L’intelligenza artificiale può avere un ruolo positivo per il futuro del pianeta e contribuire alla decarbonizzazione delle economie, alla riduzione dell’inquinamento, alla conservazione della biodiversità, alla protezione degli oceani e garantire che l’umanità operi entro i confini planetari, assicurando un futuro sostenibile alle nuove generazioni. A sostenerlo non è un visionario informatico della Silicon Valley ma l’Unep. Il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, infatti, guida, insieme alla Francia e all’International Telecommunications Union (ITU) una coalizione composta da oltre 100 partner, tra cui 37 aziende tecnologiche, undici paesi e cinque organizzazioni internazionali, la Coalition for Environmentally Sustainable Artificial Intelligence (AI).
Lo scopo è, appunto, mettere assieme i vari stakeholder di tutta la catena del valore dell’intelligenza artificiale per dialogare, avviare collaborazioni e iniziative condivise per cercare di rispondere alla “duplice sfida”, nelle parole dell’Unep, che l’AI sostenibile deve affrontare: “Sbloccare e sfruttare le sue capacità per affrontare le crisi ambientali globali, e allo stesso tempo comprendere meglio e mitigare la sua impronta ambientale”.
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Unire le forze per un’intelligenza artificiale più sostenibile
La coalizione è stata annunciata in occasione dell’Artificial Intelligence Action Summit tenutosi a Parigi a febbraio, dove capi di stato e di governo, leader di organizzazioni internazionali, amministratori delegati, accademici, artisti e membri della società civile si sono riuniti per discutere del sostegno all’innovazione portata dall’intelligenza artificiale, di una sua regolamentazione adeguata e del rispetto dei diritti per garantire lo sviluppo di questa tecnologia nell’interesse di tutti, compresi i Paesi in via di sviluppo.
Un concetto riassunto chiaramente dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “Sappiamo che l’intelligenza artificiale può essere una forza per l’azione a favore del clima e dell’efficienza energetica. Ma sappiamo anche che i sistemi ad alta intensità di energia dell’AI stanno già esercitando una pressione insostenibile sul nostro pianeta”, ha dichiarato nel suo intervento Guterres. “È quindi fondamentale progettare algoritmi e infrastrutture di AI che consumino meno energia e integrare l’AI nelle smart grid per ottimizzare l’utilizzo dell’energia” ha aggiunto.
Una missione sicuramente complessa. Se da un lato l’intelligenza artificiale può aiutare ad affrontare alcune delle maggiori emergenze ambientali del mondo – ad esempio, viene utilizzata per mappare il dragaggio della sabbia, pericolosissimo per gli ecosistemi e per tracciare le emissioni di metano, un potente gas serra – dall’altro un crescente numero di ricerche mette in guardia che l’esplosione dell’AI e delle infrastrutture di cui necessita avrà un’impronta ambientale negativa, sia per i rifiuti elettronici prodotti, sia per gli alti consumi di elettricità e di acqua nei data center che ospitano i server dell’AI e dovrebbero funzionare, invece, almeno con una fonte di energia pulita.
A livello di sistema, sarà indispensabile individuare uno spazio al cui interno l’intelligenza artificiale può svilupparsi liberamente senza danneggiare l’ambiente, rispettando i confini planetari. Insomma, è necessario adottare l’approccio dei planetary boundaries all’AI, come spiega la coalizione nella propria dichiarazione di intenti. E dunque con una particolare attenzione agli indicatori, per concentrarsi su metodi e metriche standardizzate che misurino gli impatti ambientali dell’AI, su approfondite analisi del ciclo di vita per identificare le priorità nella ricerca e nella comunicazione, ma anche sull’individuazione di best practices capaci di generare rapidamente effetti positivi.
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Le iniziative per ridurre l’impronta ambientale dell’AI
Ci sono già diverse iniziative in corso in questa direzione all’interno della coalizione. Il primo obiettivo è avere una visione chiara in una materia nuova e in evoluzione e conoscenze condivise sulle relazioni tra intelligenza artificiale e ambiente. In Francia, ad esempio, l’Istituto nazionale di ricerca in scienza e tecnologia digitale e il ministero per la Transizione ecologica hanno pubblicato, con il contributo di 36 scienziati, aziende, istituzioni pubbliche e organizzazioni internazionali un position paper che identifica le sfide da superare per massimizzare gli effetti positivi dei sistemi di AI limitando al contempo il loro impatto ambientale.
