Commissione Ue: “tabella di marcia” per il futuro di agricoltura e agroalimentare

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Il settore primario (agricoltura, allevamento, industria agroalimentare, foreste, tutela ambientale e del territorio) ha a che vedere con la vita di tutti i giorni per 450 milioni di europei. La Commissione europea ha proposto una “visione strategica” per il futuro, senza rinunciare, almeno nelle intenzioni, a una maggiore sostenibilità ambientale e senza perdere di vista gli interessi degli agricoltori e dei consumatori

(Foto archivio Commissione Ue)

Tra l’incudine e il martello. Si trova in una posizione scomoda la Commissione europea in relazione al futuro del settore agricolo. Uno dei pilastri dell’economia Ue, necessarissimo per portare ogni giorno sulle tavole degli europei quanto occorre per mangiare, ovviamente a prezzi ragionevoli per il consumatore e adeguati per le imprese agro-alimentari. Il tutto tenendo d’occhio – e qui nasce un problema ulteriore – il rispetto dell’ambiente e della biodiversità.
Il Green Deal – immaginato nel 2019 dalla prima Commissione Von Der Leyen, per la transizione verde, l’economia e gli stili di vita sostenibili e l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 – è stato più volte messo in discussione dagli Stati membri e preso letteralmente d’assalto dai trattori e dal comparto agricolo.

Trovare un equilibro tra i diversi interessi e gli obiettivi ambiziosi non sarà facile.

Così la Von der Leyen 2 è tornata recentemente alla carica con “un’ambiziosa tabella di marcia sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione in Europa”. La Commissione ha presentato l’iniziativa, pensata “per un sistema agroalimentare attraente, competitivo, resiliente, orientato al futuro ed equo per le generazioni attuali e future di agricoltori e operatori agroalimentari”.
La presidente dell’Esecutivo, Ursula von der Leyen, s’è presa la responsabilità di presentare la rinnovata strategia affermando: “I nostri agricoltori sono al centro del sistema di produzione alimentare dell’Ue. È grazie al loro duro lavoro quotidiano che tutti noi abbiamo cibo sicuro e di alta qualità. Tuttavia, i nostri agricoltori affrontano le crescenti sfide della concorrenza globale e dei cambiamenti climatici”. Avere gli agricoltori dalla propria parte si sta rivelando un passaggio necessario, anche per evitare le barricate. “Ecco perché offriamo una strategia globale che rende l’agricoltura più attraente, più resiliente e più sostenibile”.

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Il documento della Commissione, diffuso il 19 febbraio, delinea quattro aree prioritarie.

Anzitutto si prefigura “Un settore attraente”: l’agricoltura “deve avere la stabilità necessaria per incoraggiare i giovani ad accedere alla professione, anche attraverso redditi equi e un sostegno pubblico più mirato”. Deve inoltre essere sostenuta “per cogliere i benefici dell’innovazione e dei nuovi modelli imprenditoriali”. La Commissione si impegna a garantire che gli agricoltori “non siano costretti a vendere sistematicamente i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione” e adotterà “misure concrete a tal fine, anche attraverso la revisione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali”. Nel 2025 la Commissione presenterà inoltre una strategia per il rinnovamento generazionale. Secondo: la Commissione delinea “un settore competitivo e resiliente”: l’Ue “continuerà a dare priorità alla sicurezza e alla sovranità alimentari in vari modi” (seguono varie proposte concrete). Terzo: “Un settore adeguato alle esigenze future”. Il comparto agricolo, si sottolinea, “svolge un ruolo importante nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La ‘visione’ riconosce la necessità di conciliare l’azione per il clima con la sicurezza alimentare e le sfide specifiche affrontate dal settore. Gli agricoltori dovrebbero essere ricompensati per l’adozione di pratiche rispettose della natura”. Questo è, chiaramente, un passaggio-chiave. In tale contesto, la Commissione “esaminerà qualsiasi ulteriore divieto di utilizzo dei pesticidi qualora non siano disponibili alternative entro un termine ragionevole e semplificherà l’accesso ai biopesticidi nel mercato dell’Ue”. Quarto, ma non ultimo: si parla di “condizioni di vita e di lavoro eque nelle zone rurali”. A tale proposito la Commissione “presenterà un piano d’azione aggiornato per garantire che le zone rurali rimangano dinamiche, funzionali e profondamente legate al patrimonio culturale e naturale dell’Ue. Sarà inoltre avviato un dialogo annuale con un’ampia gamma di attori, tra cui consumatori, agricoltori, industria e autorità pubbliche, per trovare soluzioni a questioni quali l’accessibilità economica degli alimenti e l’innovazione”. Anche la riduzione degli sprechi alimentari e “la risposta alle preoccupazioni della società in materia di benessere degli animali saranno oggetto di un attento esame da parte della Commissione in futuro”.
Raffaele Fitto, uno dei vicepresidente dell’Esecutivo, commentando la tabella di marcia proposta dalla Commissione, ha spiegato che essa “lavorerà di concerto con il settore agroalimentare per rafforzarne la competitività, la resilienza e la dimensione locale” nonché “ripristinare il legame vitale tra prodotti alimentari, territorio, stagionalità, culture e tradizioni”.





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