Una legge dello Stato ha creato un mercato della disperazione in cui si scambiano miliardi di crediti fiscali del Superbonus. Erano quelli nati dalla promessa di ristrutturare gratis con una detrazione del 110 per cento: chi aveva i lavori in casa poteva trasferire le spese alle imprese costruttrici che poi avrebbero scambiato questo credito con banche e istituti in cambio di liquidità. Il meccanismo sembrava conveniente, ma dopo l’esplosione dei costi per lo Stato il governo Meloni ha bloccato tutto, anche la cessione di questi crediti Superbonus. In migliaia si sono trovati con enormi somme bloccate e ora le imprese non hanno scelta: c’è bisogno della liquidità promessa, a tutti i costi. In questo bisogno qualcuno ci ha visto un’opportunità di guadagno: sono nate società che prendono questi crediti deprezzati per poi “venderli” con l’aiuto di entità finanziarie. Seguendo i miliardi in ballo si arriva all’estero, con protagonisti investitori dall’est Europa, giovani universitari, cooperative e guru della finanza svizzera. Le imprese in attesa della liquidità sperata sono migliaia e nel frattempo la catena dei disagi si allunga fino ai cittadini: cosa sta andando storto?
Le società che “cartolarizzano” i crediti del Superbonus: come funziona
Si chiamano Spv, società veicolo. Di solito nascono con uno scopo preciso, in questo caso per raccogliere i crediti nati dal Superbonus. È successo questo: le imprese edili dovevano smaltire i crediti “incagliati” dalle limitazioni decise dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. I crediti erano la moneta di scambio dei lavori Superbonus. Senza, le imprese non avevano liquidità. Questo bisogno ha dunque creato un mercato con una platea di migliaia di aziende e miliardi di euro da smaltire. Per chi può acquistare i crediti è un’occasione di guadagno. Per le aziende in difficoltà è l’unica speranza di salvare il salvabile.
Così, in Italia fiorisce il mercato delle Spv. Secondo i dati della Bce, il picco si è raggiunto nel terzo trimestre del 2023, quando, per la prima volta in decenni queste società hanno superato le mille unità in Italia. La Banca d’Italia ne tiene un elenco aggiornato. Da questo, risulta che la capitale italiana delle Spv è in Veneto: solo a Conegliano, provincia di Treviso, ce ne sono 285. Ne vedremo alcune in dettaglio.
In finanza, il meccanismo viene definito “cartolarizzazione”: le Spv incassano i crediti fiscali delle aziende e li ammassano in pacchetti da piazzare sul mercato.
Come si “cartolarizzano” i crediti Superbonus e chi ci guadagna: un esempio
Queste masse di crediti vengono poi quotate da entità finanziarie sotto forma di obbligazioni. Il ricavato va a finanziare tutta la catena, da chi colloca l’obbligazione alle Spv, fino alle imprese, che ottengono la sperata liquidità. Finora, non è andata bene.
Universitari, wedding planner, cooperative: chi accetta i crediti incagliati al posto delle banche
Così, il bisogno di liquidità delle imprese ha creato un mercato e opportunità legittime di guadagno. Dopo che le banche si sono defilate dall’acquisto dei crediti Superbonus ci hanno provato le Spv. I profili sono i più disparati e c’è chi è arrivato ad ammassare anche miliardi di euro in crediti fiscali. In certi casi qualcuno è sparito coi soldi delle commissioni, in altri, come vedremo, il guadagno deve ancora concretizzarsi.
Abbiamo fatto delle ricerche in Gazzetta ufficiale per avere idea delle cifre e di chi c’è dietro. Non parliamo di volti noti della finanza, anzi. È il caso di Francesco Edoardo Barzago, 23 anni, studente di economia all’università degli studi di Bergamo.
Ha fondato cinque Spv, ma in Gazzetta Ufficiale abbiamo trovato traccia di “soli” tre annunci per le sue “Pietra Grezza Spv” e “Pietradangolo Spv”, che da oltre 200 imprese hanno ricevuto crediti per 2,4 miliardi di euro.
Questo nuovo mercato ha richiamato imprenditori anche dall’est Europa. La Italy Lux finance Spv, ad esempio, con amministratrice unica Yulia Prokofyeva, russa nata a Mosca. Il contratto di cessione firmato con una dozzina di aziende vale oltre 127 milioni di euro. Insieme al cremonese Luca Chittò, Prokofyeva ha anche organizzato eventi e matrimoni con il “Garda Lake Wedding”, marchio registrato di proprietà di ESWAgency, oltre ad aver promosso prodotti Made in Italy in Russia.
Arriva invece da Pernik, Bulgaria, Mihail Evlogiev. Classe 1964, ha fondato a Roma la Spv Finance con cui ha preso in carico crediti Superbonus per oltre 1,7 miliardi di euro da circa quaranta aziende.
Tornando in Italia, la Icaro Spv ha ottenuto contratti per oltre un miliardo di euro di crediti. L’amministratore unico è Alberto Garretto, attivo nel settore dell’accoglienza dei migranti con la sua cooperativa “L’angolo”, a Modena. La Spv di Garretto ha anche presentato un’offerta per acquisire il ramo costruzioni di Cmc Ravenna, nota azienda del settore edile con commesse in tutto il mondo e presente in Eurolink, consorzio incaricato di costruire il ponte sullo Stretto di Messina.
Curiosità: allo stesso indirizzo, via Guelfa 9 a Bologna, hanno sede legale più Spv: quelle dello studente universitario, Edoardo Francesco Barzago, la Icaro Spv di Garretto e la Gesti Service Italia Spv. Di quest’ultima l’amministratore unico è Alfonso Gerardo Galasso, presente con lo stesso ruolo in un’omonima azienda in provincia di Avellino che si occupa di recupero crediti nei condomini: ha stipulato acquisto crediti per 270,8 milioni di euro.
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Sempre in provincia di Avellino è nata una donna di 77 anni, ora residente ad Agrate Brianza, Maria Vivenzio. A lei è riconducibile la Castione e le sue altre “versioni”. In Gazzetta Ufficiale ci sono cessioni per oltre 3 miliardi di euro tramite Castione Spv, Castione 2 e Castione 3. Di questi, 1,7 miliardi sono stati “girati” dalla Spv Finance di Evlogiev. In totale, intestate alla signora ci sono nove Spv. Dalla Castione sottolineano che Vivenzio ha un “grande curriculum e comprovata esperienza settore”.
Tra le altre società rintracciate in Gazzetta Ufficiale ci sono le Spv “Cre-di” riconducibili al consulente Marco Pieri (1,8 miliardi di euro), la Ventitré Spv del cagliaritano Giovanni Sanna (444 milioni di euro), oggi con amministratore Pieralberto Felettig e Luxinvest Spv (128 milioni di euro) di Francesco Storniolo, costruttore siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto.
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