Il Caso Langellotto e i fanghi dell’alluvione di Ischia: l’interdittiva antimafia e il coinvolgimento della società GF Service finiscono innanzi al TAR. Dopo le controversie emerse sulla gestione e lo smaltimento delle terre e dei fanghi derivanti dall’alluvione di Ischia del 2022, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania si è pronunciato con una sentenza destinata a suscitare scalpore, annullando di fatto gli interventi della DIA. Il cosiddetto “terzo lotto” del piano degli interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio, affidato al Commissario Giovanni Legnini, è stato aggiudicato alla ditta G.F. Service Srl, con i lavori iniziati a giugno 2023. L’ente attuatore SMA Campania ha seguito la gestione per conto del Commissario. Tuttavia, il 23 gennaio 2024 i titolari della GF Service hanno comunicato l’assunzione, con contratto a termine, di Salvatore Langellotto, personaggio ritenuto vicino ai clan, per curare la logistica dei trasporti tramite navi dedicate.
La società GF Service ha presentato ricorso al TAR Campania (n. 1835 del 2024), rappresentata dagli avvocati Mario Caliendo e Maria Ida Leonardo, contro il Ministero dell’Interno e l’Ufficio Territoriale del Governo di Napoli, assistiti dall’Avvocatura Distrettuale. Le richieste della società prevedevano l’annullamento dei seguenti atti: Il provvedimento del Prefetto di Napoli che ha determinato l’interdittiva antimafia e la cancellazione dalla White List; La nota dell’U.T.G. di Napoli con cui è stato trasmesso il provvedimento; Il verbale del Gruppo Ispettivo Antimafia e varie note acquisite dalla Prefettura e dalla DIA; La circolare del Ministero dell’Interno del 16 novembre 2021, se interpretata in senso avverso alla ricorrente. La società ha inoltre impugnato: La nota del Comune di Bacoli del 30 aprile 2024 con cui veniva comunicata la sospensione delle attività; La determina dirigenziale del 14 maggio 2024 che risolveva i contratti e riaffidava il servizio di recupero e smaltimento rifiuti alla seconda classificata nella gara; Il decreto della Regione Campania che revocava l’autorizzazione di un macchinario mobile (trituratore di rifiuti); La revoca del 27 maggio 2024 da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dell’Autorizzazione all’Esercizio della Professione (A.E.P.) e la conseguente cancellazione dall’Albo degli Autotrasportatori.
La Prefettura ha motivato l’interdittiva basandosi sulla posizione dell’amministratore della GF Service, già controllato in passato in compagnia di persone controindicate, e sugli elementi di rischio legati a Salvatore Langellotto. Quest’ultimo era già stato condannato per reati di associazione mafiosa ed era considerato elemento del sodalizio camorristico operante tra Santa Maria la Carità e Castellammare di Stabia. Inoltre, si evidenziano: La “benedizione” pubblica di cinque camion con il nome di Langellotto sul parabrezza, avvenuta il 30 dicembre 2023 a Sant’Agnello; L’atteggiamento prevaricatore tenuto durante una riunione il 27 ottobre 2023 presso la Casa Comunale di Casamicciola Terme, che ha portato il Sindaco a interrompere l’incontro e a presentare denuncia. Il Tribunale ha ritenuto fondato il ricorso nella parte in cui si contesta la motivazione insufficiente della Prefettura riguardo l’omessa applicazione delle misure di prevenzione collaborativa. Il TAR ha evidenziato che il rischio infiltrativo nei confronti della società era occasionale e non strutturale, considerando che il rapporto tra GF Service e Langellotto è durato solo tre mesi (ottobre 2023 – gennaio 2024). La società operava da circa vent’anni senza precedenti di infiltrazione mafiosa. L’assunzione di Langellotto è avvenuta nel contesto emergenziale dell’alluvione di Ischia. Di conseguenza, il TAR ha accolto il ricorso e ha disposto l’applicazione delle misure di prevenzione collaborativa ex art. 94-bis del D.Lgs. 159/2011, riconoscendo la natura contingente del rischio di infiltrazione mafiosa. La sentenza del TAR Campania rappresenta un punto di svolta nel dibattito sull’applicazione delle interdittive antimafia, riconoscendo la necessità di valutazioni proporzionate e di misure che distinguano tra rischio strutturale e occasionale. Resta ora da vedere se la Prefettura procederà con ulteriori verifiche o se il Consiglio di Stato verrà investito della questione.
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