Dalle dichiarazioni IRES presentate nel 2023 emerge l’impatto dei crediti d’imposta per gli investimenti. I bonus fiscali per beni strumentali, innovazione e ricerca ammontano a 11 miliardi di euro. Tutti i dati nel report del MEF
Gli investimenti, l’innovazione e la ricerca da parte delle imprese sono trainati dai crediti d’imposta.
Nel 2023, anno d’imposta 2022, il solo credito per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 è stato dichiarato da oltre 62.000 società di capitali che hanno maturato un ammontare di 8,6 miliardi di euro.
A fornire il quadro della situazione è il rapporto del MEF con i dati sulle dichiarazione IRES e IRAP presentate nel 2023.
Particolarmente rilevante anche l’impatto dell’ACE, misura abilita dal 2024.
I crediti d’imposta trainano l’innovazione delle imprese
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato le statistiche sulle dichiarazioni IRES (Imposta sul Reddito delle Società) e IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) presentate nel corso del 2023 e del 2024, relative quindi all’anno d’imposta 2022.
Il report fotografa i redditi delle imprese e l’impatto delle misure introdotte a sostegno delle società di capitali. Nei dati forniti dal MEF spiccano quelli relativi ai bonus fiscali, in particolare il credito d’imposta.
La spinta all’innovazione nelle società italiane è arrivata infatti soprattutto dagli incentivi agli investimenti, alla transizione ecologica, energetica e alla ricerca e sviluppo.
Tra i principali crediti d’imposta riconosciuti alle società di capitali trovano spazio sicuramente i crediti per investimenti in beni strumentali materiali ed immateriali che nel 2020 hanno sostituito precedenti agevolazioni (ex super-ammortamento e iper-ammortamento).
La misura più impattante è stata senza dubbio il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0, dichiarato da oltre 62.000 società di capitali che hanno maturato un ammontare di 8,6 miliardi di euro.
Da segnalare anche il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, in transizione ecologica e in innovazione tecnologica (L. 160/2019) che è stato dichiarato da oltre 14.000 società di capitali per un ammontare di 1,2 miliardi di euro.
Meno impattanti dal punto di vista del credito martaro ma non meno importanti anche:
- il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali (ex super-ammortamento) di cui hanno beneficiato oltre 123.000 società di capitali che hanno maturato un ammontare di 859 milioni di euro;
- il credito d’imposta per investimenti in beni immateriali 4.0, che è andato a beneficio di oltre 10.000 società di capitali per un ammontare maturato di 252 milioni di euro.
Importi dei crediti d’imposta che complessivamente arrivano a un totale di 11 miliardi in agevolazioni, finanziate in parte con il PNRR.
Dichiarazione IRES e IRAP: i dati del MEF
Non solo crediti d’imposta. Il rapporto del MEF analizza anche l’impatto dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica) che ricordiamo è stata abolita dal 2024.
I dati mostrano però una buona copertura dell’agevolazione: le società di capitali con ACE spettante sono state oltre 373.000 (valore stabile rispetto all’anno precedente), per un ammontare di deduzione spettante di 25,7 miliardi di euro maturata nell’anno e comprensiva dell’eccedenza pregressa.
Nel 2022, si legge nel report, l’ACE è stata utilizzata da 265.455 società che ne hanno usufruito individualmente, per un ammontare complessivo di circa 4,5 miliardi di euro.
Le società di capitali che hanno aderito al consolidato fiscale hanno invece usufruito direttamente o indirettamente della misura agevolativa per circa 5,2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i dati più in generale, nel 2023 l’IRES totale dichiarata è di 49,6 miliardi di euro (+20 per cento rispetto al 2021), per la maggior parte (33,5 miliardi) da società di capitali che non aderiscono al regime del Consolidato fiscale.
I settori che hanno evidenziato i maggiori aumenti del reddito sono quello dell’Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+122,6 per cento) e quello delle Costruzioni” (+38,2 per cento), seguiti da Attività Manifatturiere e Trasporto e magazzinaggio.
Per quanto riguarda l’IRAP, il 2022 è stato l’anno in cui professionisti e autonomi hanno potuto beneficiare dell’esonero dalla dichiarazione, come previsto dalla Legge di Bilancio 2022, il che ha portato ad un drastico calo delle dichiarazioni presentate (2,1 milioni: meno 37 per cento).
Non diminuisce però l’imposta versata: I soggetti che hanno dichiarato un valore della produzione diverso da zero sono 1,8 milioni (meno 36,2 per cento), per un ammontare complessivo di 475 miliardi di euro (+5,4 per cento rispetto al 2021).
L’aumento del valore della produzione dichiarato, nonostante l’esclusione delle persone fisiche, è stato trainato soprattutto dalle società di capitali (+15,1 per cento) e dalle società di persone (+14,2 per cento), in particolare nei settori delle Attività manifatturiere e delle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione.
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