scontri tra collettivi e polizia

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Collettivi in protesta contro l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bologna, il governo e il precariato. Quella nei piani dei manifestanti è una contestazione “per conquistare la possibilità di prendere la parola all’interno” della cerimonia, replicando l’irruzione di un anno fa. Allora la motivazione era la condanna della guerra in Palestina e della posizione presa dall’Unibo in merito al conflitto. Oggi, fanno sapere gli appartenenti all’Assemblea Precaria Universitaria, si tratta di “rifiutare un’università che si fonda sul lavoro sfruttato di migliaia di precarie e precari”.

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Gli scontri con la polizia durante il “Carnevale Precario”

Poco dopo essere partito dal Portico dei Servi, dove è avvenuto il concentramento, il corteo di protesta si è spostato in via Guerrazzi quando ha trovato davanti a sè il cordone degli agenti schierati dalla Questura a protezione della cerimonia. All’avanzare dei contestatori, sono partite le cariche di alleggerimento della polizia. Ad aderire alla contestazione sono anche gli antagonisti universitari Cambiare Rotta, Cua, Giovani Palestinesi e Luna. Un “Carnevale Precario”, così l’hanno chiamato i manifestanti, che hanno dato vita alla protesta con costumi, maschere e parrucche colorate.

Dopo il respingimento, i manifestanti hanno ripiegato su via Guerrazzi e si sono diretti verso la zona universitaria. Raggiunta la sede del Rettorato in via Zamboni, hanno imbrattato l’ingresso con vernice rossa e si sono fermati in Piazza Scaravilli. La manifestazione si è conclusa alle 13:30.

Questura: “Manifestazione non autorizzata”

Il presidio è iniziato a due passi da palazzo Hercolani e dalla facoltà di Scienze politiche, che nella giornata di venerdì è stata occupata proprio in vista della manifestazione. Nelle stesse ore, in via Zamboni sono stati affissi alcuni striscioni contro Giorgia Meloni e il governo.

La cerimonia accademica è iniziata alle 11 nell’aula magna della chiesa di Santa Lucia in via Castiglione. Circa un centinaio i partecipanti contati dalla Questura, che assicura che si tratta “di un’iniziativa non preavvisata”. I manifestanti, “dopo aver lanciato coriandoli e spruzzato schiuma banca con bombolette spry all’indirizzo delle Forze dell’Ordine schierate, hanno tentato di forzare il blocco, redendo necessari alcuni respingimenti mediante l’utilizzo degli scudi. I manifestanti hanno rivolto insulti e sputi in direzione degli operatori e alcuni di loro hanno colpito più volte i poliziotti con degli ombrelli che avevano con sé”, dettagliano da Piazza Galileo Galilei.

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Nel corso della mattinata la Digos ha impedito a due appartenenti ai collettivi studenteschi che “hanno provato ad accedere all’Aula Santa Lucia utilizzando un accredito non valido”. I due sarebbero stati trovati in possesso di contenitori contenenti vernice.

La cerimonia

L’inaugurazione prevede anche la consegna da parte del rettore Giovanni Molari del ‘Sigillum magnum’ dell’Alma Mater al presidente della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Koen Lenaerts: “Oggi è una giornata dedicata all’Europa – ha dichiarato ai giornalisti il Magnifico Rettore – che ringrazio per essere qui oggi. Per noi è importante che la nostra università diventi semrpe più europea, oggi è una bellissima giornata per questo”.

Bernini: “Non so perché protestano, con noi fondo record per l’università”

All’evento parteciperà anche la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, uno dei bersagli principali della mobilitazione. “Non so perché questi professionisti della protesta stiano protestando – ha attaccato dall’interno dell’Aula Magna -. Perché noi abbiamo messo soldi in più per l’università, un fondo record, stiamo investendo nelle borse di studio e diamo loro una marea di studentati”. E prosegue: “Ho visto che è Carnevale, si sono mascherati… L’importante è che non facciano male a nessuno. Io rispetto ogni forma di protesta in quanto legittima purché democratica e non violenta”. Tornando sull’università, “molti rettori e molti enti di ricerca hanno messo da parte punti organico per assorbire” i ricercatori precari, assicura Bernini, “abbiamo disposto dei paracadute al 2027”.

L’intervento degli studenti in aula: “Città e Bernini ci accolgono con la polizia”

È stata accolta una delegazione di cinque rappresentanti dei ricercatori e lavoratori precari, invitati dal rettore Molari a tenere un breve intervento. “Segno che c’è dialogo e non violenza, invito a rispettare i tempi per non costringermi a interrompere come l’anno scorso”, ha chiosato il rettore prima di lasciare la parola ai delegati.

“Siamo i lavoratori e le lavoratrici precari, quella di stamattina è la forma di accoglienza che la città e la ministra Bernini ci riservano – ha detto la portavoce davanti all’aula -. “Noi siamo quelli e quelle che mandano avanti questo ateneo con un lavoro invisibile, poco pagato e incerto. Senza di noi non ci sarebbero corsi, tesi di laurea, esami. Siamo precari da sfruttare e senza contratti stabili”.

La mobilitazione abbraccia anche “studenti e studentesse per i quali la formazione è una corsa a ostacoli, tra borse di studio misere e pochissimi alloggi disponibili” e il “personale tecnico e quello dei servizi universitari. Da mesi ci stiamo organizzando e mobilitando in tutta Italia, vogliamo che l’università cambi nel profondo e l’unico modo per farlo è lottare insieme”.

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