L’Aquila Restart: dal Cipess 110 milioni di euro

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Tanti fondi per L’Aquila dal Cipess che ha approvato il nuovo programma di sviluppo Restart: dotazione di circa 110 milioni

È stato approvato il progetto integrato per il turismo che assegna 10 milioni ad un partenariato di comuni di cui è capofila Tornimparte. Si è dato il via libera al secondo Restart per il periodo 2025 – 2027 per sostenere lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2009.

Inoltre sono stati individuati otto progetti, tra cui quello per la valorizzazione del centro storico dell’Aquila, per conservare percorsi storici e garantire l’igiene urbana (3,9 milioni).

Ci sono anche tre finanziamenti importanti in vista dell’appuntamento del 2026 con L’Aquila capitale della cultura. Il primo è quello per la valorizzazione culturale e artistica (4 milioni), un altro riguarda gli eventi culturali nei musei (3 milioni) che sarà sviluppato da Maxxi e Munda.

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Ci sono poi il gemellaggio con Bourges, capitale europea della cultura 2028 (2,5 milioni di euro) e il il progetto per la creazione di startup innovative per 3 milioni di euro, oltre a quello per ammodernare il terminal(1,3 milioni) per il quale c’è anche un contributo del Comune pari a 1,7 milioni.

Nell’ottica della città territorio ci sono altri due importanti finanziamenti: un progetto presentato dal comune di Fossa per 3,8 milioni di euro che punta alla valorizzazione di asset energetici e ambientali, e un altro che consiste nella creazione di un Ecomuseo presentato dall’Usrc (5,5 milioni di euro) per valorizzare patrimonio, storia e paesaggi dell’Abruzzo.

Sui fondi assegnati dal Cipess interviene il Partito democratico aquilano che ne rivendica la paternità:

“È stata la classe dirigente del Partito democratico aquilano, infatti, che ha inventato, e reso legge, il meccanismo che destina il 4% dei fondi per la ricostruzione del cratere 2009 allo sviluppo socio economico. Dunque, il sindaco dell’Aquila ha firmato un programma di investimenti reso possibile da una legge del PD, a valere sull’ultimo stanziamento per la ricostruzione assicurato dal governo giallorosso di Conte, con la Legge di stabilità 2020: parliamo dei 2,75 miliardi di euro che Biondi sta ancora utilizzando, e da cui discendono, appunto, il 4% per lo sviluppo socio economico, e cioè i 110 milioni di euro annunciati in queste ore.

In altre parole, il sindaco dell’Aquila continua a beneficiare del lavoro altrui dimenticandosi, però, di ringraziare chi l’ha preceduto per aver assicurato un inedito e efficiente assetto economico e normativo a servizio della ricostruzione del territorio.

Tra l’altro, erano anni che chiedevamo insistentemente che venisse programmato un nuovo Restart che, lo ricordiamo, è il documento strategico intorno a cui deve ruotare il complesso degli interventi previsti a valere sul 4% dei fondi per la ricostruzione; già due anni fa, avevamo portato con le altre forze di opposizione un ordine del giorno all’attenzione del Consiglio comunale.

Il programma Restart 1 venne definito all’epoca del governo regionale D’Alfonso, con l’allora vice presidente Lolli che riunì decine e decine di volte il tavolo di concertazione alla presenza di associazioni datoriali e di categoria, di sindacati, sindaci, parlamentari e consiglieri regionali per scrivere insieme un progetto vero di rilancio del territorio. Ebbene, si è arrivati finalmente – con anni di ritardo, e viene il sospetto che si siano tenute congelate le risorse appositamente per poterle utilizzare negli ultimi due anni di mandato – alla firma sul Restart 2: trattandosi di una misura fondamentale, un’occasione irripetibile in combinato con le risorse del Pnrr e col fondo complementare destinato alle aree sisma 2009 e 2016 (altre iniziative del PD), vorremmo capire con chi Biondi ha concertato il programma, e che cosa prevede per i prossimi anni, su quali assi strategici è stato impostato e con quali obiettivi concreti.

Se Biondi pensa di poter gestire 110 milioni di euro come fossero un bancomat per le sue marchette elettorali, come accaduto finora con le risorse di cui ha potuto beneficiare, è davvero fuori strada: chiederemo, con forza, piena trasparenza e partecipazione della città e del territorio e faremo in modo di rompere la cappa di silenzio che, sulla vicenda, il sindaco dell’Aquila ha provato ad imporre. Vogliamo che i sindaci del cratere abbiano pieno protagonismo, considerato che il rilancio socioeconomico passa necessariamente da un progetto ampio di territorio; esempio virtuoso è il progetto integrato turistico dell’area omogenea 2 ‘Il ponte tra i parchi’, con capofila il comune di Tornimparte: Biondi è stato capace di rivendicare persino la paternità di questa progettualità, frutto del lavoro dei sindaci di quel territorio coordinati da Gianni Anastasio.

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E vogliamo conoscere, inoltre, lo stato di attuazione del programma Restart 1, se è vero che ci sono ancora milioni di euro da assegnare sulla vecchia programmazione. Vogliamo, infine, che si faccia chiarezza sull’impatto che queste risorse hanno avuto sul territorio, in termini di posti di lavoro creati, di opportunità di sviluppo e di crescita socioeconomica del cratere; parliamo, tra fondi Restart e fondi Pnrr e complementari, di quasi mezzo miliardo di euro: vanno analizzate le misure messe in campo, quelle che hanno funzionato e quelle che non hanno funzionato, per correggere il tiro e definire interventi che possano dare davvero le risposte attese dal territorio. Su questo, non arretreremo di un passo”.



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