dazi? Bazooka sul tavolo ma vogliamo evitarlo


Rally in Europa per le Borse, +3%

L’avvio in rialzo di Wall Street sostiene il rimbalzo degli indici in Europa che ora guadagnano oltre il 3%, cercando di recuperare dopo quattro giorni di panico.

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Londra guadagna il 3,48%, Parigi il 3,36%, Francoforte il 2,9%, Madrid il 3,04% e Milano il 3,2 per cento. Sul listino di Piazza Affari si evidenzia il calo di controcorrente di Eni (-0,12%) mentre sugli scudi, insieme ai titoli della difesa in Europa, ci sono Leonardo (+8,3%) e Fincantieri (+7,8%). 

Wall Street positiva dopo giorni di agitazione, Dj +3,59%

Wall Street apre positiva dopo giorni di agitazione dei mercati dovuta ai dazi di Donald Trump. Il Dow Jones avanza del 3,59% a 39.330,16 punti, il Nasdaq guadagna il 3,72% a 16.183,39 punti e lo S&P 500 sale del 3,36% a 5.223,43 punti.

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I dazi Ue in tre fasi: 15 aprile, 16 maggio e 1 dicembre

I controdazi dell’Ue per rispondere all’offensiva commerciale di Donald Trump scatteranno in tre fasi: il 15 aprile, il 16 maggio e il primo dicembre. È quanto si legge nella bozza del documento – visionato dall’ANSA – che sarà al voto domani dai Paesi membri in sede di comitato tecnico in seno alla Commissione europea (in gergo, comitatologia). A seguito del voto dei Ventisette, Bruxelles notificherà entro il 15 aprile la decisione al Consiglio per gli scambi di merci dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto).

Trump: Cina vuole l’accordo sui dazi, aspetto una chiamata

«La Cina vuole l’accordo sui dazi ma non sa come farlo partire. Aspetto la loro telefonata». Lo ha detto Donald Trump su Truth dopo aver annunciato di aver parlato con il presidente eletto della Corea del Sud. 

Milano accelera (+2,3%) in attesa di Wall Street

 Piazza Affari accelera in attesa dell’avvio degli scambi Usa. L’indice Ftse Mib guadagna il 2,3% a 33.610 punti spinto da Leonardo (+7,98%%), Unipol (+6,37%), Mediolanum (+5,78%), Azimut (+4,89%) e Fineco (+4,69%). Rialzi anche per Buzzi (+4,44%), Saipem (+3,49%), Nexi (+3,41%), Moncler (+3,2%) e Generali (+3,07%), mentre cedono solo Stellantis (-1%) con la produzione in calo di quasi il 65% a Melfi nel 1/o trimestre secondo i sindacati ed Eni (-0,18%) , frenata dal greggio sui minimi da dicembre del 2021.

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Ue: sui dazi il bazooka è sul tavolo, ma vogliamo evitarlo

 «Sia chiaro, il bazooka è ancora sul tavolo, ma speriamo di non doverlo usare, agli Usa diciamo che vogliamo parlare». Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea a proposito dello strumento di anti coercizione economica, che darebbe all’Ue un ventaglio più ampio e rapido di misure di risposta ai dazi di Donald Trump (e per questo viene anche soprannominato l’opzione nucleare). In generale, la Commissione ha indicato che illustrerà agli Stati membri la possibile risposta ai «dazi reciproci» Usa «la prossima settimana».

Urso, ‘a Ue chiederemo misura shock su regole green deal

«L’Unione europea deve liberare la forza creativa delle imprese soffocata dal sistema regolatorio: chiederemo all’Ue una misura shock anche per sospendere alcune delle regole folli del ‘green deal’ che ha condannato alla decadenza il sistema delle imprese». Lo afferma il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. «L’Italia presenterà le sue proposte e per quanto si possa anche a livello bilaterale, cosa che tutti chiedono non a caso alla presidente del Consiglio Meloni di svolgere un ruolo di ponte, che non deve mai mancare soprattutto nei momenti più difficili», aggiunge Urso all’inaugurazione del Salone del Mobile.

