Il 15 aprile 1963, alle 08:00, la M/N “Italia” della Home Lines gettò l’ancora nella rada di Nassau. All’epoca, le infrastrutture portuali non erano ancora in grado di accogliere le grandi navi da crociera, quindi i passeggeri venivano trasportati a terra tramite tender. Questo aggiungeva un tocco di avventura all’arrivo, offrendo viste panoramiche della città e delle sue acque cristalline durante il breve tragitto verso la riva.
Una volta sbarcati, i visitatori erano accolti da un’atmosfera festosa: le strade pullulavano di mercati locali, con venditori che offrivano artigianato, spezie e prodotti tipici, mentre le melodie del calypso risuonavano nell’aria. L’architettura coloniale britannica dominava il centro città, conferendo a Nassau un fascino storico distintivo. I turisti potevano passeggiare lungo Bay Street, la principale arteria commerciale, dove boutique, ristoranti e caffè offrivano un assaggio dell’ospitalità bahamense. Le spiagge di sabbia bianca e le acque turchesi erano facilmente accessibili, invitando al relax e all’immersione nelle bellezze naturali dell’isola.
In quegli anni, Nassau stava emergendo come una delle principali destinazioni turistiche dei Caraibi, grazie alla sua combinazione di cultura vibrante, paesaggi mozzafiato e un’accoglienza calorosa che lasciava un’impressione duratura nei cuori dei visitatori.Questi sviluppi, insieme alla bellezza naturale e al ricco patrimonio culturale, consolidarono la piccola capitale delle Bahamas, come meta turistica di primo piano negli anni ’60. Ma furono le trasformazioni geopolitiche avvenute a Cuba in quel periodo che contribuirono a trasformare Nassau da una località relativamente sconosciuta a una delle principali mete turistiche dei Caraibi. Il 1 gennaio 1959 le forze rivoluzionarie guidate da Fidel Castro presero il potere dopo che il dittatore Fulgenzio Batista, consapevole dell’inevitabile avanzate delle forze rivoluzionarie abbandonava precipitosamente l’isola, lasciando il paese in un clima di incertezza e tensioni. La notte del 31 dicembre 1958, mentre il mondo si preparava a festeggiare l’arrivo del nuovo anno, a Cuba si consumava un evento destinato a cambiare il corso della storia. Inizialmente, i turisti presenti a L’Avana interpretarono i rumori dei combattimenti come parte dei festeggiamenti, scambiando i colpi di arma da fuoco per fuochi d’artificio celebrativi. Tuttavia, la realtà si manifestò rapidamente nella sua gravità, spingendo molti visitatori a cercare rifugio sicuro. Alcuni si affrettarono a tornare a bordo delle navi ancorate nel porto, mentre altri trovarono protezione presso le ambasciate straniere, con l’ambasciata americana che divenne un punto di raccolta cruciale.
Tra le navi presenti nel porto in quei momenti concitati vi era la “Homeric” della compagnia Home Lines. L’equipaggio, comprendendo la gravità della situazione, lavorò instancabilmente per garantire la sicurezza dei passeggeri. Il medico di bordo, il dottor Rolando Weilbacher —padre di Massimo della nostra Redazione di Destra.it— si distinse per la sua dedizione, offrendo assistenza e conforto a coloro che ne avevano bisogno durante quelle ore tumultuose. Una volta completate le operazioni di imbarco, la “Homeric” lasciava il porto, portando in salvo i suoi ospiti.Questi eventi sono rimasti impressi nella memoria collettiva, rappresentando un momento cruciale in cui la storia personale si intreccia con i grandi cambiamenti geopolitici che trasformarono il panorama politico cubano con ripercussioni significative sul turismo caraibico.
