Smart South: modelli di innovazione urbana per cambiare il Mezzogiorno


Napoli si conferma protagonista del dibattito sulla trasformazione digitale e sostenibile delle città del Mezzogiorno. Le Gallerie d’Italia di via Toledo, un tempo cuore finanziario della città e oggi spazio dedicato all’arte e alla cultura, hanno ospitato la seconda tappa del roadshow 2025 di City Vision, ‘Smart South: territori capaci di trasformare’: istituzioni, aziende ed esperti riuniti per esplorare il ruolo strategico del Sud nella rivoluzione tecnologica e ambientale. Un’occasione per tracciare il futuro delle smart cities meridionali tra sfide strutturali, investimenti strategici e innovazione urbana.

“Il tema dello Smart South, che si sviluppa grazie all’interconnessione tra innovazione sociale, urbana e tecnologica, è a me molto caro. Perché ritengo che sia una chiave, forse la più vincente, per poter celebrare l’anima vivace e creativa del Sud, che pulsa di passione, genio e riscatto, che trasforma le difficoltà in opportunità, che non si arrende. Un Sud che non solo conserva la sua ricca storia e cultura, ma che guarda al futuro con occhi pieni di innovazione e speranza”, ha sottolineato Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente di Anci nel suo messaggio ai partecipanti.

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“Nel Mezzogiorno – commenta Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision – la transizione digitale e la spinta all’innovazione rappresentano una sfida cruciale, ma anche una leva strategica per ridurre il divario con il resto del Paese e liberare il potenziale di territori ricchi di cultura, talento e creatività. Investimenti in connettività, mobilità evoluta, efficienza energetica e digitalizzazione dei servizi pubblici stanno già contribuendo a ridisegnare il futuro di molte città del Sud e delle Isole, dimostrando che l’innovazione può diventare un motore di crescita stabile e duratura”.

Nuovi modelli d’innovazione per trasformare il territorio

Ad aprire la seconda tappa del roadshow di City Vision è stato il confronto sul palco tra il mondo delle pubbliche amministrazioni e imprese: nel primo panel si è parlato di come le città stiano cambiando volto grazie alla digitalizzazione e ai progetti di riqualificazione urbana. Dai piani per ridurre le barriere fisiche e sociali, come nel caso di Andria, ai progetti di inclusione e innovazione sociale portati avanti a Campobasso, fino alle strategie per sensibilizzare i cittadini sulle potenzialità delle smart cities, illustrate dal Comune di Napoli.

Il secondo panel, ‘Case delle Tecnologie Emergenti: un laboratorio d’innovazione per il Sud’, ha acceso i riflettori su questi hub, finanziati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dedicati alla sperimentazione e al trasferimento tecnologico. Le Case rappresentano un punto di raccordo tra startup, piccole e medie imprese, centri di ricerca e istituzioni, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di soluzioni intelligenti. Le esperienze delle CTE di Napoli, Campobasso, Matera, Bari, Taranto e Cagliari testimoniano come, anche nel Mezzogiorno, la pubblica amministrazione possa fungere da motore di innovazione aperta, capace di creare ecosistemi in cui la tecnologia diventa un driver di crescita e trasformazione per il territorio, anche attraverso la realizzazione di Smart Cities.

A chiudere la prima parte della giornata l’annuncio della partnership tra City Vision e Open Fiber. Silvia Celani, Head of Innovation di Open Fiber, ha sottolineato come il Mezzogiorno sia diventato il vero motore della digitalizzazione nel Paese: “Il Sud rappresenta per Open Fiber la locomotiva della digitalizzazione in Italia: in meno di 10 anni di attività siamo infatti riusciti a portare la fibra ottica ultraveloce nelle grandi città e soprattutto in tantissimi borghi del Mezzogiorno, raggiungendo a oggi circa 4 milioni di unità immobiliari. Non è quindi un caso che Bari sia ad esempio la città italiana con la maggiore copertura in tecnologia FTTH, ben il 98% di tutti gli edifici presenti sul territorio comunale. La sfida decisiva però è quella dei piccoli centri a rischio spopolamento, dove la presenza o l’assenza di reti digitali innovative fanno ancora di più la differenza. Oggi è però possibile lavorare e fare ricerca per l’ospedale di Harvard da una frazione di Ceppaloni, nel Beneventano, così come è possibile convincere professionisti statunitensi dell’hi-tech ad acquistare casa e trasferirsi a Sambuca di Sicilia”.

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Amministratori, imprese e startup: il dibattito sul futuro del Mezzogiorno

Dopo gli spunti arrivati dalle presentazioni sul palco, per amministratori e imprese è poi arrivato il momento di confrontarsi direttamente sui temi della trasformazione urbana. Al centro del dibattito, le sfide della digitalizzazione delle città, dalla mobilità sostenibile alla sicurezza informatica, fino all’adozione di nuove tecnologie per il benessere.

