VIDEO | Con dieci assemblee in dieci diverse località cosentine, l’organizzazione ha invocato risposte prima che sia tardi. L’appello all’Assessorato della Regione Calabria
Dieci assemblee nello stesso giorno, alla stessa ora, in dieci località diverse della provincia. È il modello scelto da Coldiretti per avvicinarsi concretamente alle aziende agricole del territorio, ascoltare i soci, raccogliere proposte e condividere obiettivi. Un evento pensato non per comunicare dall’alto, ma per costruire insieme una visione più partecipata. Si è tenuto ieri l’incontro “Insieme per l’ascolto”, iniziativa che ha dato voce al tessuto produttivo locale. Dieci assemblee contemporanee, collegate da una regia centrale, per rendere ogni sede parte attiva di una comunità ampia e coesa. Durante gli incontri è stata sottolineata una richiesta prioritaria: Coldiretti Calabria ha sollecitato formalmente l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria affinché venga approvata una delibera di giunta che recepisca il decreto ministeriale sulla siccità.
Tale provvedimento è necessario per dare una base giuridica alle domande di sostegno presentate dalle aziende colpite dagli eventi siccitosi del 2024. La mancanza di una delibera regionale ha finora impedito l’avvio delle istruttorie. L’intervento richiesto permetterebbe invece di attivare concretamente le misure previste, garantendo risposte certe a chi ha subito danni. La sollecitazione nasce proprio dal confronto con i territori, dove è emersa con forza la necessità di accelerare su questo fronte. Ma è emerso anche altro: ritardi nei pagamenti della PAC, penalizzazioni ingiustificate e un settore zootecnico che rischia il blocco. A parlare è Antonino Fonsi, presidente della sede Coldiretti di Corigliano Rossano: «Le trattative sono numerose – spiega – perché ogni ufficio ha sollevato le tre domande consuete, tra cui il nodo centrale è stato quello dei pagamenti PAC».
«Le pratiche sono bloccate – prosegue Fonsi – a causa degli effetti della siccità che ha colpito duramente il nostro territorio nel 2024. È stato riconosciuto un decreto ministeriale, ma tanti agricoltori non hanno potuto seminare, né effettuare la potatura degli olivi. Di conseguenza, il satellite non ha rilevato la presenza delle colture inserite nelle domande, e sono scattate le penalità». Il presidente della sede Coldiretti di Rossano mette in luce una dinamica che colpisce soprattutto le aziende agricole più piccole e meno attrezzate. «Queste penalità sono ingiuste – sottolinea – perché derivano da cause di forza maggiore, non da errori degli agricoltori. È necessario che venga rivisto il metodo di controllo per non punire chi ha già subito danni economici».
Oltre al problema legato alla PAC, è la zootecnia a preoccupare. «I costi di produzione sono raddoppiati – denuncia Fonsi – e mancano canali di sbocco commerciale. Per questo motivo bisogna investire concretamente sul lavoro delle cooperative locali, che rappresentano l’unica possibilità reale di chiudere la filiera in Calabria». Secondo Coldiretti Rossano, il futuro della zootecnia dipende dalla capacità di garantire il conferimento e l’ingrasso dei vitelli all’interno del territorio regionale. «Bisogna permettere che le cooperative lavorino a pieno regime – conclude Fonsi – così da valorizzare la produzione locale e rafforzare la commercializzazione diretta».
«Senza agricoltura sparisce il reddito di intere famiglie»
Il consigliere della sede Coldiretti di Rossano, Ranieri Filippelli, ha sintetizzato con chiarezza le preoccupazioni di chi lavora la terra: «Parliamo di cambiamenti climatici, di colture che scompaiono per mancanza di convenienza economica. Quest’anno, ad esempio, quasi nessuno ha seminato grano dopo i prezzi disastrosi dell’anno scorso». La denuncia è netta: «Serve una valutazione globale, dalle anomalie climatiche alle carenze idriche, fino alla totale assenza di olio nella nostra zona nella scorsa stagione. Il tutto mentre le imprese agricole sopravvivono a fatica, strette tra costi in aumento e ricavi in calo».
Filippelli non usa mezzi termini: «Troppe problematiche insieme stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese. Parliamo di un disagio non solo economico, ma strutturale». In questo quadro complesso, il ruolo delle assemblee diventa centrale: «Questi incontri devono generare una piattaforma di rivendicazione concreta, utile a fornire risposte vere alle imprese». Le differenze climatiche interne alla provincia di Cosenza aggravano la situazione. «La fascia ionica è la più siccitosa – spiega Filippelli – mentre la zona tirrenica riceve più piogge. Ma quando la siccità è prolungata, perfino la Sila ne risente: l’anno scorso le patate rischiavano di non essere irrigate per via dei bacini idrici a secco». Alla politica regionale, nazionale e locale, Filippelli lancia un appello: «Ci stiamo confrontando con i nostri rappresentanti regionali per portare avanti le rivendicazioni. La nuova PAC dovrà essere rimodulata, tenendo conto dell’ambiente ma anche della sopravvivenza dei territori. Altrimenti molte aziende non ce la faranno». Infine, un passaggio sull’occupazione: «Nonostante tutto, l’agricoltura resta il settore che garantisce lavoro legale e trasparente. Dalla raccolta alla potatura, sono tante le persone impiegate. In queste aree, dove il commercio langue e l’industria è assente, è solo grazie all’agricoltura se c’è ancora reddito per molte famiglie». L’obiettivo, ora, è costruire una proposta forte, partendo dalle assemblee territoriali, per arrivare con voce unica ai tavoli istituzionali. Il tempo, però, stringe.
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