George Hoyningen-Huene, il fotografo di moda che mise d’accordo avanguardia e glamour

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Fino al 18 maggio sono le opere del fotografo George Hoyningen-Huene a permeare le sale di Palazzo Reale a Milano con Glamour e Avanguardia, una prima assoluta in Italia a 125 anni dalla nascita dell’artista. Sotto la curatela di Susanna Brown, l’esposizione raccoglie oltre 100 fotografie articolate in 10 sezioni, con stampe al platino che esaltano lo stile elegante ed essenziale del fotografo.

La figura di George Hoyningen-Huene (San Pietroburgo 1900 – Los Angeles 1968) è quella di un artista sofisticato e poliedrico che ha contribuito a plasmare l’estetica dell’alta moda degli anni ’20 e ’30 attraverso una commistione tra antico e moderno. In mostra vengono ripercorsi i temi chiave che hanno accompagnato la sua carriera, dagli anni delle collaborazioni con “Vogue” e “Vanity Fair” a Parigi, a quelli per “Harper’s Bazaar” tra Parigi e New York fino alla Hollywood del grande cinema. Le fotografie si susseguono in un flusso che rievoca passioni e contesti che hanno influenzato il fotografo: dai teatri parigini agli spiccati rimandi al mondo dell’arte, dalle fotografie di viaggio al fascino per lo scatto statuario e l’immagine in movimento, dai rapporti con le case di alta moda come Chanel, Balenciaga, Schiaparelli e il gioielliere Cartier, a quelli con altri protagonisti del tempo quali Man Ray, Pablo Picasso, Jean Cocteau, Salvador Dalì.

Roger Schall, Ritratto di George Hoyningen-Huene, Parigi, 1937
Photo Roger Schall © Schall Collection

Figlio di madre americana e di un barone estone, Huene trascorre l’infanzia tra gli ambienti aristocratici di una San Pietroburgo imperiale che lo immerge nel fermento delle avanguardie artistiche tanto quanto nella cultura classica. Gli occhi del futuro fotografo si abituano così ad un’eleganza inusuale fin dalla tenera età. È tuttavia Parigi, città in cui si trasferisce nel 1920 dopo una prima fuga a Londra con la famiglia per via dellaRivoluzione d’ottobre, a proiettarlo verso gli orizzonti di una prospera carriera.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

I primi tempi nella Ville Lumière vedono Huene nelle vesti di comparsa cinematografica, esperienza che si rivela fondamentale per lo sviluppo del suo futuro percorso. Nei momenti di pausa dalle riprese il fotografo trascorre il tempo a studiare le tecniche di illuminazione dei set e dei volti che li animano, assimilando quei metodi che avrebbe successivamente perfezionato nei propri scatti. Il soggiorno nella culla francese assume un crescendo che lo porta a scattare studi di moda per “Vogue” e personaggi dello spettacolo e celebrità per “Vanity Fair”, entrambe riviste dell’editore americano Condé Nast, fino a diventare capo dello studio fotografico di “Vogue” dal 1926 al 1934. Celebre è la fotografia scattata per “Vanity Fair” dell’iconica Josephine Baker, soprannominata la Venere Nera delle Folies Bergère, dove appare in un ritratto dal fascino esotico coniugato con creazioni di gioielleria Art Déco.

George Hoyningen-Huene
George Hoyningen-Huene, Lee Miller and Agneta Fischer, 1932
© George Hoyningen-Huene Estate Archives

La vie parigina è solo una delle sfere da cui il fotografo trae ispirazione. Indiscutibile è il fascino per l’arte greca e il classicismo, allure che avvolge indistintamente i soggetti femminili e maschili delle sue fotografie. Ne sono un esempio le fotografie di Sonia Colmer in abito Vionnet, Marie Wolknsky in abito Alix e Toto Koopman in abito Augustabernard. In un mondo dove la professione di modella è ancora agli albori, Huene ritrae spesso personalità carismatiche con l’intento di valorizzare il loro «essere unico, meritevole di sfumature ed individualità», cercando di catturare l’inizio o il termine del movimento per mostrarle nella loro naturalezza.