Negli anni ’50, Cuba, spesso definita la ”Las Vegas dei Tropici”, era una calamita per turisti americani attratti dalle sue spiagge incontaminate, dalla vivace vita notturna e dai lussuosi casinò. L’Avana brillava come una città cosmopolita, dove celebrità e cittadini comuni si mescolavano nei suoi locali e alberghi affollati, quasi tutti di proprietà di multinazionali statunitensi. Tuttavia l’ascesa di Fidel Castro al potere cambiò radicalmente il panorama politico e sociale dell’isola. La nazionalizzazione delle imprese straniere e l’allineamento con l’Unione Sovietica portarono a tensioni crescenti con gli Stati Uniti, culminando nell’embargo economico e nel divieto per i cittadini americani di viaggiare per Cuba.
La chiusura di Cuba come destinazione turistica, creò un vuoto nel mercato dei viaggi caraibici e Nassau colse rapidamente questa opportunità. Situata a breve distanza dalla costa della Florida offriva spiagge di sabbia bianca, acque turchesi e un’atmosfera accogliente con le autorità bahamensi che incominciarono a investire nello sviluppo delle infrastrutture turistiche, ampliando porti, costruendo nuovi hotel e promuovendo l’isola come la nuova meta esotica per i turisti americani.
La stabilità politica delle Bahamas, unite alla loro appartenenza al Commonwealth britannico, garantiva un ambiente sicuro e familiare per i visitatori. Inoltre, l’assenza di restrizioni di viaggio e la vicinanza geografica resero Nassau una scelta logica per coloro che cercavano un’esperienza caraibica senza le complicazioni politiche presenti a Cuba.
La trasformazione da tranquilla cittadina portuale a vivace centro turistico fu quindi rapida e impressionante. Le strade si animarono di nuovi ristoranti, casinò e boutique di lusso. La cultura locale si mescolò con le influenze internazionali, creando un’atmosfera unica che attirava visitatori da tutto il mondo. Questo boom turistico non solo stimolò l’economia locale, ma consolidò anche la reputazione di Nassau come una delle principali destinazioni turistiche dei Caraibi negli anni ’60 e ’70. In sintesi, le turbolenze politiche a Cuba e le conseguenti restrizioni di viaggio per gli americani aprirono la strada al successo turistico di Nassau.
Dopo due giorni, immersi nella vibrante atmosfera della città , dopo varie esplorazioni storiche, relax in spiagge , shopping artigianale e intrattenimenti notturni con musica e danze tradizionali bahamiane che avrebbero reso la loro sosta a Nassau una esperienza memorabile, i passeggeri, carichi di souvenir e ricordi, raggiunsero il tender che li attendeva per riportarli a bordo della nave che si preparava a salpare. Al momento della partenza, l’equipaggio eseguì con precisione le operazioni di imbarco, assicurandosi che tutti i passeggeri fossero a bordo e che le procedure di sicurezza fossero rispettate. Alle 02.00 di giovedi 17 aprile 1963 la M/N”Italia” lasciava lentamente la rada di Nassau riprendendo la sua abituale rotta verso New York, offrendo ai passeggeri, anche per il viaggio di ritorno, una serie di attività a bordo per rendere il viaggio piacevole. Dalle serate danzanti ai raffinati ristoranti, ogni dettaglio era curato per garantire un’esperienza indimenticabile. L’equipaggio, noto per la sua professionalità e cordialità, era sempre disponibile per soddisfare le esigenze degli ospiti.
All’arrivo a New York in perfetto orario e ormeggiata al solito Pier, la M/N “Italia” riprese il suo consueto programma di crociere settimanali verso Nassau, consolidando la sua reputazione come una delle principali navi da crociera operanti sulla rotta tra la Grande Mela e le Bahamas. Questo itinerario sarebbe proseguito fino all’inizio delle crociere invernali nei Caraibi previste per il successivo mese di ottobre, offrendo ai passeggeri l’opportunità di esplorare nuove destinazioni e vivere avventure sempre nuove a bordo di una nave simbolo dell’eleganza e dell’ospitalità italiana.
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