Giù le mani dai nostri risparmi. I 5 Stelle di traverso sul riarmo


Il giorno dopo la pubblicazione da parte di Banca Etica del report che boccia il piano europeo sul riarmo, con l’argomentazione che questo incentiverebbe l’uso dei risparmi depositati nei conti correnti dei cittadini per l’industria bellica, il Movimento Cinque Stelle si mobilita in Italia e in Europa.

Fonti parlamentari pentastellate fanno sapere che il capogruppo alla Camera, Riccardo Ricciardi, ha depositato un’interrogazione per chiedere al governo (tramite i ministri di Economia, Difesa e Affari Ue) chiarimenti sul fatto che l’Unione europea starebbe ipotizzando di utilizzare i risparmi dei cittadini per favorire l’acquisto di armi nell’ottica del ReArm Eu.

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Il report di Banca Etica che boccia il piano di riarmo Ue e denuncia la possibilità di utilizzare i risparmi dei cittadini per finanziarlo

Il piano di riarmo dell’Unione europea, sostiene Banca Etica, incentiva l’indirizzo dei risparmi dei cittadini verso l’industria bellica ed è un pericoloso via libera alla finanziarizzazione della guerra. L’Unione europea punterebbe a coinvolgere attivamente i cittadini europei nella corsa al riarmo, con l’obiettivo di indirizzare parte dei 10mila miliardi di euro depositati nei conti correnti del continente verso il finanziamento delle imprese belliche dell’Ue.

Questa la forte preoccupazione espressa dalla prima e unica banca italiana dedita esclusivamente alla finanza etica. L’Unione europea, si legge nel report, sembra orientarsi verso un’economia di guerra.

La spesa per gli armamenti e i meccanismi finanziari per sostenerla sono diventati centrali nell’agenda politica comunitaria e dei singoli Stati membri, e la Commissione europea, con ReArm Europe, stanzia 800 miliardi di euro a tale scopo: 150 miliardi dovrebbero provenire direttamente da fondi UE, sotto forma di prestiti agli Stati (creando nuovo debito pubblico), mentre i restanti 650 miliardi saranno a carico dei bilanci nazionali ma verranno esclusi dal calcolo del rapporto deficit/Pil previsto dal Patto di Stabilità.

La pericolosa direttiva sull’Unione dei Risparmi e degli Investimenti

A questo si aggiunge “l’imminente approvazione della direttiva sull’Unione dei Risparmi e degli Investimenti, basata sull’idea di orientare una quota importante dei risparmi dei cittadini europei (stimati in 10 mila miliardi di euro) per finanziare le imprese Ue, con particolare attenzione a quelle del settore bellico”.

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“L’approvazione della Saving and Investment Union esporrebbe sempre più i risparmiatori e i lavoratori europei, attraverso fondi di investimento, fondi pensione, assicurazioni, e grazie a complessi meccanismi di cartolarizzazione, a supportare l’industria delle armi, il tutto in assenza di trasparenza. Attraverso strumenti finanziari complessi come le cartolarizzazioni, i cittadini si potrebbero trovare a investire in armi senza esserne consapevoli”, avverte Anna Fasano, presidente di Banca Etica.

“Storicamente, le guerre sono state accompagnate da speculazioni finanziarie, ma cedere alla finanziarizzazione della difesa rischia di innescare meccanismi perversi che alimentano i conflitti: più conflitti significano maggiori profitti per qualcuno”, sottolinea Fasano, ricordando anche le parole di Papa Francesco del 2024 sull’interesse economico che diventa stimolo a proseguire ed estendere le guerre per vendere o testare nuove armi.

A rischio anche la finanza sostenibile

La strategia per ampliare le fonti di finanziamento al settore della difesa mette a rischio anche la finanza sostenibile (ESG). Si prospetta un ripensamento radicale, una distorsione che porterebbe a includere le armi tra gli investimenti considerati sostenibili dalle normative.

Banca Etica considera questo orientamento inaccettabile, come già dichiarato quando i ministri della difesa dell’Ue avevano chiesto di includere le armi tra i finanziamenti qualificati come sostenibili. Una deriva che ha trovato conferma in un recente incontro della direzione dell’Ue che segue l’industria per la difesa, mentre a inizio aprile 2025 il colosso finanziario Allianz ha annunciato che prevede di includere nei suoi prodotti di finanza “sostenibile” anche i titoli di aziende produttrici di armi atomiche, giustificando tale scelta con il ruolo “etico” della deterrenza nucleare.

“Proporremo al Parlamento europeo un emendamento per imporre alle banche e alle istituzioni finanziarie trasparenza sui loro affari con il commercio di armamenti. I cittadini e i risparmiatori devono sapere se la propria Banca utilizza il loro denaro per finanziare commerci di armi o ancor peggio per alimentare guerre. La finanza etica da sempre esclude categoricamente qualsiasi finanziamento o investimento nell’industria bellica e così deve continuare a essere”, ha dichiarato Gaetano Pedullà, vicecapodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.



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