamente separata dalle scelte morali.

«O come io ti rimiro, e come v’aggio
sospiri dolci e chiari, ochi miei belli
in un guizzo di vita e di gran pianti.
»

Ancora una volta assistiamo alla contrapposizione tra il desiderio innato dell’essere umano e la repressione da parte della religione. La chiesa non rimane indifferente alla ribellione culturale e, parallelamente alla nuova filosofia umanista che predica libertà, cerca di mantenere il controllo attraverso il focus sulla castità come virtù fondamentale, influenzando in questo modo la visione del tempo.

La riscoperta del corpo

Se la fine del Medioevo virava verso l’annullamento di qualsiasi pulsione che non fosse finalizzata al servizio di Dio, durante il Rinascimento l’uomo viene concepito come un essere libero e signore della natura, riconoscendosi capace di servire Dio anche senza prendere i voti. Manifestazione di una riscoperta della bellezza e della centralità del corpo, la mentalità rinascimentale entra in contrasto con la morale ascetica della Chiesa, che vede nella sessualità un male necessario e subordinato alla procreazione e al matrimonio. Il Rinascimento è rinascita dell’uomo, un uomo che diventa il centro di ogni aspetto terreno ma che rimane succube dell’influenza di questa culla un po’ bigotta dalla quale proviene.

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La Modernità: Eros e Libertà

Dopo secoli di lotte e battaglie tra Chiesa ed Eros, arriva la Modernità, che fa il suo ingresso in grande stile, come una festa a cui la Chiesa non è la benvenuta. Nel corso dei secoli XVI-XVIII, mentre la società comincia ad esplorare nuove forme di libertà individuale e sessuale, la Chiesa si ritrova a fare da spettatrice. Ormai non più in grado di tenere il timone della morale come faceva una volta, il suo potere comincia a vacillare sotto i colpi di nuove filosofie, riforme e il nuovo e bellissimo concetto di “libertà individuale”.

Nonostante preghiere e devozione, il corpo umano inizia a essere visto come qualcosa di più di un involucro vuoto e peccaminoso, una nuova entità da esplorare e celebrare attraverso l’arte e la letteratura. È proprio nel 1748, infatti, che troviamo uno dei primi esempi di letteratura erotica della storia: Fanny Hill di John Cleland. Il romanzo mette in scena una sessualità che sfida le norme morali del tempo e una visione del corpo come qualcosa di forte e positivo. La Chiesa, dopo anni di resistenza, cede il passo a nuovi concetti di libertà e sessualità, relegandosi a un ruolo di minoranza. Da qui in poi la strada è lenta ma in discesa, nel corso degli anni la sessualità diventa sempre più la nuova star della cultura popolare, come un’icona che appare ovunque, dalle canzoni ad opere d’arte fino al cinema.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fanny_Viollet_L%27Origine_du_monde_de_Gustave_Courbet_2012.jpghttps://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fanny_Viollet_L%27Origine_du_monde_de_Gustave_Courbet_2012.jpg

La divisione tra Chiesa ed Eros diventa sempre più netta e, nonostante la mentalità progressista rimanga ancora in parte permeata di alcune vecchie credenze, la separazione tra religione e sessualità ci appare ora come irreversibile. La voce della Chiesa, sempre più distante dal crescente dibattito sulla libertà e sull’espressione del corpo, si fa più flebile. Eppure, nonostante questa distanza, il suo eco si sente ancora. L’eco di secoli di lotte morali, di bigottismo, di “peccato” e sensi di colpa che riecheggia ancora oggi, come una vecchia canzone che non riusciamo mai a toglierci dalla testa. La Chiesa non può più definire cosa è giusto e cosa è sbagliato nel letto degli altri, può solo raccontare storie sulle “tentazioni del corpo” che attecchiscono in quella sfera della società dove il moralismo trova ancora terreno fertile.


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