Dagli imballaggi al trasporto, come organizzare un trasloco green

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Capita a tutti, prima o poi: l’inizio dell’università, un matrimonio, una separazione, un nuovo lavoro, ed ecco la necessità di trasferirsi altrove. In un altro quartiere, in un’altra città o addirittura in un altro Paese. Ebbene, l’impatto di un trasloco medio è rilevante: genera, infatti, circa 16,8 chili di emissioni di anidride carbonica (più o meno come tenere una lampadina accesa per quasi otto settimane). Saperlo ed esserne consapevoli è il primo passo per poter organizzare un trasferimento il più possibile sostenibile. Magari seguendo la piccola guida di seguito.

Prima di iniziare

Il trasloco è, in realtà, una grande opportunità per fare ordine. E per riflettere su ciò che si desidera tenere, donare, vendere o riciclare. Importante è fare una pianificazione efficace, nei mesi o nelle settimane precedenti il trasferimento: rimandando le decisioni all’ultimo minuto, il rischio è che molti oggetti finiscano nella spazzatura, non essendoci il tempo per uno smaltimento ponderato e responsabile.

Regalare ciò che è in buono stato ma non si usa più è un gesto di generosità che fa bene al pianeta e al cuore. Molte organizzazioni non profit ed enti di beneficenza accettano volentieri, previo avviso telefonico, abbigliamento e calzature, lenzuola e asciugameni, libri, utensili da cucina, cd e dvd. Un’alternativa alla donazione è la vendita: per esempio, nei mercatini dell’usato di quartiere; su specifici siti web (eBay, Subito, Vinted, Wallapop); nei negozi che si occupano di oggetti d’antiquariato di seconda mano. Ciò che non si può né donare né vendere, deve essere riciclato con cura. Da riciclare senza indugio anche bollitori, tostapane, spazzolini elettrici, trapani, telecomandi della tv. Da questi piccoli elettrodomestici si possono, infatti, ricavare materie prime da riutilizzare nei settori più vari: dai parchi giochi ai dispositivi medici. Infine, attenzione al garage o alla cantina: mentre li si sgombera, è facile imbattersi in avanzi di pesticidi, vernici, diserbanti o vecchie batterie. Materiali corrosivi, infiammabili, pericolosi per l’ambiente e per la salute, che vanno perciò smaltiti in modo adeguato.

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Mobili da conservare

Una poltrona, un comodino o il mobiletto del bagno: capita di essere indecisi se portare con sé un arredo o acquistarlo nuovo una volta giunti a destinazione, magari tenendo conto dei diversi spazi a disposizione. Dal punto di vista ambientale non c’è partita: la prima soluzione batte di gran lunga la seconda. Basta pensare che, secondo recenti dati, la realizzazione di un mobile nuovo in legno di medie dimensioni genera circa 47 chili di anidride carbonica, un divano ne produce circa 90 e una sedia da scrivania circa 72. In generale, l’impatto di anidride carbonica derivante dalla produzione e dall’acquisto di 12 mobili nuovi supera quello della spedizione di un container di sei metri da Londra a New York.

Usare scatoloni, ma anche valigie e borse

Scatole e scatoloni nuovi di zecca, per esempio acquistabili online, costituiscono un inutile costo aggiuntivo, oltre a uno spreco di risorse. L’ideale è recuperarli usati, contattando per tempo supermercati e negozi della zona e chiedendo loro di tenere da parte per voi i contenitori di cui non hanno più bisogno. Si può anche chiedere a vicini o amici di prestarvi gli scatoloni eventualmente in loro possesso. Una volta ultimato il trasloco, le varie scatole possono essere conservate per un uso futuro o cedute ad altri. Oltre ai tradizionali scatoloni, si possono usare, per gli oggetti da traslocare, anche valigie, borse di tela, contenitori rigidi, sacchi per la biancheria.

Per sigillare pacchi e pacchettini, meglio non utilizzare il tradizionale nastro adesivo, realizzato in polivinilcloruro (pvc) o in propilene. Un ottimo sostituto è il nastro ecologico, formato da un supporto in carta e un adesivo privo di solventi inquinanti. In alternativa, si può optare per il nastro in polipropilene riciclato. Una soluzione più recente sono i nastri in bio-film, realizzati con prodotti di origine biologica. In questo caso, la parte adesiva è interamente composta da gomma naturale per garantire un’elevata adesività senza inquinare.

Come ottimizzare gli spazi

Chi ha l’armadio stracolmo di abiti, t-shirt, gonne, maglioni e non vuole riempire scatole su scatole può adottare il metodo della scrittrice giapponese Marie Kondo, nota esperta di decluttering. In concreto, per piegare, per esempio, una maglietta si procede così: occorre anzitutto piegare entrambi i bordi del capo verso il centro per formare un rettangolo, infilando eventuali maniche o tessuto in eccesso; poi piegare il rettangolo a metà nel senso della lunghezza; infine, piegarlo a metà o in terzi. Al termine si otterrà un rettangolo compatto di tessuto che occuperà pochissimo spazio.

L’imballaggio degli oggetti fragili

Dai vasi di vetro ai bicchieri, gli oggetti fragili hanno ovviamente bisogno di una protezione extra che li metta al riparo dagli urti accidentali. Guai, però, a usare il pluriball: è un concentrato di plastica. Un’opzione eco-friendly sono gli imballaggi in amido di mais, a base di acido polilattico, un biopolimero che riduce del 65% le emissioni di gas serra rispetto alle plastiche tradizionali e che risulta biodegradabile in condizioni di compostaggio adeguate. C’è poi anche un’alternativa a costo zero, ovvero avvolgere tazze, piatti, lampade in fogli di giornali o di riviste, in strofinacci o in vecchi asciugamani. Per diminuire la necessità di imballaggi può anche tornare utile un piccolo, ma sempre valido stratagemma: inserire gli oggetti più piccoli all’interno di quelli più grandi, come una sorta di scatole cinesi.

Gestire frigo e dispensa

Al fine di ridurre al minimo lo spreco alimentare, la prima regola è evitare di riempire eccessivamente frigo, freezer, dispensa nelle settimane che precedono il trasloco. E se, al momento del trasferimento, sono comunque rimasti pacchi di pasta, scatolette di tonno, confezioni di riso, una buona idea è condividerli con i vicini oppure donarli al banco alimentare.

Trasporto con furgone

Per limitare consumo di carburante ed emissioni, è preferibile astenersi dalla tentazione di fare un’infinità di andirivieni con la propria auto. Meglio affittare un furgone o, se possibile, farselo prestare da qualche amico. Chi dovesse affrontare un trasferimento particolarmente impegnativo può rivolgersi a professionisti del settore, tenendo presente che molte aziende offrono traslochi green, optando per veicoli elettrici a basse emissioni o sviluppando programmi di compensazione delle emissioni di carbonio.

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