Rapporto Bankitalia, il sistema Paese va avanti a rischio moderato


Banca D’Italia ha divulgato il documento semestrale 2025 sulla stabilità finanziaria, rilevando dei rischi per il sistema a tutt’oggi moderati, sebbene l’elevata incertezza globale continui a pesare su crescita e credito.

Un contesto globale incerto, ma l’Italia regge.
L’economia italiana si muove in un quadro internazionale segnato da tensioni geopolitiche, politiche commerciali aggressive degli Stati Uniti e incertezze sulle politiche fiscali europee. In questo scenario, il nostro Paese continua a fare i conti con due fattori strutturali di vulnerabilità: un debito pubblico elevato e una crescita economica debole. Tuttavia, i rischi per la stabilità del sistema finanziario italiano oggi preoccupano meno che prima.

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Debito, inflazione e crescita: luci e ombre del 2024.
Nel 2024 il PIL italiano è cresciuto dello 0,7%. Le prospettive per il triennio 2025‑2027 restano caratterizzate da una crescita moderata e da una forte incertezza, con rischi orientati al ribasso a causa del deterioramento del contesto internazionale. L’inflazione si è attestata all’1,1% e dovrebbe aumentare gradualmente, restando comunque sotto la soglia del 2%.

Mercati e indicatori: stress sotto controllo.
Nonostante l’instabilità sui mercati europei, i rendimenti dei titoli di Stato italiani restano in condizioni favorevoli. L’indicatore composito di stress finanziario si mantiene su livelli inferiori rispetto alla media post-2008, anche se in aumento rispetto ai minimi toccati a novembre. La volatilità dei mercati azionari è uno dei principali fattori alla base di questa recente accelerazione.

Famiglie e credito: segnali positivi.
Il rapporto tra debito delle famiglie e reddito disponibile ha raggiunto il minimo dal 2008, fermandosi al 56,1%, ben al di sotto della media dell’area euro. Il credito erogato da banche e finanziarie è cresciuto dell’1,6% su base annua, con un’accelerazione dei mutui, favoriti dall’allentamento monetario. Anche il credito al consumo ha mostrato dinamismo, segnando +5,6% nell’ultimo trimestre del 2024.

Banche solide, ma con nuove sfide all’orizzonte.
Il sistema bancario italiano si conferma solido, con livelli elevati di redditività e capitalizzazione. La liquidità resta sotto controllo anche dopo la fine delle operazioni TLTRO3 della BCE. Tuttavia, l’incertezza macroeconomica potrebbe causare un peggioramento della qualità del credito alle imprese. Inoltre, l’attesa riduzione del margine di interesse, legata alla politica monetaria più espansiva, potrebbe intaccare la redditività futura delle banche, solo in parte compensata da un incremento delle commissioni.

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Mercati e valutazioni: pressione ma tenuta.
Nel mese di aprile, le tensioni finanziarie seguite all’annuncio di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti hanno causato un calo del price-to-book ratio delle principali banche italiane. Anche i premi sui credit default swap (CDS) sono aumentati, in linea con quanto osservato nel resto d’Europa. Nonostante ciò, le aspettative di redditività restano su livelli elevati.

Esposizione ai dazi: Italia più vulnerabile.
Le banche dell’eurozona sono mediamente poco esposte ai settori più colpiti dalle tariffe statunitensi. Tuttavia, in Italia l’esposizione risulta maggiore, complice l’orientamento esportatore del sistema produttivo, in particolare verso gli USA. I settori più a rischio includono l’alimentare, la metallurgia e la produzione di macchinari. A differenza della Germania, dove un terzo dei prestiti alle imprese è rivolto al settore immobiliare – meno colpito dai dazi – in Italia questa quota è appena superiore al 10%.







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