ANCONA – «C’è da correre, su tutti i progetti. Agli uffici l’ho detto: guardate che ormai mancano 11 mesi, è il rush finale». Assume i toni del motivatore l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Tombolini. L’allenatore che deve guidare i suoi atleti verso il traguardo, che in questa maratona assume le sembianze di una pagina di calendario. Quella di marzo 2026, periodo entro cui il Piano nazionale di Ripresa e resilienza impone che vengano conclusi tutti i cantieri finanziati con questo strumento. Anche quelli dell’edilizia scolastica.
I progetti
Sei quelli attivi e che hanno come soggetto attuatore il Comune di Ancona, tutte costruzioni: quattro asili e due mense. Nel complesso, 8,7 milioni di finanziamenti Pnrr cui sommare altri 2,5 milioni di cofinanziamento di Palazzo del Popolo. Tutte opere, in un modo o nell’altro, funestate da una lunga serie di criticità progettuali che hanno fatto sì che quella verso marzo 2026 diventasse una corsa matta e disperatissima per non perdere i finanziamenti ricevuti. Sia chiaro, il livello non è quello del nuovo liceo Benincasa, dove la Provincia ha perso 10 milioni di euro perché non è riuscita ad avviare i lavori, ma anche tra gli interventi condotti dagli uffici comunali ce n’è più d’uno con l’acqua alla gola. Come per il Benincasa, ed è qui che le storie si avvicinano. La colpa è (quasi) tutta di defiance progettuali. «Noi cerchiamo di controllare ma gli strumenti per mettere in riga imprese e progettisti sono quelli che sono» si sfoga Tombolini. Cause e risoluzioni di contratti, infatti, sarebbero un problema ancora più grosso di quelli creati dalle inadempienze. A partire dal nuovo asilo nido Sabin di via Camerano, dove l’avanzamento lavori si assesta al 36,5%. «Il cantiere è rimasto fermo per alcune settimane a causa di alcuni problemi con le quote di imposta delle fondazioni» spiega Tombolini. In altre parole, chi ha redatto il progetto ha sbagliato la quota di costruzione delle fondamenta ma ci si è accorti di questo particolare soltanto sul cantiere, all’atto della demolizione della vecchia scuola dell’infanzia. I lavori si sono quindi dovuti fermare in attesa di una variante progettuale, arrivata a fine 2024. Ora sono ripresi. Stesso problema e stesso iter per il nuovo nido Alba Serena, in via Misa, solo che l’ultimo aggiornamento sull’avanzamento dei lavori si ferma al 20%.
I problemi
Il progresso sale al 23% nel caso del nuovo polo dell’infanzia Tombari, alle Palombare. «È stato necessario costruire una paratia che non era originariamente prevista ma adesso siamo ripartiti» rendiconta l’assessore. Il cantiere, poi, è cominciato molto in ritardo perché l’impresa è stata costretta a realizzare in via preventiva un bypass per evitare la chiusura di un percorso verde che corre intorno al campo sportivo Italico Conti, nelle immediate vicinanze del cantiere del nuovo plesso. Fatti questi lavori, l’alluvione dello scorso settembre e un successivo smottamento hanno costretto a un ulteriore stop. Tutto risolto, pare. È al 17% il nido Agrodolce di Collemarino, da demolire e ricostruire. Il problema, in questi caso, riguarda i cumuli di terra derivanti dai lavori di scavo per le fondazioni. «Non sappiamo dove mettere il materiale, l’Anas ha prenotato tutte le cave dei dintorni per i lavori delle gallerie (del raddoppio della SS16, ndr)» motiva l’assessore. Le opere procedono ma un po’ ingolfate. Delle mense, invece, non c’è molto da dire. Quella delle Ungaretti, a Candia, è al 60% ma sono lavori da 380mila euro. Più indietro la nuova mensa delle Leopardi di via Veneto. È solo al 17%: i lavori sono partiti in ritardo perché prima sono stati necessari dei lavori ulteriori su un muro di sostegno. Ma è solo l’ultimo grano del già lunghissimo rosario degli imprevisti legati ai cantieri dell’edilizia scolastica Pnrr.
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