I dati elaborati dalla Cassa di previdenza dei dottori commercialisti sulla base delle dichiarazioni 2023 rendono chiaro come molto del futuro della professione passi proprio dalle aggregazioni.
Ai fini reddituali, ad esempio, i dati rilevati dalla Cassa evidenziano che i volumi d’affari medi dei dottori commercialisti che svolgono la propria attività in forma aggregata sono tre volte superiori rispetto a quelli dei soggetti che lavorano individualmente.
In un recente intervento da parte del neo Presidente della Cassa Commercialisti, Ferdinando Boccia, ha tracciato sugli obiettivi del mandato appena cominciato.
Infatti, in tale intervento afferma che “Aggregazioni e giovani … sono due temi strettamente correlati e assolutamente centrali per la Cassa. Abbiamo fatto uno specifico bando per incentivare le aggregazioni, che intendiamo portare avanti anche nel prossimo anno. Peraltro, il bando riguarda non solo le aggregazioni nelle forme classiche, ma anche le reti tra professionisti. Uno strumento snello ma poco conosciuto, che consente di mantenere una forma individuale di attività ma di mettere a fattor comune la propria professionalità con quella di altri colleghi. È chiaro, però, che quel bando, da solo, non può essere considerato risolutivo”.
Dello stesso parere sono anche gli obiettivi dell’Ente Nazionale di Previdenza ed assistenza dei Consulenti del Lavoro (ENPACL).
Cosa prevedono i bandi?
Il riferimento del Presidente Boccia (CNPADC) è quello relativo allo stanziamento di 3 milioni di euro rivolti in particolare all’avvio di nuovi studi e alle aggregazioni tra professionisti, stanziati appunto, dalla Cassa Dottori Commercialisti (CNPADC) e caduto nel 2020.
Due terzi del plafond, per un totale di 2 milioni di euro, andavano a favore dei neo-iscritti per contribuire all’acquisto o leasing di beni strumentali effettuati nel 2020, come computer e componenti hardware, licenze software e mobili da ufficio.
Il restante milione di euro era destinato a supportare la costituzione di Studi associati e Società tra Professionisti (STP).
Nel primo caso il contributo che può essere corrisposto ai Dottori Commercialisti è pari al 50% delle spese documentate sostenute nel 2020 entro il tetto massimo indicato nel bando pubblicato sul sito della Cassa.
Il contributo a favore delle aggregazioni tra professionisti l’importo riconoscibile al singolo dottore commercialista è pari a 2.500 euro, fino a un totale complessivo di 10mila per studio associato o STP.
Potevano ottenere il contributo tutti gli iscritti alla CNPADC da non più di tre anni con livelli reddituali parametrati a seconda del numero di componenti del nucleo familiare.
Il bando è scaduto il 31 marzo 2020.
L’obiettivo era quello di “Favorire l’avvio del percorso professionale, e le aggregazioni tra i nostri iscritti – spiega Walter Anedda, ex presidente della Cassa Dottori Commercialisti – rappresenta uno degli strumenti di welfare strategico che abbiamo ritenuto avviare prioritariamente per supportare la carriera dei Dottori Commercialisti, nella consapevolezza che il futuro pensionistico si basa sulla concreta capacità di produrre reddito sufficiente a garantire anche il risparmio previdenziale; ciò anche in piena sinergia con l’attività che il Consiglio Nazionale sta portando avanti in un’ottica di sviluppo della professione”.
Per quanto riguardo l’ENPACL il bando fa riferimento ad un progetto nell’ambito delle iniziative per sostenere e favorire lo sviluppo dell’esercizio della professione.
Lo scopo del bando è quello di agevolare il passaggio generazionale degli studi professionali dei Consulenti del Lavoro stanziando un apposito fondo.
In particolare, l’Ente è in grado di facilitare la concessione di finanziamenti fino a 250.000 euro per ogni iscritto e, inoltre, di erogare al cessionario dello studio professionale un contributo a fondo perduto pari al 12 per cento del finanziamento ottenuto, nel limite massimo di 30.000 euro.
Pertanto, non solo ci auguriamo una riapertura per le aggregazioni tra commercialisti ma anche un sostanzioso incremento dei fondi stanziati per questi progetti.
Appare evidente, però, che i bandi delle Casse da soli non sono sufficienti per la risoluzione dei problemi relativi al passaggio generazionale e delle riorganizzazioni tra professionisti.
Occorre l’intervento del legislatore con l’entrata in vigore del decreto legislativo che introduce la neutralità delle operazioni di riorganizzazione tra professionisti che dovrebbe essere pubblicato nel 2025.
Ci auguriamo tutti che sia effettivamente così in quanto darebbe uno slancio molto forte alle aggregazioni.
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