Canapa, l’allarme dei produttori pugliesi: «Con il Decreto Sicurezza il Governo distrugge un intero comparto»


BARI – Un intero settore produttivo, cresciuto negli anni all’insegna della legalità, rischia di essere spazzato via in poche righe di decreto. A lanciare l’allarme è Antonio Macchia, presidente di Alpaa Puglia, che prende posizione contro gli effetti del nuovo Decreto Sicurezza, definendolo un colpo mortale per la filiera della canapa industriale, compresa quella destinata alla produzione tessile e agroalimentare.

«In Puglia, centinaia di piccoli produttori hanno investito risorse importanti per operare nel rispetto della legge, costruendo un comparto agroindustriale innovativo e sostenibile», denuncia Macchia. Ma l’improvvisa stretta normativa ha lasciato tutti senza lavoro da un giorno all’altro, con scorte bloccate nei magazzini, acconti fiscali già versati per il 2025 e l’incubo di procedimenti penali per attività fino a ieri perfettamente legali.

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Secondo Alpaa Puglia, il decreto equipara senza alcun fondamento la cannabis light alle sostanze stupefacenti, ignorando completamente le evidenze scientifiche e giuridiche. «Il Governo – afferma Macchia – ha trasformato in pochi giorni migliaia di piccole imprese e decine di migliaia di lavoratori da operatori trasparenti e regolari in potenziali criminali, solo per un’impostazione ideologica e scollegata dalla realtà».

I numeri illustrano l’impatto reale del settore: in Puglia operano circa 200 aziende specializzate nella coltivazione e trasformazione della canapa, quasi tutte gestite da giovani agricoltori, con un fatturato complessivo che supera i 200 milioni di euro l’anno. Il comparto dà lavoro a circa 2.000 persone, tra occupati stabili e stagionali.

Macchia ricorda che l’attività è regolamentata dalla legge 242 del 2016, che consente la produzione di canapa industriale con contenuto di THC inferiore ai limiti di legge, e annuncia che la Commissione Europea ha aperto un’indagine per verificare la compatibilità delle nuove norme italiane con i trattati dell’Unione, in particolare per quanto riguarda la parificazione della cannabis light alla droga.

Nel frattempo, Alpaa Puglia sta organizzando incontri con i produttori colpiti per coordinare risposte collettive e iniziative pubbliche. L’associazione chiede a gran voce un intervento immediato delle Istituzioni, affinché si uniscano alla mobilitazione già avviata in altre regioni italiane contro un decreto che, secondo Macchia, «segna la fine di un intero ecosistema produttivo».

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«La filiera della canapa – conclude – è una risorsa preziosa per il territorio. Le sue applicazioni vanno dalla bioedilizia all’alimentazione, dalla cosmesi all’industria tessile, fino alla bioplastica e all’erboristeria. Distruggere tutto questo significa privare la Puglia di un volano economico, ambientale e occupazionale strategico».





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