Alle radici della sostenibilità: i territori protagonisti della transizione – Artser


Il Rapporto ASviS “I Territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2024” invita a tornare alle radici della sostenibilità, ossia ai territori, da cui parte ogni cambiamento concreto. Regioni, Province autonome e città metropolitane sono chiamate a un ruolo attivo nel realizzare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ma il quadro emerso dallo studio è disomogeneo: accanto a esperienze virtuose, si registrano ritardi significativi in molti ambiti chiave.

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Il Rapporto 2024, realizzato da ASviS con il contributo di Federcasse e WindTre, analizza l’evoluzione di circa 100 indicatori riferiti a 14 dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), dal 2010 al 2023. L’analisi mostra una forte eterogeneità territoriale, con performance divergenti anche all’interno delle stesse macroaree.

I punti critici maggiori emergono su 

  • Povertà (Goal 1)
  • Aste immobiliari

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  • Acqua e servizi igienico-sanitari (Goal 6)
  • Vita sulla terra (Goal 15)
  • Giustizia e istituzioni solide (Goal 16)

Questi indicatori peggiorano in gran parte dei territori, mentre l’istruzione (Goal 4) registra segnali positivi soprattutto nel Nord-Ovest e Nord-Est. Anche l’economia circolare (Goal 12) mostra buone performance in nove Regioni, tra cui Toscana, Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia.

Tuttavia, nessuna Regione presenta un miglioramento stabile su più di due Obiettivi. In alcuni casi, come il Molise, si osserva un peggioramento su ben sette SDGs.

Obiettivi quantitativi: chi è più vicino al traguardo

Oltre agli indici sintetici, il Rapporto valuta la distanza delle Regioni da 28 obiettivi quantitativi tratti da strategie europee e nazionali. Anche qui emergono differenze:

  • Valle d’Aosta, Trento, Umbria e Lazio sono le più vicine al raggiungimento di 11-12 obiettivi.
  • Contabilità

    Buste paga

     

  • Liguria, Toscana, Abruzzo e Sardegna ne potrebbero raggiungere 8-9.
  • Molte regioni del Sud ne centreranno solo 4-6, mentre Bolzano, Veneto, Molise, Campania, Calabria e Sicilia risultano più distanti da molti target.

Anche nelle città metropolitane si rilevano forti disuguaglianze. Firenze, Milano e Roma sono le più avanti, mentre città come Catania, Reggio Calabria, Palermo e Napoli faticano a raggiungere anche due obiettivi quantitativi.

Posizionamento rispetto agli obiettivi quantitativi per Regioni e Province autonome

 

Esperienze locali e buone pratiche

Accanto a questi dati preoccupanti, il Rapporto valorizza numerose esperienze virtuose locali. Crescono i progetti ispirati all’Agenda 2030: la call ASviS 2024 ha ricevuto 127 candidature, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Le buone pratiche selezionate nel Rapporto riflettono la varietà dei contesti, degli strumenti e dei modelli di governance locale.

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Tra le iniziative più significative emergono la Rete dei Comuni sostenibili, con oltre 100 enti aderenti e un monitoraggio annuale sui progressi, e il progetto Toscana 2050, per misurare la capacità della Regione di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 integrando PNRR, fondi europei e politiche di coesione.

Le quattro priorità dell’ASviS

Il Rapporto individua quattro temi strategici su cui concentrare l’azione:

1. Ripristino della natura nelle città e nei territori

La nuova Nature Restoration Law dell’UE impone lo stop al consumo netto di suolo nelle aree urbane entro il 2030 e il ripristino degli ecosistemi fluviali. Il Piano nazionale di ripristino dovrà essere pronto entro il 2026, con un ruolo attivo per Regioni e Comuni.

2. Politiche climatiche urbane e mobilità

Le nove città italiane coinvolte nella missione UE “100 Climate-neutral and smart cities” hanno elaborato i propri Climate City Contracts, incentrati su edilizia e trasporti. L’ASviS propone di estendere l’iniziativa, accompagnandola con una piattaforma nazionale di scambio buone pratiche, l’attuazione della direttiva “Case Green”, e incentivi per la mobilità elettrica e il trasporto pubblico locale.

3. Rigenerazione urbana e abitare

Per un territorio più coeso servono nuove politiche abitative e una legge quadro nazionale sul governo del territorio. L’ASviS propone anche la regolamentazione degli affitti brevi, il rafforzamento dell’edilizia pubblica e universitaria, il riuso degli immobili abbandonati per fini sociali.

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4. Montagna e aree interne

Tre disegni di legge sulla montagna sono in discussione in Parlamento. Il Rapporto evidenzia la necessità di integrare le politiche per la montagna con quelle su foreste e aree interne, valorizzare i servizi ecosistemici, prevedere una fiscalità di vantaggio e creare una sede decisionale unica a livello nazionale per una strategia integrata.

Risorse disponibili ma ancora poco sfruttate

Il ritardo nell’impiego dei fondi europei e nazionali è una delle criticità più gravi. Al 31 agosto 2024, solo il 12% dei 75 miliardi dell’Accordo di Partenariato era stato impegnato, con pagamenti fermi al 2,8%. Anche il Mezzogiorno è penalizzato dalla rimozione del vincolo del 40% delle risorse PNRR, mentre il Fondo perequativo infrastrutturale è stato ridotto drasticamente.

Servono azioni urgenti di rafforzamento della capacità amministrativa, soprattutto a livello locale, per non perdere l’occasione di trasformare le risorse disponibili in sviluppo concreto e sostenibile.

Il Rapporto ASviS 2024 lancia dunque un messaggio chiaro: la sostenibilità si costruisce nei territori, attraverso politiche locali efficaci, risorse ben gestite e una visione integrata dello sviluppo. Nonostante i ritardi, le esperienze positive dimostrano che il cambiamento è possibile. Ma va sostenuto da governance multilivello, strumenti operativi, formazione continua e soprattutto dalla capacità di fare rete tra attori pubblici e privati.



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