A livello più operativo e di programmazione, si è tenuto il primo hackathon, maxi evento a cui partecipano esperti di informatica che collaborano su un progetto comune, dedicato a intelligenza artificiale e risparmio energetico: il Frugal AI Challenge ha riunito più di 60 team di data scientist intorno alla sfida di progettare modelli di AI legati a questioni ambientali (tra cui il rilevamento della disinformazione climatica, l’analisi delle regioni a rischio di incendi, l’identificazione della deforestazione illegale) ottimizzando al contempo la loro efficienza energetica.
Inoltre, è stato creato un primo gruppo di lavoro internazionale sull’uso dell’AI generativa che mira a sviluppare una guida alle migliori pratiche per l’utilizzo efficace ed etico dell’intelligenza artificiale, mentre l’ITU ha promosso all’interno della Green Digital Action un approfondimento tematico sul green computing con un gruppo di lavoro dedicato all’AI sostenibile.
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Unep: mettere subito dei limiti all’intelligenza artificiale
Nel 2024, l’Unep ha pubblicato una nota informativa che esplora l’impronta ambientale dell’AI e considera come la tecnologia possa essere sviluppata in modo sostenibile. La nota fa seguito a un rapporto dell’Unep, Navigating New Horizons, che esaminava anche le opportunità e i pericoli dell’AI. Nel 2025, inoltre, l’Unep pubblicherà una guida per incoraggiare gli acquisti pubblici e privati verso data center efficienti dal punto di vista energetico. Queste linee guida si baseranno sulle migliori pratiche internazionali e su standard globali consolidati (Codice di condotta dell’UE, Energy Star, ISO/IEC 30134, ecc…) e informeranno gli investitori, le banche di sviluppo e le istituzioni sugli elementi oggettivi che definiscono un data center efficiente dal punto di vista energetico.
Intanto, più di 190 nazioni hanno adottato una serie di raccomandazioni non vincolanti sull’uso etico dell’AI, che riguardano l’ambiente. Inoltre, sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti d’America hanno introdotto una legislazione per mitigare l’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale. “Il potenziale dell’AI di risolvere le complesse sfide globali sta diventando sempre più chiaro, ma lo sono anche i suoi impatti ambientali e c’è la necessità di ‘sentinelle climatiche’ per garantire che il settore cresca in modo sostenibile”, ha dichiarato Golestan (Sally) Radwan, dell’Unep.
Per l’Unep la chiave è il dialogo e la collaborazione
Tuttavia a livello di azioni concrete il panorama resta insufficiente. La coalizione mira, perciò, a inserire l’intelligenza artificiale sostenibile nel dibattito pubblico, al pari di come si studiano i temi legati alla sicurezza informatica o l’etica dell’AI. La chiave, secondo i promotori dell’iniziativa, è adoperare un approccio collaborativo che riunisca governi, università, società civile e settore privato.
La coalizione funge da piattaforma per individuare, mettere in contatto e coinvolgere le parti interessate impegnate per un’AI sostenibile e creare un hub di progetti in cui promuovere iniziative aperte, collaborative e internazionali che facciano progredire la scienza, gli standard e le soluzioni per allineare l’AI agli obiettivi ambientali. Tra quelle avviate, citate sul sito della coalizione, oltre alla già citata Frugal AI Challenge sono da menzionare l’osservatorio dell’IEA sull’intelligenza artificiale, il gruppo di lavoro “Access to environmental knowledge through Gen AI” e una sezione dedicata ai principali studi universitari emersi su AI e ambiente.
“L’AI Action Summit è un punto di svolta: per la prima volta, la transizione ecologica è stata al centro delle discussioni di un vertice internazionale sull’AI. Sono molto orgogliosa che la Francia abbia organizzato questo primo Forum per l’AI sostenibile con la presenza di 200 stakeholder”, ha dichiarato a conclusione dell’evento di presentazione Agnès Pannier-Runacher, ministro francese per la Transizione ecologica, l’Energia, il Clima e la Prevenzione dei rischi.
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