Talent shortage: cresce dal 45 al 48% la difficoltà di reperire personale


L’intelligenza artificiale è utilizzata in media dall’11,4 delle imprese, ma è grande il divario tra le grandi aziende e le micro imprese. Nel quadro del Talent shortage, le figure più cercate sono gli ingegneri dell’informazione

Oggi diventa sempre più difficile da parte delle imprese che intendono assumere – nella cornice del Talent shortage – reperire le figure professionali richieste. Guardiamo nel caso specifico la regione del Veneto: il dato sulla “difficoltà di reperimento” è infatti aumentato dal 50% del 2023 al 51% del 2024, secondo i dati dell’indagine Excelsior 2024 presentati in anteprima alla Talent Week di Padova, che si è aperta oggi lunedì 7 aprile con un incontro dal titolo “Intelligenza artificiale: nuovi scenari per il lavoro” presso la Camera di Commercio di Padova, a cui ha partecipato un folto gruppo di studenti delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Padova.

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Il Nordest d’Italia si riunisce per contrastare il “talent shortage”

Francesco Berni, comunicatore del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere che monitora tutte le imprese iscritte ai Registri delle Camere di Commercio, ha esposto dati aggiornati, in dialogo con il divulgatore Rudy Bandiera, inaugurando così l’evento che fino a sabato 12 aprile farà incontrare le nuove generazioni, con i loro valori e le loro aspettative di studio e carriera, con i protagonisti più innovativi del tessuto economico locale, in un’azione di sistema che tiene unite università e istituzioni di tutto il Nordest per contrastare il “talent shortage”, la carenza di manodopera qualificata. Il progetto è promosso da Regione del Veneto e Camera di Commercio di Padova, con il contributo di Fondazione Cariparo e il patrocinio di Comune di Padova, Unioncamere, Unioncamere Veneto e Università di Padova, con il supporto organizzativo di Venicepromex.

 

Talent shortage: dati a livello nazionale, veneto e padovano

A livello nazionale, secondo i dati Excelsior, la difficoltà di reperimento di Talent shortage è cresciuta dal 45% al 48%, e sono aumentati anche la quota di imprese che assumono sul totale di imprese con dipendenti, passata dal 62% del 2023 al 63% del 2024, e il numero di assunzioni previste (da 5 milioni 509 mila a 5 milioni 516 mila). La quota di giovani assunti è invece scesa dal 30% al 29%. La difficoltà di reperimento è dovuta a mancanza di candidati (48%) e a preparazione inadeguata (13%), mentre le altre motivazioni pesano per il restante 4%.

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In Veneto le nuove assunzioni previste nel 2024 erano 503mila, in calo rispetto alle 526mila dell’anno precedente, mentre è al contempo aumentata dal 63% al 65% la quota di imprese che hanno assunto, ed è calata la quota di giovani (sotto i 30 anni di età) assunti, passando dal 31% al 30%. Le figure più difficili da reperire in Veneto sono quelle che richiedono un’istruzione terziaria (università, accademie e altri percorsi post-diploma), con il 59% dei casi, mentre per i posti di lavoro per persone con istruzione secondaria o completato la scuola dell’obbligo il tasso di difficoltà nel reperimento scende al 53%.

Concentrandosi sui dati Excelsior relativi alla provincia di Padova, le tendenze riscontrate a livello nazionale e regionale mostrano una polarizzazione ancora più accentuata nel Talent shortage: tra 2023 e 2024 calano le entrate previste (da 87mila a 85mila), aumentano le imprese che assumono (dal 61% al 63%), si assumono meno giovani (dal 32% al 31%) e aumenta la difficoltà di reperimento (dal 51% al 54%).

 

Le figure con competenze digitali più difficili da trovare

Berni ha poi esposto la situazione della domanda di competenze digitali nelle aziende italiane. La ricerca ha preso in considerazione le figure professionali più difficili da reperire quando le imprese

ricercano con un elevato grado di importanza competenze digitali, come l’uso di tecnologie internet, capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale.

Le prime 12 figure più difficili da reperire sono gli ingegneri dell’informazione (l’86% delle posizioni aperte faticano a trovare candidati all’altezza), seguiti da matematici, statistici e analisti dei dati (quota di difficoltà di reperimento: 76%), tecnici delle costruzioni civili (74,2%), analisti e progettisti di software (68,7%), tecnici programmatori (68,7%), disegnatori industriali (66,9%), tecnici elettronici (66%), tecnici esperti in applicazioni (65,4%), progettisti e amministratori di sistemi (63,7%), manutentori e riparatori di apparati elettronici industriali e di misura (63,1%), ingegneri industriali e gestionali (59,3%) e ingegneri energetici e meccanici (56,5%).