Borsa: Milano in altalena con le banche, Ftse Mib torna in positivo (+0,8%)

La Borsa di Milano torna in positivo in una seduta estremamente volatile. Dopo aver toccato +2% in apertura, il Ftse Mib ha virato al ribasso per poi rialzarsi sopra un punto percentuale. Al momento guadagna lo 0,75%. A condizionare i movimenti del listino milanese sono soprattutto le banche su cui prevale l’incertezza. Partiti con un deciso rialzo, i titoli hanno rallentato il passo con Bper e Popolare di Sondrio che galleggiano intorno alla parità. Ritrovano slancio invece Unicredit e Intesa Sanpaolo con guadagni vicini a un punto (+0,9%). Nel resto d’Europa, rialzi più consistenti per Parigi (+1,45%) e Francoforte (+1,55%).

Frecce tricolori e Red arrows sorvolano Quirinale

Nella terrazza del Quirinale, cosiddetta delle Statue, re Carlo III la regina Camilla del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la figlia, Laura, hanno assistito al passaggio della Pattuglia acrobatica nazionale e delle Red arrows, Pattuglia della Royal air force (Raf).

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L’Europa rialza la testa, ma rallenta Milano (+0,27%)

Rialzano la testa le borse europee dopo 4 sedute di panico, con oltre 1.900 miliardi di valore andati in fumo a causa della guerra commerciale scatenata dal presidente Usa Donald Trump. La migliore è Francoforte (+1,2%), seguita da Parigi e Londra (+1,1% entrambe) e Milano (+0,27%), che lima il rialzo con le banche, mentre Madrid si porta in territorio negativo (-0,31%). Positivi i future Usa. Atteso nella mattinata l’intervento del vicepresidente della Bce Luis De Guindos, che potrebbe aprire a nuovi tagli dei tassi. Scende a 122,1 punti lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in ribasso di 6,2 punti al 3,8% e quello tedesco di 2,9 punti al 2,58%. Debole il dollaro a 0,91 euro e 0,78 sterline mentre il greggio appare poco mosso (+0,23% a 60,84 dollari al barile) e scivola il gas naturale (-1,47% a 36,46 euro al MWh). Debole l’oro (-0,94%). Positivi i titoli della difesa da Saab (+5,81%) a Rolls-Royce (+4,69%), Rheinmetall (+4,42%) e Leonardo (+3,66%). In luce anche i produttori di semiconduttori Asml (+3,96%), Be (+2,93%) ed Stm (+1,49%). Girano in negativo le banche in Piazza Affari dopo un avvio brillante. Unicredit si porta in parità, Intesa cede lo 0,12%, Mps lo 0,25%, Bper lo 0,65% e Popolare Sondrio l’1,22%. Tiene Banco Bpm (+0,3%). 

BTp: spread scende a 121 punti in apertura, rendimento 10 anni cala a 3,82%

Torna a restringersi lo spread tra BTp e Bund dopo la netta risalita della prima seduta settimanale. Il differenziale tra i rendimenti del decennale italiano e quello tedesco di riferimento nelle prime fasi scende a 121 punti base rispetto ai 126 dell’apertura di stamattina e della chiusura di ieri. Nel corso della sessione di ieri lo spread si era allargato anche oltre quota 131 punti. In flessione anche il rendimento per il BTp decennale benchmark che cala in avvio a 3,82% dal 3,85%.

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Wp, ‘Musk ha chiesto a Trump di revocare i dazi’

Nel fine settimana Elon Musk ha cercato personalmente di convincere Donald Trump a revocare i dazi, anche quelli sulla Cina. Ma il tentativo non ha finora avuto successo. E’ quanto scrive il Washington Post citando proprie fonti anonime. La rottura di Musk con Trump sulle tariffe, priorità dell’amministrazione americana, rappresenta il disaccordo più importante tra il presidente e uno dei suoi principali consiglieri. Tesla ha visto le vendite trimestrali crollare drasticamente a causa delle reazioni negative al suo ruolo di consigliere di Trump.Le sue azioni erano scambiate a 233,29 dollari, in calo di oltre il 42% da inizio anno. 

Ripartono le banche in Piazza Affari, Unicredit +2,5%, Mps +2%

Sono le banche a ridare smalto a Piazza Affari dopo una tempesta di 4 sedute a seguito dei dazi annunciati dal presidente Usa Donald Trump. Con l’indice Ftse Mib in rialzo dell’1,75% a 33.428 punti, Unicredit guadagna il 2,5%, Mps il 2,2%, Popolare Sondrio l’1,88%, Bper l’1,54%, Banco Bpm l’1,42% e Intesa l’1,32% 

Europa positiva in apertura, Parigi, 1,57%

Borse europee positive in apertura dopo 4 sedute di grandi turbolenze. Parigi guadagna l’1,57% a 7.036 punti, Francoforte l’1,26% a 20.039 punti), Londra l’1,18% a 7.792 punti e Madrid l’1% a 11.913 punti.

