Profitti per 5,5 miliardi, in calo del 70 per cento rispetto al bilancio 2023. A gennaio mercato ancora in rosso, e sul futuro pesa l’incognita del negoziato Ue sulla transizione green
Stellantis ha chiuso l’anno più complicato dalla nascita del gruppo, nel 2021, con ricavi in calo e utili in picchiata. Sui conti della multinazionale dell’auto, pubblicati mercoledì poco prima dell’apertura delle Borse in Europa, pesa la crescita inferiore al previsto del mercato delle quattro ruote, ma a peggiorare la situazione ha contribuito anche una gestione che privilegiando il taglio dei costi ha finito per comprimere le vendite.
«Risultati al di sotto del nostro potenziale», ha detto il presidente John Elkann commentando i numeri del 2024, che vedono il giro d’affari in calo del 17 per cento a 157 miliardi, contro i 190 miliardi dell’anno precedente, mentre i profitti, pari a 5,5 miliardi, sono crollati del 70 per cento dopo il boom del 2023, quando avevano toccato i 18,6 miliardi.
Vendite in Borsa
I soci dovranno quindi accontentarsi di un dividendo più che dimezzato rispetto a quello distribuito nel 2024. La cedola cala da 1,55 a 0,68 euro per azione e in Borsa, com’era prevedibile, questa raffica di notizie negative è stata accolta a suon di ribassi per il titolo Stellantis, che ha perso quasi il 5 per cento.
La flessione delle vendite e della redditività, evidente già a partire dalla semestrale di giugno 2024, è costata il posto all’amministratore delegato Carlos Tavares, silurato a fine novembre. Il successore non è ancora stato individuato. Serve tempo. La selezione del nuovo capoazienda si concluderà «nella prima metà del 2025», si legge nella nota pubblicata giovedì.
Nel frattempo, la responsabilità della gestione è affidata a un comitato esecutivo ad interim composto da nove manager e dal presidente Elkann. Tocca a loro affrontare un mercato che per il momento dà scarsi segnali di ripresa.
Gennaio in rosso
In Europa le vendite di auto sono calate del 2,1 per cento in gennaio, e a crescere sono soltanto le consegne di vetture a batteria, in aumento del 37,3 per cento rispetto a 12 mesi fa, mentre quelle a benzina sono in calo del 20,5 per cento.
Numeri che sembrano smentire le pressioni pessimistiche sul futuro delle auto più ecologiche, che nel Vecchio Continente ormai valgono il 16,7 per cento del mercato, a cui va aggiunto un 34,9 per cento dei modelli ibridi. In questo contesto, nel primo mese dell’anno Stellantis ha fatto peggio di tutti i principali concorrenti, con una flessione del 16 per cento delle vendite, mentre Volkswagen è cresciuta del 5,3 per cento e Renault del 5,4.
Per il gruppo presieduto da Elkann le speranze di un rapido riscatto sono affidate ai nuovi modelli fabbricati sulle nuove piattaforme STLA, in versione large e medium, che garantiscono una maggiore flessibilità per la produzione di vetture elettriche. Nel corso dell’anno, Stellantis conta di lanciare 10 nuovi prodotti che dovrebbero contribuire al rilancio dei ricavi, attesi di nuovo in crescita nel 2025, e a riportare in positivo i flussi di cassa, che nel secondo semestre dell’anno appena passato sono andati sotto zero.
Incognita Usa
Il successo della nuova strategia si misurerà soprattutto in Nordamerica, dove la crisi del gruppo è stata più pesante. Sul mercato che pesa per il 40,5 per cento dei ricavi aziendali, contro il 37,6 per cento dell’Europa, il fatturato si è ridotto di oltre il 25 per cento nel corso del 2024. Centinaia di migliaia di modelli invenduti si sono accumulati nei piazzali dei concessionari statunitensi.
Adesso, secondo i dati, le scorte di invenduto si sono ridotte a circa 304mila auto, meglio delle 330mila previste inizialmente. Per il futuro prossimo il comunicato di Stellantis sottolinea le “elevate incertezze del settore”, che, oltre alla minaccia di dazi da parte della nuova amministrazione americana, riguardano soprattutto le prossime tappe della transizione verde.
Negoziato Ue
Nell’Unione europea, in particolare, a fare la differenza saranno anche i risultati del negoziato in corso sulle nuove regole green. Il prossimo 5 marzo è in calendario la presentazione da parte della Commissione Ue del nuovo “Piano d’azione” in materia. I costruttori premono per una riduzione delle sanzioni per il mancato raggiungimento delle quote di emissioni di CO2, e tra una settimana si capirà se la lobby dell’auto avrà convinto Bruxelles a cambiare rotta.
In Italia invece il tavolo automotive è convocato al ministero delle Imprese per l’11 marzo. E qui c’è grande attesa, soprattutto da parte sindacale, sulle prossime mosse di Stellantis per rilanciare gli stabilimenti italiani. Investimenti e nuovi modelli per la produzione nelle fabbriche della penisola, crollata al minimo storico nel corso del 2024.
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