 

Intelligenza artificiale in azienda

In Italia l’11,4% delle imprese nel 2024 ha utilizzato sistemi di intelligenza artificiale, sempre secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior, ma il tasso di adozione è direttamente proporzionale alle dimensioni aziendali. Nelle grandi imprese (con 500 e più dipendenti) l’AI è molto più diffusa, ed è usata nel 35,2% dei casi, mentre nelle medio-grandi (250-499 dipendenti) il tasso di utilizzo è pari al 22,6%, nelle medie (50-249 dipendenti) è al 17,3%, nelle piccole (10-49 dipendenti) al 12,6% e nelle micro imprese (1-9 dipendenti) si ferma al 9,8%.

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Tra le industrie, il settore in cui è più diffusa l’intelligenza artificiale è quello chimico, farmaceutico e petrolifero con un tasso di adozione del 16,3%, seguito dalle public utilities (energia, gas, acqua, ambiente) al 14,2% e dalle industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali (14%). Nel mondo dei servizi, massima adozione nei servizi informatici e delle telecomunicazioni (33,4%), seguiti dai servizi finanziari e assicurativi (24,7%) e dai servizi dei media e della comunicazione (19,5%). Guardando alla ripartizione territoriale delle imprese che utilizzano l’AI, la media nazionale dell’11,4% si traduce in un traino di Nord-Ovest e Sud e Isole (11,7% di adozione), seguiti dal Nord-Est allineato al dato nazionale, per finire con il Centro al 10,6%.

 

Volontariato e impresa

La mattinata di apertura della Talent Week ha visto un altro evento, dedicato al rapporto tra impresa e volontariato. Un gruppo di studenti universitari ha infatti visitato le Cucine economiche popolari, opera della diocesi di Padova, istituzione del volontariato padovano e, da qualche tempo, punto di riferimento per la formazione esperienziale per le aziende.

Le prime due ore, affidate a un operatore delle Cep precedentemente formato da un trainer aziendale, sono dedicate al tema della gestione del conflitto, per ricercare insieme un modo per viverlo senza subirlo o mettere in atto azioni aggressive. Successivamente i lavoratori vengono coinvolti nell’attività di servizio durante l’orario del pranzo, insieme agli operatori e agli altri volontari delle cucine. L’esperienza si conclude con un momento dedicato alla riflessione, per chiedersi in che modo quanto vissuto può diventare prezioso anche nel proprio quotidiano lavorativo, in particolare per quanto riguarda il tema della gestione del conflitto.

Lo scorso dicembre 41 dipendenti della Camera di Commercio di Padova hanno fatto questa esperienza in prima persona. Le ore di volontariato sono riconosciute a tutti gli effetti come ore di servizio lavorativo: l’esperienza ha un alto valore formativo perché allena le persone a misurarsi con un contesto di servizio ai più fragili, fuori dalla zona di comfort, sviluppando nuove competenze.

«Il nodo del gap fra domanda e offerta di lavoro si fa sentire in modo forte anche nel nostro territorio – dichiara Antonio Santocono, Presidente della Camera di Commercio di PadovaUn problema legato al trend demografico, destinato ad acuirsi nei prossimi anni, ma anche al forte disallineamento fra domanda e offerta di competenze. Proprio per queste ragioni come Camera di Commercio abbiamo attivato da tempo numerose progettualità nell’ambito dell’orientamento per i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, mentre il nuovo progetto Talent week nasce dalla sfida di mettere in connessione i migliori talenti delle università del Nord Est con il territorio e le sue imprese».

 

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Il programma di martedì 8 aprile

La seconda giornata di Talent Week riparte la mattina dalla sede di SMACT Competence Center con “The Future of Work”, un confronto tra esperti accademici, consulenti e aziende, a partire dai dati Excelsior sulle esigenze del mondo imprenditoriale del Nordest e dalle proposte dei giovani emerse nel giorno precedente. Alle 10 Francesco Berni (Unioncamere) dialogherà con il divulgatore Rudy Bandiera sul tema delle figure lavorative mancanti per le imprese.

Alle 10.45 Laura Sposato (founder e CEO Joule), Gioele Romano (Learning & Transformation Leader) e Carlos Veloso dos Santos (direttore generale Amorim Cork Italia) si confrontano su quali leve le aziende possono utilizzare per essere attrattive e come costruire percorsi di coinvolgimento e crescita condivisa. Alle 11.30 si discuterà di come l’attrattività passi anche dai territori e dai sistemi di formazione, con l’assessora alla Smart City del Comune di Padova Margherita Cera, il professore dell’Università di Padova Paolo Gubitta e Stefano Ziroldo, direttore generale ITS Digital Academy Mario Volpato. Iscrizioni aperte a questo link.

Alle 17.30 al Caffè Pedrocchi va in scena Spritz&Pitch, in cui gli spin-off dell’Università di Padova si presentano, con un focus sui valori della Gen Z, e a seguire speed date e aperitivo di networking.

 



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