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Milano apre in positivo (+1,54%)

Apertura in rialzo per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib guadagna l’1,54% a 33.361 punti. 

Cina a Trump: misure forti a tutela nostri interessi

Se gli Usa dovessero ignorare «gli interessi di entrambi i Paesi e della comunità internazionale e insistere nell’iniziare una guerra tariffaria o commerciale, la Cina combatterà fino alla fine». Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, sulla minaccia del presidente americano Donald Trump di imporre dazi aggiuntivi del 50% nel caso la Cina non abbandoni le sue contromisure, ha assicurato che «i nostri legittimi diritti non consentono privazioni. La sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina non consentono violazioni. Adotteremo misure risolute e forti a tutela dei nostri diritti e interessi legittimi».

Tokyo, chiusura in netto rialzo, +6,03%

La Borsa di Tokyo tenta un recupero dopo la terza flessione giornaliera di sempre registrata ieri, con gli investitori che si mostrano ottimisti su un imminente negoziato tra Tokyo e Washington per attenuare l’impatto dei dazi voluti dall’amministrazione Trump. Il listino di riferimento Nikkei segna un progresso del 6,03% a quota 33.012.58, e un guadagno di 1.876 punti. Sul fronte dei cambi lo yen si svaluta sul dollaro, a 147,50, e sull’euro a 161,80. 

 

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Segretario Tesoro Usa, ‘Trump pronto a negoziare sui dazi’

 Il Segretario del Tesoro Scott Bessent, che insieme a Jamieson Greer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, è stato incaricato delle negoziazioni sui dazi con il Giappone, ha dichiarato che Donald Trump è pronto a negoziare. Lo riporta il New York Times. Bessent ha detto di aver suggerito ai Paesi colpiti di «mantenere la calma. E, a un certo punto, il presidente Trump sarà pronto a negoziare». I commenti contraddicono un’intervista di questa mattina di Peter Navarro, consigliere commerciale della Casa Bianca, che ha detto che non ci sarebbero state negoziazioni.

L’apertura dei mercati asiatici, il punto alle 6

La Borsa di Tokyo guida gli sforzi di rimbalzo delle Borse asiatiche, all’indomani dello tsunami abbattutosi sui listini con i dazi globali di Donald Trump e i timori di recessione, mentre i listini di Taiwan (-4,74%) e Singapore (-1,46%) mostrano forti segnali di debolezza. L’indice Nikkei, a dispetto delle nuove tensioni tariffarie Usa-Cina, balza del 6,16%, quasi azzerando il tonfo del 7,8% della vigilia, registrando di gran lunga il miglior risultato della regione, grazie alla designazione del segretario al Tesoro Scott Bessent e del rappresentante al Commercio Jamieson Greer a capo dei negoziati commerciali con Tokyo. La maggior parte dei mercati asiatici è in ripresa dopo la sessione volatile e contrastata delle Borse Usa, dato che Trump ha tenuto gli investitori in bilico con commenti contrastanti sui dazi. Anche i leader della Corporate America hanno iniziato a manifestare perplessità sull’azione del tycoon per i danni all’economia e ai mercati finanziari: Larry Fink, il capo di BlackRock, ha ad esempio detto che la maggior parte dei ceo con cui parla pensa che gli Usa siano in recessione. Tuttavia, Trump ha minacciato la Cina di ulteriori dazi del 50% se Pechino non ritirerà le tariffe del 34% di ritorsione sugli Stati Uniti. Il Dragone ha replicato oggi che non accetterà mai la «natura ricattatoria» americana. Shanghai e Shenzhen salgono, rispettivamente, dello 0,68% e dello 0,20%, mentre Hong Kong guadagna l’1,92% dopo il catastrofico -13,22% della vigilia, il peggior tracollo dalla crisi delle tigri asiatiche del 1997. I listini cinesi beneficiano dell’esplicito sostegno della Banca centrale (Pboc) agli acquisti del fondo sovrano Central Huijin, con il ruolo di stabilizzatore nel mercato dei capiti. L’indice Kospi di Seul sale dell’1,6%, quello di Sydney dell’1,7%. Lo Straits Times Index (Sti) di Singapore è negativo dopo l’iniziale rialzo dello 0,6%. E’ ancora notte fonda per il benchmark di Taiwan: -4,74%, dopo il -9,7% della vigilia (il peggior calo di sempre) malgrado la stretta sulla vendite allo scoperto e il sostegno di Banca centrale e di governo alla stabilità dei mercati. Brusco il ritorno agli scambi per tre Borse del sudest asiatico dopo una lunga pausa festiva: il Jakarta Composite è precipitato del 9,19% in avvio, causando lo stop delle contrattazioni di circa mezz’ora. I listini vietnamiti cedono intorno al 5% con i dazi al 46% decisi da Trump. Il Paese vanta il terzo surplus commerciale con gli Usa dopo Cina e Messico: il leader To Lam ha chiesto al tycoon di rinviare i dazi di almeno 45 giorni. A Bangkok, infine, la Borsa cede più del 4%.