“Le città devono puntare su tecnologie che migliorino concretamente la qualità della vita dei cittadini”, ha affermato Francesco Italia, sindaco di Siracusa, sottolineando l’importanza di una trasformazione digitale accessibile e funzionale. Un concetto ribadito da Pasqualina Memoli, vicesindaca di Salerno: “La tecnologia deve ridurre le disuguaglianze, non accentuarle”. Sul fronte della sicurezza informatica, Marco Porcedda, Assessore a Legalità, Sicurezza e Cybersecurity del Comune di Torino, ha raccontato l’esperienza del capoluogo piemontese: “Grazie a campagne di phishing simulate con IA, abbiamo ridotto del 90% i click pericolosi tra i dipendenti pubblici”.

Anche la mobilità elettrica, fondamentale per la transizione sostenibile del trasporto pubblico, è stata discussa grazie a Federica Sonni, Key Account Public Infrastructure Development di A2A E-Mobility, che ha sottolineato la necessità di una progettazione armonica: “Le colonnine devono integrarsi nel paesaggio urbano, dimostrando che sostenibilità e tutela del patrimonio possono convivere”. Unitamente alle soluzioni elettriche, un’attenzione particolare alla cura della viabilità è stata posta da Alessandro Guerrera, ceo di Easyvia, che ha raccontato dei vantaggi della manutenzione predittiva stradale: “Grazie alla nostra soluzione, abbiamo ridotto del 40% i costi di manutenzione e reso il processo più trasparente per i cittadini”. Niccolò Carretta, responsabile servizi innovativi A2A Illuminazione pubblica, ha presentato il City Plug Lamp, un palo multifunzionale che integra ricarica elettrica, Wi-Fi e videosorveglianza. Infine, il tema dell’innovazione sociale è stato al centro dell’intervento di Elisabetta Aiello, amministratrice unica di Murgia Sviluppo, che ha descritto il modello pay-as-you-throw per la gestione dei rifiuti: “I cittadini pagano solo ciò che effettivamente smaltiscono, incentivando pratiche virtuose”.

Dai grandi centri ai piccoli comuni, il tema della connettività è cruciale. Lucio Golinelli, direttore commerciale di INWIT, ha sottolineato l’importanza di strategie a lungo termine: “I comuni devono stringere alleanze con i player infrastrutturali per evitare soluzioni spot poco efficaci”. Il divario Nord-Sud resta una sfida, come evidenziato da Luca Bianchi, direttore generale di SVIMEZ: “Per ogni euro investito nella digitalizzazione delle PA locali, se ne generano tre in risparmi e nuovi servizi”.

Nei territori più piccoli, la transizione digitale è già una realtà. Carmine Agostinelli, sindaco di San Bartolomeo in Galdo, ha spiegato: “Grazie a sensori intelligenti, abbiamo ridotto del 30% le segnalazioni fraudolente e migliorato la sicurezza stradale”. Emma Brancato, consigliera comunale di Salvitelle, ha portato l’esempio del suo borgo di 400 abitanti: “La nostra biblioteca digitale e gli uffici paperless dimostrano che nessun paese è troppo piccolo per la trasformazione digitale”.

La sicurezza stradale è stata affrontata da Assia Viola, Communication, External and Media Relations Director di SMA Road Safety, che ha evidenziato: “Le soluzioni di sicurezza passiva smart riducono la gravità degli incidenti del 70%”. Francesco Morra, sindaco di Pellezzano, ha raccontato l’esperienza del suo comune: “Abbiamo modernizzato illuminazione e videosorveglianza con un project financing, ora puntiamo sulla digitalizzazione della PA”. Antonio Marotta, direttore generale di Geos Environment, ha invece posto l’attenzione sull’intelligenza artificiale applicata all’ambiente: “L’IA e i droni sono strumenti potenti, ma servono competenze per evitare errori costosi”.

Il ruolo delle Case delle Tecnologie Emergenti

Un contributo decisivo all’innovazione urbana arriva dalle Case delle Tecnologie Emergenti (CTE), 13 laboratori di sperimentazione, finanziati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, distribuiti in tutta Italia. Queste strutture rappresentano un modello unico di collaborazione pubblico-privato, e, come sottolineato da Angelo Giuliana, direttore generale del MediTech Competence Center, “la vera sfida è quella di trasformarle in strutture permanenti, evitando che rimangano progetti a termine”. Giuliana ha anche spiegato che le Case si stanno aggregando in cluster tematici per affrontare le sfide future, sottolineando che il modello CTE dovrebbe essere considerato una ‘best practice’ adottata dai comuni che hanno saputo promuovere l’innovazione nei rispettivi territori.

