L’Area Interna di Troina ha ricevuto un finanziamento nazionale di oltre 49 milioni di euro


L’Area Interna di Troina ha ottenuto il finanziamento nazionale di 49 milioni e 620 mila euro per contrastare lo spopolamento ed invertire la tendenza al declino demografico.

La strategia nazionale per aree interne (Snai) fu pensata e messa in campo negli anni 2012-2013 a questo scopo. Si è già consumato il primo ciclo di programmazione della Snai , negli anni 2014-2020, nel quale non c’era l’Area Interna di Troina. E’ nel secondo ciclo di programmazione 2021-2027 che l’Area Interna di Troina entra in gioco. Il fatto che non ci sia stata, nel primo ciclo 2014-2020, assieme alle altre Aree Interne, può essere un motivo per rammaricarsene.

Dalla esperienza che ne hanno fatto le 72 Aree Interne, nel primo ciclo 2014-2020, si possono però trarre utili indicazioni. Su quest’argomento è stato scritto molto. C’è una vera e propria letteratura fatta di pregevoli saggi e ricerche, che farebbero bene a leggere quanti, uomini e donne delle istituzioni come l’Unione dei Comuni e i soggetti del partenariato socioeconomico, hanno la responsabilità di attuare la strategia dell’Area Interna di Troina.

Senza nulla togliere a quanto è stato pubblicato fino ad oggi, segnalo il libro “La montagna del latte e le altre. Riflessioni sui destini delle montagne” dell’economista Giampiero Lupatelli, che ha partecipato alla definizione ed attuazione della strategia dell’Area Interna dell’Appennino Reggiano nel primo ciclo 2014-2020. Molte pagine di questo corposo volume di 594 pagine sono dedicate a quest’area interna emiliana che ha saputo armonizzare politiche di potenziamento dei servizi di cittadinanza (mobilità, istruzione e salute) con politiche di sviluppo economico locale. Se non ci sono politiche di sviluppo locale, la strategia si riduce ad un elenco di opere pubbliche, più o meno utili, che non arrestano lo spopolamento dell’area interna. Una parte di quel finanziamento di 49 milioni euro è destinata alle politiche di sviluppo economico locale, che non devono essere intese e praticate come semplice erogazione di somme di denaro alle imprese per aiutarle a sopravvivere.

Lo sviluppo economico locale è un’altra cosa e si ottiene combinando risorse e vocazioni produttive del territorio in forma nuova che superi logiche municipalistiche e individualistiche a livello di imprese. Ed è questa la sfida su cui si misura la capacità della classe dirigente locale intesa in senso ampio (ceto politico, imprenditori, professionisti, docenti e intellettuali etc.)

Silvano Privitera  

 



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