Ad essere plasmati dalla potenza che Huene riconosce all’arte classica sono anche gli studi sul nudo maschile realizzati negli anni ’30. In Giovane atleta il fotografo ritrae un Horst P. Horst ai tempi non esplicitamente identificato, suo protetto e amato che seguirà le sue orme all’interno della stessa “Vogue”, come un atleta olimpico nell’atto di proteggersi dalla luce violenta del sole. La fotografia si può inserire in un ciclo di nudi olimpici dove Huene emula la perfezione di una fisicità maschile idealizzata, seguendo i canoni della scultura greca del V secolo a.C.

George Hoyningen-Huene
George Hoyningen-Huene, Horst Torso, Paris, 1931
© George Hoyningen-Huene Estate Archives

Armonia ed eleganza si fondono perfettamente anche nello scatto I tuffatori, dichiarato dalla storica direttrice di “Vogue America” Anna Wintour uno dei quattro migliori mai apparsi sulla rivista. Nella fotografia appaiono Horst e Lee Miller, altra figura di cui Huene è mentore negli anni ’30 e anche lei destinata alla carriera fotografica, rivolti di schiena su quello che pare un molo proteso sul mare. A fare da ambientazione è in realtà il tetto dello studio parigino di Huene, le cui guglie vengono trasformate in uno scenario del tutto diverso attraverso un’abile padronanza dei chiaroscuri. Ricreare scenografie in grado di trasportare in altre dimensioni è uno dei talenti che Huene spesso adopera negli studi di “Vogue”. Così accade per le composizioni fotografiche di moda mare firmate da stilisti come Patou.

L’uso di attrezzature dal grande ingombro e la pressione lavorativa portano Huene a ricercare rifugio dalla frenesia della vita urbana. Hammamet, in Tunisia, diventa quindi uno dei luoghi di ritiro per il fotografo, la cui residenza prende il nome di Dar Essurur, ovvero “Posto di Pace”. Durante i suoi viaggi Huene, libero dal peso della fotocamera di grande formato, abbraccia la più leggera Rolleiflex, pubblicando diversi volumi che rivelano la sua instancabile ricerca del bello sia nella dimensione naturalistica che nell’esperienza umana.

George Hoyningen-Huene
George Hoyningen-Huene, Divers, Horst and Lee Miller, Swimwear by Izod, 1930
© George Hoyningen-Huene Estate Archives

Nel 1935, a seguito di una disputa contrattuale, Huene lascia “Vogue” per unirsi invece ad “Harper’s Bazaar”. Sono anni in cui il fotografo, che vede la sua permanenza stabilirsi a New York, trasforma la propria estetica attraverso l’uso del colore e una nuova forma di dinamismo. Huene arriva a pubblicare un totale di 2.000 fotografie per la rivista, spaziando dagli studi di moda alle fotografie di viaggio, dai ritratti alle nature morte. Nel 1939 il fotografo rielabora per la rivista il dipinto di Dalì L’istante sublime, realizzando un collage in cui Dalì e Gala, sua musa, coabitano in uno degli emblematici paesaggi surrealisti.

Dal 1954 il fotografo torna parte integrante del mondo del cinema, lavorando dietro le quinte come coordinatore del colore a Hollywood a stretto contatto con registi, direttori della fotografia e direttori artistici. L’amore per la storia dell’arte e la cura per l’immagine rimangono un solido pilastro, fonte di ispirazione per ottenere la giusta combinazione di colori da trasporre sullo schermo.  Una delle collaborazioni che più si distingue è quella con il regista Oscar George Cukor, che sarà il primo a venire a sapere della sua morte nel 1968. Intenso è anche il legame nato con Sophia Loren durante le riprese del film Il diavolo in calzoncini rosa, un’amicizia destinata a proseguire fino alla fine. Una vita votata all’essere e non all’esistere quella di Huene, che lo porta ad affermare con serena consapevolezza «Penso di poter dire che sono diventato il miglior fotografo di moda tra il 1930 e il 1945».

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link