PERCHÉ I TRIBUNALI SONO IMPORTANTI PER LA NOSTRA ECONOMIA


di Mariagrazia Lupo Albore, Direttore generale Un’impresa

Nel 2012, l’Italia ha provato a mettere ordine nei suoi tribunali con una riforma che prometteva di renderli più efficienti: meno sedi, meno sprechi, procedimenti più veloci. L’idea era semplice: accorpare i tribunali più piccoli a quelli più grandi per tagliare i costi e snellire il lavoro. Ma, a distanza di anni, emerge che questa riforma ha avuto un effetto imprevisto e pesante: le banche italiane si sono ritrovate con più prestiti a rischio, i cosiddetti “crediti deteriorati” (npl), quei soldi prestati che i clienti non riescono a ripristinare.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

La riforma ha fatto crescere il peso dei crediti deteriorati nelle banche delle zone colpite. In media, il rapporto tra questi prestiti problematici e il totale dei prestiti concessi è salito di 3,5 punti percentuale, pari a un aumento del 20% rispetto a prima della riforma. Per capirci: se una banca aveva già un livello di NPL del 15%, dopo la riforma si è ritrovata vicina al 19%. Non un dettaglio da poco, perché più crediti deteriorati significano meno soldi disponibili per nuovi prestiti e più rischi per la stabilità delle banche.

Ma come mai una riforma dei tribunali ha finito per pesare sui bilanci bancari? La risposta sta nel legame tra giustizia e finanza. Quando un cliente non paga un prestito, la banca può rivolgersi al tribunale per recuperare i soldi, magari pignorando i beni del debitore. Se i tribunali sono lenti, però, questo processo si inceppa: i crediti restano “bloccati” nei bilanci delle banche, che devono accantonare più capitale per coprire le perdite previste. E la riforma del 2012, invece di velocizzare i tribunali, li ha rallentati.

Il problema non ha colpito tutti allo stesso modo. Le banche nelle zone dove i tribunali funzionavano meglio prima della riforma hanno sofferto di più. Qui, i tempi per risolvere i casi sono aumentati in modo significativo, fino a 39 giorni in più per ogni procedimento. È come se i tribunali, abituati a lavorare bene con poche risorse, si sono ritrovati sopraffatti dall’arrivo di nuovi casi e personale da gestire, senza abbastanza spazio o impiegati per far fronte al carico extra. Per le banche di queste aree, il risultato è stato un accumulo maggiore di prestiti a rischio rispetto a quelle in zona con tribunali meno efficienti già in partenza.

La Oxford University ha analizzato i dati di quasi 730 banche italiane tra il 2011 e il 2017 e confronta le aree toccate dalla riforma con quelle lasciate invariate: è emerso che l’effetto non è stato immediato: nel 2012, anno della riforma, i cambiamenti erano ancora minimi; ma, dal 2013 in poi, il peso dei crediti deteriorati è cresciuto anno dopo anno, arrivando al massimo nel 2017, con un aumento fino a 6,6 punti percentuali in alcune zone.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

E le banche cooperative, quelle più legate al territorio? Se pensavamo di cavarsela meglio, grazie ai rapporti di fiducia con i clienti locali, che potrebbero scoraggiare i debitori dal non pagare. In effetti, nelle aree con più banche cooperative l’aumento dei crediti in sofferenza è stato un po’ più contenuto (2,6% contro 3,9% altrove), ma la differenza non è abbastanza marcata per dire che queste banche siano state davvero “protette” dalla riforma. Curiosamente, l’impatto non cambia molto da Nord a Sud. Nonostante le differenze tra le regioni italiane – con il Nord spesso più ricco e organizzato rispetto al Sud – i crediti deteriorati sono aumentati ovunque allo stesso modo nelle zone colpite dalla riforma. Ciò suggerisce che il rallentamento dei tribunali ha avuto un effetto uniforme, indipendentemente dalle condizioni economiche locali.

Dopo la pandemia di Covid-19, molte imprese italiane hanno accumulato debiti, spesso con il sostegno di prestiti garantiti dallo Stato. Se i tribunali restano lenti, le banche potrebbero trovarsi di nuovo con montagne di credito a rischio, proprio come dopo la crisi del 2008. La riforma del 2012, pensata per aiutare, sembra aver insegnato una lezione: cambiare il sistema giudiziario senza lavorare bene le risorse può avere conseguenze serie, non solo per i tribunali, ma anche per l’economia. Per tenere in salute le banche e sostenere la ripresa, l’Italia deve investire in una giustizia più rapida ed efficiente. Altrimenti, il peso dei prestiti non pagati corre il rischio di diventare un macigno per tutti.

Ufficio Stampa Unimpresa
Latest posts by Ufficio Stampa Unimpresa (see all)



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!