Consind, Ferraioli: “Ente in dissesto e con un fatturato decrescente. Si faccia qualcosa di concreto”


Alla presenza del Consiglio Generale di Confindustria Ascoli Piceno organizzato venerdì pomeriggio presso la GEM Elettronica Srl di San Benedetto del Tronto, il Presidente, Simone Ferraioli, ha voluto portare all’attenzione della governance alcuni importanti risultati raggiunti in questo primo trimestre 2025: dall’ormai avvenuto avviamento di CNext Piceno, l’acceleratore di impresa che si insedierà in area Ex-Carbon e che già può contare su una sede provvisoria presso Palazzo Bazzani ad Ascoli Piceno concessa dalla Fondazione Carisap, alle ottime performance raggiunte in ambito education, con i percorsi di formazione ITS, le attività si orientamento condotte con le scuole, sia nelle aziende (PMI DAY) che nelle aule. Un palinsesto che ha visto importanti riflessioni sulle potenzialità da sfruttare per lo sviluppo del territorio (riconoscimento IGP per le olive all’Ascolana, percorsi di quotazione in borsa) e degli investimenti in infrastrutture strategiche per il territorio come quella del porto. Tuttavia, il punto più sentito dalla platea degli oltre 50 imprenditori presenti, è stata la discussione circa l’annosa e ancora aperta battaglia per l’ormai insostenibile situazione del Piceno Consind. Un appello quello di Ferraioli a cui hanno risposto anche numerose autorità invitate (presenti in qualità di ospiti, l’On. Lucia Albano e i Sindaci di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo, Monteprandone, Sergio Loggi, Comunanza, Domenico Sacconi, Acquaviva Picena, Sante Infriccioli, Daniel Matricardi, Montalto delle Marche, nonché il Comandante dei Carabinieri, Col. Domenico Barone).

Ferraioli ripercorre gli ultimi due anni di vicissitudini che hanno coinvolto anche diverse aziende associate, alcune di queste in giudizio per il riconoscimento dei propri diritti nei confronti del Consind.

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“A seguito della lettera inviata alla Regione Marche circa l’insostenibilità della situazione ormai divenuta paradossale, nonostante la certificazione di tale gravità annoverata anche da uno studio commissionato dal Comune di Ascoli Piceno e condotto dalla UNIVPM e nonostante le proteste pervenute da numerose imprese a seguito dei costi generati dal nuovo regolamento sulla manutenzione delle strade che aveva spinto lo stesso Comune di Monteprandone ad entrare nel merito delle migliorie che ne sarebbero dovute derivare, ma che, ad oggi, risultano praticamente inesistenti, ci viene risposto dalla Regione Marche che tecnicamente non ci sono gli estremi per procedere ad un commissariamento”.

“Tuttavia, non capiamo come non vi siano le condizioni tecniche per un intervento risolutivo nei confronti di un ente che vede oggi un dissesto così profondo ed un fatturato decrescente. L’invito a tutti i Comuni e tutti i Sindaci che sono di fatto i soci del Consorzio a riflettere sul fatto che il perseverare di questa situazione rischierà di generare sempre più gravi perdite nei bilanci comunali visto che, pare ormai appurato, gli stessi revisori dei conti pubblici stanno invitando le amministrazioni coinvolte ad accantonare importanti somme per un inevitabile ripianamento del debito accumulato. Somme quindi non destinabili a servizi e infrastrutture per aziende e cittadini”.

“Infine, non da meno – conclude Ferraioli – continuiamo a registrare la perdita di importanti investimenti da parte di aziende che preferiscono insediarsi altrove rispetto al nostro territorio con un evidente danno che si ripercuote su tutta la collettività e sul mondo del lavoro che, aldilà di tutto, continua ad aver un discreto dinamismo e che avrebbe la necessità – aimè pesantemente frenata – di avviare ulteriori spazi di lavoro e migliori servizi nelle nostre zone industriali”.

Dall’esito della riunione emerge ancora con decisione massima, la richiesta da parte di Confindustria Ascoli Piceno ad un’assunzione di responsabilità politica da parte del governo regionale sul Piceno Consind e alle conseguenti iniziative di commissariamento. Oltre all’auspicio che sul porto di San Benedetto possano essere autorizzati gli interventi proposti per uno strategico e fondamentale rilancio degli investimenti sulla città con ricaduta su tutta la provincia.

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