La norma UNI 11976:2025 introduce un approccio integrato alla qualità dell’aria indoor, con implicazioni per progettisti, impiantisti e facility manager. Stabilisce criteri tecnici per il monitoraggio degli inquinanti e integra comfort, salubrità e building automation.
Trascorriamo oltre il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi: case, uffici, scuole, ospedali, mezzi di trasporto.
L’aria che respiriamo in questi spazi influisce direttamente sul nostro benessere, sulla produttività lavorativa, sulla capacità di concentrazione degli studenti, sulla salute di tutti. Tuttavia, spesso la qualità dell’aria interna (IAQ – Indoor Air Quality) è inferiore a quella esterna, a causa della presenza di inquinanti invisibili, come formaldeide, polveri sottili, muffe, VOC, allergeni, Radon.
La crescente attenzione verso la correlazione tra la qualità dell’ambiente interno e la salute pubblica impone un importante cambio di paradigma per le figure tecniche impegnate lungo il ciclo di vita degli edifici. Professionisti quali progettisti, geometri, ingegneri, architetti, periti, impiantisti e facility manager sono chiamati a rispondere a queste nuove sfide con responsabilità e competenze sempre più mirate.
La norma UNI 11976:2025, recentemente introdotta da UNI, è rivolta proprio a loro, con l’obiettivo di fornire strumenti pratici e chiari per valutare e monitorare la qualità dell’aria indoor, nell’ambito dell’ergonomia dell’ambiente fisico.
Qualità interna dell’aria: cosa contiene la UNI 11976:2025
Il documento nasce dal riconoscimento del legame tra qualità dell’aria, salute delle persone ed efficienza energetica degli edifici, in linea con la UNI EN16798-1 e la Direttiva Case Green.
La UNI 11976, pubblicata ad aprile 2025, definisce un quadro metodologico per la misurazione e il monitoraggio della qualità dell’aria interna negli edifici a uso civile, includendo abitazioni, scuole e uffici.
La norma fornisce:
- indicazioni per la scelta degli inquinanti da monitorare;
- criteri per la pianificazione dei rilievi;
- metodi di misurazione chimica, fisica e biologica;
- una check list dettagliata per la raccolta delle informazioni tecniche e ambientali;
- riferimenti ai valori guida di esposizione per diversi contaminanti.
È uno strumento scientifico e applicativo, costruito in coerenza con normative europee e documenti dell’Istituto Superiore di Sanità (Rapporti ISTISAN) e risponde all’esigenza di uniformare le pratiche di controllo in una logica di salute pubblica e prevenzione.
La UNI 11976 prende in esame tre principali categorie di contaminanti:
- Inquinanti chimici: composti organici volatili (VOC), semi-volatili (SVOC), molto volatili (VVOC), formaldeide, benzene, metalli, particolato (PM10 e PM2.5).
- Inquinanti fisici: in primis il gas Radon.
- Inquinanti biologici: virus, batteri, muffee allergeni.
Il monitoraggio deve durare almeno cinque giorni consecutivi, deve essere ripetuto in stagioni differenti (calde/fredde), e deve sempre tener conto delle reali condizioni d’uso dell’ambiente da parte dei fruitori (occupazione, ventilazione, orari).
Per pianificare un piano di misurazione o di monitoraggio della qualità dell’aria negli ambienti interni secondo le indicazioni di UNI 11976 è necessario disporre almeno delle informazioni riguardanti
Impatto sul settore edilizio: progettazione, manutenzione e comfort
UNI 11976 impone una visione integrata tra costruzione, gestione e salubrità. Per il mondo dell’edilizia, questo si traduce in nuove responsabilità operative:
- I progettisti dovranno considerare i fattori ambientali fin dalle fasi iniziali, includendo la qualità dell’aria indoor (IAQ) tra i parametri di progetto. L’obiettivo principale è migliorare la salubrità, la sicurezza, il comfort e l’usabilità. Questo approccio considera le esigenze fisiche, psicologiche e cognitive degli utenti. Prestare attenzione a questi fattori diminuisce le malattie e abbassa i costi della sanità pubblica.
- Le imprese di costruzione e le società di gestione dovranno implementare protocolli di manutenzione che includano controlli regolari della qualità dell’aria.
- Gli ambienti scolastici, frequentati da soggetti vulnerabili come bambini e adolescenti, dovranno essere monitorati con ancora maggiore attenzione. La qualità dell’aria, infatti, ha un impatto significativo su vari aspetti della vita umana, inclusi l’apprendimento e il comportamento sociale. Numerosi studi dimostrano che un’aria più pulita migliora la concentrazione, la memoria e le capacità cognitive, creando un ambiente più favorevole per l’apprendimento. Inoltre, ambienti salubri possono contribuire a ridurre lo stress e migliorare il benessere generale, fattori che possono indirettamente influire sulla riduzione della criminalità.
La norma propone anche una check list tecnica che guida nella raccolta delle informazioni fondamentali (materiali, impianti, ventilazione, livello di occupazione, protocolli di pulizia, ecc.), utile sia in fase di progettazione che di audit.
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