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Tra gli interventi, Luca Di Costanzo di Isimob ha presentato una piattaforma sviluppata in collaborazione con la CTE di Matera, finalizzata alla raccolta e analisi dei dati sul traffico tramite sensori distribuiti in città. Di Costanzo ha spiegato come “l’integrazione dei dati sul traffico con l’illuminazione pubblica contribuisca a ridurre consumi ed emissioni”, ottimizzando l’illuminazione in base alla densità del traffico.

Vincenzo D’Avino, del Distretto Tecnologico Aerospaziale, partner della CTE di Bari, ha illustrato il progetto ‘Bari Open Innovation Hub’, volto a realizzare nella città un centro di riferimento per la sperimentazione di tecnologie emergenti, in particolare nel campo dei sistemi a guida autonoma e semi-autonoma e dei droni in contesti urbani. Tra le sperimentazioni in città, merita attenzione il progetto condotto per il test di uno shuttle bus a guida autonoma. La sperimentazione condotta presso la Fiera del Levante, ha riguardato l’interazione tra il veicolo autonomo e utenti vulnerabili come pedoni, ciclisti e conducenti di monopattini.

Marco Uras, ceo di WiiData, ha presentato una piattaforma integrata sviluppata per la CTE di Cagliari, che combina software e hardware per raccogliere e monitorare i dati urbani. Le informazioni raccolte dai dispositivi vengono inviate a una sala di controllo presso il Comune di Cagliari, dove vengono analizzate in tempo reale per la gestione degli spazi pubblici. In particolare, la soluzione permette una pianificazione urbana più sostenibile, la possibilità di mitigare isole di calore pianificando l’inserimento di aree verdi e una migliore gestione del flusso turistico e di eventi pubblici.

Dalla CTE di Taranto Paolo Sabatino, ceo di Errepi Net, ha sottolineato l’importanza della standardizzazione dei dati. Ha presentato Calliope Citizen Platform, una rete di sensori in grado di raccogliere una vasta gamma di dati (come qualità dell’aria, temperatura, smog, ecc.), che vengono poi allineati agli standard europei e messi a disposizione della pubblica amministrazione per ottimizzare la gestione della città. “Mettiamo le informazioni ambientali a disposizione dei decisori in formati semplici e immediati”, ha dichiarato Sabatino. Anche Fabio Cerino, ceo di Befreest, ha partecipato al tavolo di lavoro, presentando la sensoristica intelligente ‘Nose’ per il controllo e il monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria. In particolare, i sensori rilevano e monitorano la presenza di inquinanti (CO2, Radon e altri), elaborano i dati per controllare la qualità dell’aria e attivano sistemi di ventilazione e sanificazione degli ambienti. Cerino ha evidenziato il ruolo fondamentale della CTE nel supportare l’innovazione tecnologica e nello sviluppo dell’azienda, grazie al suo ampio partenariato.

Michele Cermele, della CTE del Molise, ha presentato i due principali ambiti di intervento della CTE di Campobasso: smart cities e salute. In particolare, ha sottolineato come le tecnologie possano essere applicate nel settore sanitario, venendo in aiuto delle persone con maggiori difficoltà a raggiungere i centri di cura presenti sul territorio molisano, attraverso dispositivi indossabili per il monitoraggio dei pazienti.

Infine, Gianluca Boanelli, sempre dalla CTE del Molise, ha concluso il ciclo di interventi presentando Verdeview, una piattaforma applicativa smart realizzata da Tiscali per il monitoraggio e la gestione del verde urbano, destinata a migliorare lo stato di salute e la bellezza dei parchi pubblici.

I casi d’uso presentati, realizzati nell’ambito dell’ecosistema imprenditoriale creato dalle CTE, spaziano dalla mobilità alla salute, dalla gestione ambientale all’efficienza energetica e tutti contribuiscono al progresso delle smart cities, dove la tecnologia supporta l’ottimizzazione dei servizi urbani e il miglioramento della qualità della vita. In questo contesto, il modello delle Case delle Tecnologie Emergenti si propone come un approccio che, attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, favorisce l’innovazione e contribuisce alla crescita sostenibile e tecnologica delle città italiane

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City Vision è un progetto di Blum in collaborazione con A2A, con il patrocinio di Anci e con la partecipazione delle Case delle Tecnologie Emergenti. Il partner di City Vision è Open Fiber. I community partner sono ANFoV, Assintel, Data Valley, EntopanInnovation, Istituto Europia.it, indig communication, Innovation Hub South Europe, InnovUp, Living Future Europe, Milano smart city alliance, NA StartUp, PA Social, Rete Dei Comuni Sostenibili, Se sei Sindaco, Smart Communities Tech.



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