Scoperta truffa milionaria ai danni dell’UE


La Guardia di Finanza di Venezia, in sinergia con il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, lo SCICO e il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, ha portato alla luce una truffa di proporzioni colossali ai danni dell’Unione Europea e dello Stato Italiano. Coordinata dalla Procuratrice Europea Delegata Donata Patricia Costa, l’inchiesta ha portato alla notifica di 26 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, segnando un punto cruciale nella complessa attività investigativa avviata nel 2022.

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I contorni della frode: fondi PNRR e crediti fiscali inesistenti

Al centro dell’inchiesta, una presunta associazione a delinquere dedita alla sistematica falsificazione di documenti e bilanci, finalizzata all’ottenimento indebito di finanziamenti agevolati e a fondo perduto erogati da SIMEST nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nonché alla creazione artificiosa di crediti fiscali legati a lavori edili. Il danno economico stimato è di almeno 600 milioni di euro.

Le misure adottate: arresti, sequestri e interdizioni

Ad aprile 2024, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, Mara Mattiolo, ha emesso un’ordinanza che dispone 24 misure cautelari personali: otto arresti in carcere, quattordici domiciliari e due interdizioni dall’esercizio di attività professionali e commerciali. Parallelamente, sono stati eseguiti sequestri per un valore pari all’ammontare della truffa: beni di lusso, immobili, criptovalute, orologi pregiati, gioielli, lingotti d’oro e autovetture di fascia alta come Lamborghini Urus, Porsche Panamera e Audi Q8.

La rete criminale: società fittizie e riciclaggio internazionale

L’inchiesta ha preso le mosse da due società con sede a Venezia, partecipanti ai bandi PNRR per l’internazionalizzazione delle imprese. Le indagini, condotte anche con intercettazioni e verifiche informatiche, hanno evidenziato discrepanze tra la documentazione contabile e le dichiarazioni fiscali. Centrale è stata l’individuazione di una coppia – lui originario dell’Alto Adige, lei ucraina – residenti in provincia di Verona, ritenuti a capo dell’organizzazione.

Il denaro ottenuto illecitamente veniva riciclato mediante una complessa rete di società cartiere, molte delle quali con sede in Austria, Slovacchia e Romania, in un intricato schema transnazionale. L’azione investigativa, fondata sul principio del “follow the money”, ha beneficiato dell’analisi di oltre 100 segnalazioni di operazioni sospette, alcune provenienti da unità di intelligence finanziaria estere.

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Gli indagati irpini: identità, accuse e difensori

Tra i destinatari degli avvisi di conclusione indagini figurano quattro cittadini della provincia di Avellino:

  • Maurizio De Simone, già noto alle cronache giudiziarie per precedenti legati alla gestione del Trapani Calcio e per un’inchiesta su presunti abusi in materia di bonus edilizi. È assistito dall’avvocato Gerardo Perillo del Foro di Avellino.

  • Omar Vecchione è difeso dall’avvocato Gerardo Santamaria, anch’egli del Foro di Avellino.

  • Stefano Della Pia è rappresentato dagli avvocati Alfonso Laudonia e Rocco Urcioli, del Foro di Avellino.

  • Leonardo Baldari è difeso dall’avvocato Ettore Freda, anch’egli del Foro di Avellino. 

La lista completa include altri 20 indagati, tutti coinvolti – secondo la ricostruzione degli inquirenti – nella pianificazione e attuazione della frode.

Un sistema fraudolento ben strutturato

Dall’esame documentale e bancario è emerso un quadro organico e dettagliato della presunta organizzazione criminale: ruoli distinti, gerarchie definite, e una sofisticata gestione delle pratiche di accesso ai finanziamenti e dei meccanismi di riciclaggio. La presenza di professionisti, fiscalisti, e tecnici esperti tra gli indagati fa emergere la dimensione strutturata e pericolosa della frode.

Prospettive future: attesa per gli sviluppi giudiziari

Con la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini, il procedimento entra ora in una fase decisiva. Spetterà al giudice per le indagini preliminari valutare l’eventuale rinvio a giudizio. Il procedimento, stralcio del fascicolo madre n. 230/2022 R.G.N.R. mod 21 EPPO, rappresenta uno dei filoni più rilevanti avviati dalla Procura Europea in Italia in materia di fondi PNRR.

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