Forfettari, come gestire l’incapienza quando si hanno delle detrazioni dai bonus edilizi


Uno dei fattori per valutare la convenienza o meno del regime forfettario è determinato dagli eventuali oneri deducibili e detraibili sostenuti nel corso dell’anno dai singoli detentori di partita Iva. Non solo quando sono strettamente connessi con l’attività professionale svolta. Uno degli esempi più lampanti, in questo caso, sono le spese sostenute per la ristrutturazione o la riqualificazione energetica di un immobile, che è bene pianificare con il dovuto anticipo, in modo da evitare spiacevoli situazioni di incapienza.

Regime forfettario, come valutare la convenienza

Indubbiamente uno dei fattori più importanti nella valutazione della convenienza o meno della permanenza nel regime forfettario è relativo agli oneri deducibili o detraibili dal reddito complessivo. La loro presenza o meno costituisce un importante parametro per scegliere quale regime fiscale debba essere applicato.

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Il contribuente, infatti, potrebbe trovarsi in una potenziale incapacità di beneficiare delle varie agevolazioni fiscali. Questo è uno dei motivi per il quale ogni anno è opportuno valutare quale sia la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Ricordiamo, a questo punto, che al regime forfettario possono aderire le persone fisiche esercenti un’attività d’impresa, di arti o professione. Possono utilizzarlo anche le imprese familiari e coniugali, purché non siano gestite in forma societaria.

Indubbiamente uno dei nodi più importanti da sciogliere per quanti hanno intenzione di aderire o di rimanere nel regime forfettario è la verifica dei possibili bonus edilizi a cui si ha intenzione di accedere.

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Come funziona la deduzione delle spese

Ma perché è importante verificare a quali bonus edilizi si ha intenzione di accedere? Il regime forfettario ha un indubbio vantaggio: il contribuente è assoggettato ad una tassazione sostitutiva dell’Irpef, dell’addizionale regionale, comunale e Irap. L’aliquota – al netto della deduzione forfetaria – di questa imposta è al 5% per le nuove attività o al 15% in via ordinaria.

I problemi potrebbero iniziare a sorgere nel momento in cui, oltre al reddito di impresa o di lavoro autonomo per il quale si è deciso di aderire al regime forfettario, non ci siano altri redditi per i quali si debba pagare l’Irpef. Le uniche spese che i contribuenti possono portare in detrazione dal reddito imponibile sono i contributi previdenziali, che vengono versati secondo quanto disposto dalla legge.

La deduzione degli oneri Irpef

Volendo fare un ragionamento strettamente pragmatico, il contribuente che abbia intenzione di dedurre dal reddito complessivo ai fini Irpef deve avere dei redditi da assoggettare all’imposta sul reddito delle persone fisiche. Parliamo, in altre parole, delle detrazioni per:

  • i carichi di famiglia;
  • gli interventi di recupero edilizio;
  • gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica;
  • il bonus mobili.

Per poter accedere a queste agevolazioni, quanti hanno aderito al regime forfettario devono avere dei redditi ulteriori rispetto a quelli d’impresa. Nel caso in cui non ci siano le detrazioni Irpef si perdono per l’anno di applicazione del regime agevolato.

Cosa succede se si esce dal regime forfettario

Ad ogni modo, soffermandosi unicamente dalle agevolazioni che derivano dai bonus edilizi, il contribuente, che non si sia avvalso di una o più rate per incapienza, può iniziare a fruire delle detrazioni nel momento in cui dovesse tornare ad essere capiente. Nel caso in esame questo può avvenire:

  • quando il soggetto decide di uscire dal regime forfettario;
  • quando sono presenti degli altri redditi che vengono tassati ordinariamente.

Con il regime forfettario i bonus non decadono

Fermo restando il rispetto delle varie norme per poter beneficiare delle detrazioni fiscali, il fatto che un contribuente abbia aderito al regime forfettario non determina la decadenza della detrazione. È, semplicemente, impossibile usufruirne per incapienza in relazione ad una o più rate.

Cerchiamo di analizzare la situazione sotto un profilo molto pragmatico. Mettiamo il caso che un contribuente nel corso di un determinato anno abbia sostenuto delle spese per effettuare degli interventi di riqualificazione energetica su un determinato immobile di sua proprietà. Grazie a questi costi spetterebbe una detrazione pari a 5.000 euro, che deve essere ripartita in 10 rate annuali di pari importo.

Nel caso in cui il contribuente non abbia la possibilità di usufruire della prima rata pari a 500 euro nella prima dichiarazione dei redditi utile, ne potrà beneficiare nel corso degli anni successivi nel caso in cui dovesse tornare ad essere capiente (le indicazioni in questo senso sono contenute all’interno della circolare n. 13 del 31 maggio 2019 dell’Agenzia delle Entrate).

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A questo punto quando si presenterà la dichiarazione dei redditi è sufficiente indicare il numero della rata corrispondente che si ha intenzione di portare in detrazione. Questo accade nel momento in cui il contribuente dovesse decidere di uscire dal regime forfettario: sarà sufficiente indicare la rata nel Modello Redditi PF indicando il numero corretto (che non sarà il numero 1 ma i successivi).

Cosa deve fare chi ha aderito al regime forfettario

Il contribuente che ha aderito al regime forfettario non perde il diritto a portare in detrazione i bonus edilizi e fruire delle agevolazioni ai fini Irpef. Per poterne beneficiare, sempre che non abbia altri redditi oltre a quelli d’impresa, deve passare al regime ordinario, in modo da avere capienza fiscale.

Le detrazioni, quindi, potranno essere nuovamente fruite dal momento in cui il regime forfettario decade. Sarà possibile a questo punto fruire delle agevolazioni fino al termine previsto per ciascuna detrazione.

Ovviamente una decisione di questo tipo non deve essere presa superficialmente. È, infatti, necessario valutare quale sia la situazione del contribuente ed analizzare gli scenari entro i quali si muove. Se fosse, per esempio, un soggetto sposato, con il coniuge lavoratore dipendente, l’ipotesi potrebbe essere quella di valutare di far portare in detrazione gli interventi al partner. Sempre che questo sia possibile tecnicamente.





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