La Commissione Europea ha presentato il Clean Industrial Deal, un ambizioso piano volto a rafforzare la competitività e la resilienza dell’industria europea attraverso la decarbonizzazione, la reindustrializzazione e l’innovazione tecnologica.
Il Clean Industrial Deal si concentra in particolare su due settori strettamente interconnessi:
Industrie ad alta intensità energetica che richiedono un supporto immediato per processi di decarbonizzazione ed elettrificazione, affrontando alcune criticità come elevati costi energetici, concorrenza globale spesso iniqua e regolamentazioni complesse che ne compromettono la competitività.
Clean Tech, un settore centrale per la futura competitività e crescita, nonché per la trasformazione industriale. L’obiettivo è promuovere l’innovazione e la produzione di tecnologie pulite all’interno dell’UE, riducendo la dipendenza da fornitori esterni e favorendo l’autonomia strategica europea.
Un elemento centrale del Piano è l’integrazione della circolarità nei processi produttivi, mirata a massimizzare l’uso delle risorse disponibili nell’UE e a ridurre la dipendenza da materie prime importate, in modo da garantire la sostenibilità ambientale, rafforzando anche la resilienza economica dell’industria europea.
Il Clean Industrial Deal prevede anche misure di rafforzamento dell’intera catena del valore industriale, attraverso azioni mirate nei settori strategici. La Commissione presenterà un Piano d’Azione per l’industria automobilistica a marzo e un Piano d’Azione per l’acciaio e i metalli in primavera. Sono inoltre previste azioni mirate per i settori chimico e clean tech.
La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato:
“L’Europa non è solo un continente di innovazione industriale, ma anche di produzione industriale. Tuttavia, la domanda di prodotti puliti ha rallentato e alcuni investimenti si sono spostati verso altre regioni. Sappiamo che troppi ostacoli ancora frenano le nostre aziende, dai prezzi elevati dell’energia al carico normativo eccessivo. Il Clean Industrial Deal mira a rimuovere questi ostacoli e a creare un chiaro percorso di crescita per l’Europa.”
Le leve strategiche per il successo industriale nell’UE
Energia accessibile per un’industria più competitiva
Uno degli obiettivi principali del Clean Industrial Deal è ridurre i costi energetici. La Commissione ha quindi adottato il Piano d’Azione per l’Energia Accessibile, con l’obiettivo di ridurre le bollette energetiche per industrie, imprese e famiglie.
Questo piano mira a accelerare la diffusione dell’energia pulita, incentivando investimenti nelle rinnovabili; elettrificare il settore industriale, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili; migliorare le interconnessioni tra gli Stati membri e ottimizzare l’uso dell’energia riducendo l’esposizione alle oscillazioni del mercato globale.
Incrementare la domanda di prodotti puliti
Fa parte del Clean Industrial Deal anche l’Industrial Decarbonisation Accelerator Act, una misura che permetterà ai produttori europei di ottenere un vantaggio competitivo, offrendo prodotti a basso impatto ambientale certificati e più appetibili per investitori e consumatori.
Questi i principali obiettivi:
- Aumentare la domanda di prodotti sostenibili attraverso criteri di sostenibilità, resilienza e produzione europea negli appalti pubblici e privati.
- Introdurre etichette di intensità carbonica per i prodotti industriali, a partire dall’acciaio nel 2025 e successivamente dal cemento.
- Semplificare e armonizzare le metodologie di calcolo delle emissioni di carbonio, per migliorare la trasparenza del mercato e premiare le imprese più virtuose.
Strumenti finanziari e normativi a sostegno dell’industria
Per garantire il successo del Clean Industrial Deal, la Commissione Europea ha delineato una serie di misure finanziarie e normative.
Sono previsti fondi per oltre 100 miliardi di euro destinati a sostenere la produzione di tecnologie green nell’UE, attraverso strumenti dedicati.
Con l’obiettivo di semplificare e accelerare l’approvazione di misure di sostegno pubblico per la diffusione di energie rinnovabili e la decarbonizzazione industriale, garantendo al contempo una capacità produttiva adeguata nel settore delle tecnologie pulite, sarà rivisto il quadro degli aiuti di Stato.
Sarà inoltre rafforzato l’Innovation Fund, con la creazione di una Banca per la Decarbonizzazione Industriale. e verrà modificato il regolamento InvestEU, per aumentare la capacità di rischio e mobilitare fino a 50 miliardi di euro di investimenti privati e pubblici nel clean tech e nella mobilità sostenibile.
Un’Europa meno dipendente dalle materie prime estere
L’UE deve ridurre la sua dipendenza dalle materie prime critiche, oggi spesso fornite da partner commerciali inaffidabili. Per questo, il Clean Industrial Deal prevede un meccanismo di acquisto congiunto per aggregare la domanda europea di materie prime strategiche. Sarà inoltre creato un Centro UE per le Materie Prime Critiche, che faciliterà l’approvvigionamento congiunto e negoziazioni più vantaggiose per le imprese europee.
Nel 2026 sarà adottato il Circular Economy Act, con l’obiettivo di aumentare il riutilizzo dei materiali e ridurre la dipendenza da fornitori esterni.
Un piano per le competenze e l’occupazione
La transizione industriale richiede una forza lavoro altamente qualificata. Per questo, la Commissione ha annunciato la creazione di una Union of Skills, con investimenti fino a 90 milioni di euro da Erasmus+ per formare professionisti nei settori strategici legati al Clean Industrial Deal.
I primi commenti
Solar Heat Europe apprezza l’impegno della Commissione Europea invitandola a non perdere di vista il sostegno alle PMI europee e a garantire pari opportunità tra tutte le tecnologie pulite, verso il comune obiettivo di neutralità climatica al 2050 e dando maggiore attenzione al solare termico, tecnologia consolidata e ampiamente diffusa in Europa, utilizzata su 11 milioni di tetti e in centinaia di reti di teleriscaldamento e industrie.
Il WWF accoglie con favore il Clean Industrial Deal (CID), riconoscendone le misure positive a supporto delle tecnologie pulite e dell’economia circolare. Tuttavia, sottolinea la mancanza di una visione chiara e a lungo termine per la trasformazione industriale sostenibile dell’UE.
L’organizzazione evidenzia la necessità di certezza normativa e investimenti mirati verso soluzioni realmente sostenibili; impegni concreti di decarbonizzazione da parte delle industrie beneficiarie di fondi pubblici e un forte approccio di giustizia sociale, per garantire il mantenimento e la creazione di posti di lavoro.
Il WWF riconosce aspetti positivi come l’integrazione del CID nel Green Deal europeo e il suo ruolo nella decarbonizzazione al 2050 e l’introduzione di mercati per prodotti decarbonizzati, come l’acciaio a basse emissioni di carbonio. Positivo anche il Piano per l’energia accessibile, che potrebbe favorire la diffusione delle rinnovabili.
Tuttavia, l’organizzazione critica il supporto finanziario indiscriminato alle industrie ad alta intensità energetica, senza chiare condizionalità ambientali e sociali.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha dichiarato: “L’industria europea ha bisogno di una bussola per il lungo termine, non di un cerotto. La proposta odierna è un passo avanti, ma non è sufficiente per una trasformazione industriale coraggiosa”.
Il WWF denuncia inoltre la mancata applicazione del principio “chi inquina paga”, ricordando che nel 2023 si sono persi 40 miliardi di euro in permessi gratuiti per le quote di CO₂ nel sistema ETS, risorse che avrebbero dovuto finanziare la decarbonizzazione di settori come acciaio, cemento e chimica.
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