 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Cosa è successo ieri

Il calvario delle borse mondiali sembra non aver fine. Anche se le perdite non sono minimamente paragonabili a quelle registrate durante quel famigerato 19 ottobre 1987 (quando il solo Dow Jones arrivò a precipitare del 22,6%), per i listini delle due sponde dell’Atlantico (e non solo), quello di ieri è stato un autentico «Lunedì nero».

 

 

Borsa di Singapore crolla del 8,5%, mai così male dal 2008

Lo Straits Times Index (Sti) della Borsa di Singapore ha subito un marcato ribasso oggi, con un calo intraday dell’8,5% all’apertura delle contrattazioni. Si tratta della maggiore perdita registrata dall’indice blue-chip di riferimento dallo storico -8,9% del 24 ottobre 2008, durante la crisi finanziaria globale. Innescato dai timori di una potenziale recessione globale alimentati dalle politiche tariffarie del presidente statunitense Donald Trump, il calo odierno supera anche la contrazione dell’8,4% osservata durante la svendita dei mercati causata dalla pandemia di Covid-19 del 23 marzo 2020.

La Borsa indonesiana sospesa dopo il crollo del 9,19%

Le azioni indonesiane sono crollate di oltre il 9% all’avvio delle negoziazioni dopo una lunga pausa per festività pubbliche, innescando la sospensione degli scambi a causa dell’incertezza sulle politiche tariffarie globali del presidente americano Donald Trump. L’indice Jakarta Composite è sceso del 9,19%, a 5.912,06 punti, quando la Borsa della più grande economia del sudest asiatico ha riaperto dopo lo stop festivo iniziato il 28 marzo. Le contrattazioni sono state sospese per circa 30 minuti, ha riferito la società di gestione, prima della loro ripresa.

Borsa: Hong Kong tenta il rimbalzo, apre a +2,06%

 La Borsa di Hong Kong tenta il rimbalzo all’indomani del tracollo del 13,22%, la peggiore perdita dal 1997, e apre la seduta in territorio positivo a dispetto dei nuovi venti di guerra commerciale tra Cina e Usa e dei rischi di recessione globale: l’indice Hang Seng segna un guadagno del 2,06%, a 20.236,79 punti.

Cina, ‘non accetteremo ricatti Usa, lotta fino alla fine’

La Cina non accetterà mai la «natura ricattatoria» degli Stati Uniti e considera le ultime minacce di dazi avanzate dal presidente americano Donald Trump «un errore su un altro errore». Un portavoce del ministero del Commercio cinese, in una nota, assicura che se Washington vorrà continuare su questa strada allora Pechino «lotterà fino alla fine». Trump ha detto ieri che imporrà ulteriori tariffe del 50% se la Cina non ritirerà i suoi dazi del 34% di ritorsione contro gli Stati Uniti. 

Borsa di Tokyo inverte rotta e apre in rialzo, a +1,89%

Alle 2 la Borsa di Tokyo tenta un recupero dopo le pesanti flessioni dei giorni scorsi, con gli investitori che tornano sul mercato nella speranza di un negoziato per attenuare l’impatto dei dazi Usa. In apertura il listino di riferimento Nikkei segna un rialzo dell’1,89% a quota 31.725, con un guadagno di 589 punti. Sul fronte dei cambi lo yen torna a perdere quota, sul dollaro a 147,60 e sull’euro a 161,20. 

 





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