Decreto bollette, la Camera vota la fiducia: cosa prevede il testo


Il governo Meloni incassa la fiducia della Camera sul dl bollette, cioè sul disegno di legge di conversione del decreto che introduce misure urgenti di sostegno a famiglie e imprese per far fronte al caro energia.

L’Aula ha dato il via libera al governo con 182 voti favorevoli, 113 contrari e quattro astenuti. La seduta è ripresa con l’esame degli ordini del giorno. Tra questi anche l’odg del deputato Pd e segretario dem della Toscana Emiliano Fossi «per riconoscere lo stato di emergenza delle alluvioni che si sono verificate in Toscana a febbraio e marzo scorsi».

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Il deputato chiede all’esecutivo, che «ha perso mesi di tempo», di attivarsi «adesso per velocizzare l’immediata sospensione del pagamento delle fatture per le utenze delle bollette di acqua, luce e gas di famiglie ed imprese». Perché, sostiene, «le zone interessate sono moltissime: le province di Livorno, Pistoia e Grosseto dal maltempo di febbraio mentre a marzo la Città metropolitana di Firenze, le province di Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena» e «gli aiuti stanziati fino a oggi sono parziali e palesemente insufficienti».

La deputata del Pd e vicepresidente di Montecitorio, Anna Ascani, in una nota invece fa sapere di aver presentato un ordine del giorno al decreto bollette per impegnare il governo ad adottare misure strutturali per la fornitura di energia all’Arvedi Acciai Speciali Terni a prezzi che consentano di sostenerne la competitività e «garantire così il rilancio di questa azienda strategica non solo per l’Umbria: si tratta di uno dei più importanti poli siderurgici europei».

Sull’acciaieria Ast di Terni il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato per venerdì 2 maggio un tavolo a cui interverranno i rappresentanti dell’azienda, della regione Umbria, del comune di Terni e delle organizzazioni sindacali per raggiungere un accordo atteso da tempo che garantisca la continuità produttiva e il rilancio dello stabilimento e dove il tema dell’energia costituisce un punto saliente. «Occorre intervenire, soprattutto in una fase economica così critica, con i dazi trumpiani che mettono a dura prova l’attività del nostro tessuto produttivo, con responsabilità, ciascuno per la propria parte di competenza. Prendendo impegni precisi e dandogli concretezza», sottolinea Ascani. E aggiunge: «Sciogliere il nodo dei costi dell’energia è parte fondamentale di questa azione. L’azienda è un’opportunità in termini produttivi, sociali, occupazionali e ambientali non solo per il territorio di Terni, ma per il Paese e l’Europa».

Il decreto, dopo il voto finale previsto per mercoledì mattina, passerà poi all’esame del Senato per la seconda lettura e dovrà essere convertito in legge entro il 29 aprile.

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Le dichiarazioni di voto

Con le dichiarazioni di voto è iniziato stamattina il round finale di una staffetta obbligata per scongiurare ulteriori corse a ostacoli a colpi di emendamenti che manderebbero in fumo l’approvazione del decreto.

I partiti di opposizione non ci stanno e in aula si sono incalzate narrative e tesi diverse a sostegno e contro il testo del decreto. Così se per il deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine «con il decreto bollette questo governo dimostra ancora una volta di saper unire responsabilità, coraggio e visione. Non si tratta solo di contenere i rincari energetici, ma di disegnare un’Italia più giusta, che protegge chi produce e sostiene chi è in difficoltà», altri sono i toni dei deputati del Partito democratico, Avs e M5s.

Paola De Micheli (Pd) parla di «occasione persa», perché «il governo sottovaluta i rischi di instabilità del sistema. Un decreto fatto in ritardo che oggi sconta anche una inadeguata individuazione della platea dei beneficiari. Un decreto che voleva essere strutturale per evitare i danni dei cicli di fluttuazione del mercato energetico ma che, di fatto, risulta solo un palliativo. L’esecutivo poteva fare di più ma è mancato il coraggio: doveva accogliere le proposte del Pd per un serio investimento sulle energie rinnovabili, quelle sulle semplificazioni e per lo sviluppo delle comunità energetiche e delle reti di consorzi».

Per la vicepresidente del M5s, Chiara Appendino «questo decreto è tardivo, perché l’inverno è passato e di concreto per aiutare imprese e famiglie non avete fatto nulla; è misero, perché avete stanziato 3 miliardi contro i 10 miliardi di extra costi stimati solo per le imprese; ed è codardo, perché non tassa le aziende energetiche che hanno fatto miliardi di extraprofitti, profitti fatti sulla pelle degli italiani che si sono viste le bollette aumentate a dismisura».

Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs, sottolinea che il gas «è diventato uno strumento di ricatto geopolitico». «Come Alleanza Verdi e Sinistra – continua – voteremo contro la fiducia posta dal governo su un provvedimento che stanzia 3 miliardi di euro per famiglie e imprese ma che, ancora una volta, evita di colpire i veri responsabili dell’impennata del costo dell’energia» E aggiunge: «Donald Trump, che Meloni si prepara a incontrare, è legato al più grande mercato mondiale di gas liquefatto». Putin e Trump, continua Bonelli, «negano la crisi climatica e promuovono un modello fossile che ci rende dipendenti, inquinati e poveri» ma «il governo, invece di tassare 70 miliardi di extra-profitti accumulati da grandi società energetiche, preferisce continuare con misure tampone, scaricando il peso sulle famiglie italiane».

Anche l’Unione nazionale consumatori (Unc) parla di «occasione persa per dare una svolta al testo. Non hanno accolto le modifiche che avevamo presentato in audizione. In compenso hanno aggiunto qualche mancetta, come quella alle società sportive o introdotto provvedimenti che nulla hanno a che vedere con il caro bollette, come il salvagente per le auto aziendali», ha spiegato il vicepresidente Marco Vignola.

Cosa prevede il testo

In ballo, nel decreto, ci sono tre miliardi di euro contro il caro-energia, di cui 1,4 miliardi destinati alle imprese e 1,6 miliardi alle famiglie. Le misure prevedono un bonus di 200 euro sulle forniture di energia elettrica per tutti i clienti domestici con redditi medio bassi, vale a dire con un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) fino a 25 mila euro. Un contributo speciale a cui l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha dato il via libera. Attualmente il bonus sociale bollette prevede che il cittadino o il nucleo familiare abbia diritto al contributo con un Isee non superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico (20.000 euro per quelle numerose con almeno 4 figli). Per coloro che già percepiscono il sostegno, il contributo potrà arrivare fino a 500 euro.

Tra le misure di agevolazione per le imprese, al fine di sgravare i costi delle bollette, il decreto destina 600 milioni di euro alla riduzione degli oneri di sistema per le piccole e medie imprese.

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Un aiuto a mitigare il caro bollette spetterà anche alle aziende energivore con potenza impegnata superiore a 16,5 kW. 600 milioni di euro saranno utilizzati a sostegno del fondo per la transizione energetica nel settore industriale, soldi cioè recuperati dalle aste Ets, sulle emissioni, che verranno anticipati alle aziende energivore.

Il decreto introduce la figura del consulente per la gestione delle utenze per aiutare il consumatore con la selva di tariffe e normative esplose dopo la liberalizzazione dei servizi precedentemente gestiti dallo Stato.

Sono stati superati infine gli ostacoli legati all’utilizzo del maggior gettito Iva derivante dall’aumento del gas, per gli eventuali nuovi interventi sulle bollette energetiche di famiglie e imprese. E quindi in attesa della riforma della legge di contabilità, l’utilizzo delle risorse sarà condizionato al parere delle commissioni parlamentari competenti sui profili finanziari.

Tra gli emendamenti approvati dalla commissione Attività Produttive della Camera, anche quello che consente ai clienti vulnerabili del sistema a tutele graduali di essere reinseriti nel mercato di tutela anche dopo la cessazione del 31 marzo 2027. Per gli utenti vulnerabili, cioè gli over 75, disabili e chi vive in condizioni economiche svantaggiate o ha gravi problemi di salute, arriva lo stop al pignoramento della casa se il mancato pagamento di bollette della luce condominiali è inferiore a 5 mila euro e la casa è l’unico immobile di proprietà del debitore.

Nel testo uscito dall’esame in Parlamento, c’è semaforo verde anche per l’emendamento che ridefinisce il bonus elettrodomestici. Prevede un contributo fino al 30 percento della spesa (con un tetto di cento euro che sale a duecento euro per le famiglie con Isee sotto i 25 mila euro) e sarà erogato direttamente con uno sconto in fattura, vale a dire attraverso lo sconto su un prodotto o servizio applicato dal fornitore al cliente finale. Riduzione del prezzo di pari importo che viene applicato sulla fattura del fornitore che acquisisce il diritto a una detrazione fiscale in percentuale variabile in funzione delle disposizioni normative in vigore.

Per quanto riguarda le auto aziendali il decreto salva dal sistema di tassazione dei fringe benefit previsto dall’ultima legge di bilancio le macchine aziendali ordinate entro il 31 dicembre 2024 e «concesse in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025».

Tra le altre misure, con l’approvazione del decreto bollette, verranno stanziati 10 milioni in più nel 2025 per l’erogazione di contributi a fondo perduto destinati a ridurre il costo dell’energia nelle piscine.

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