È la «piccola» Lodi l’unica provincia italiana in cui, nel 2024, i prestiti alle imprese sono cresciuti. E nemmeno di poco: l’aumento sfiora il 17% e si traduce in 378,5 milioni in più, portando il totale complessivo a 2,63 miliardi.
Aziende formichine
Per il resto, tra le varie province lombarde, è un tripudio di segni meno, da cui non è esente nemmeno Bergamo. Dove i finanziamenti alle aziende sono scesi di 807,7 milioni, in calo del 4,8%. Nel 2023 ammontavano a quasi 17 miliardi (oltre 16,9 per la precisione), mentre l’anno scorso si sono fermati a circa 16,1 miliardi. E, stando al report della Fabi con focus sulla Lombardia, «la dinamica è riconducibile alle difficoltà del sistema produttivo, frenato da costi di finanziamento ancora elevati e da un contesto economico internazionale incerto». In soldoni, quella bergamasca è la flessione più elevata, al netto di Milano, dove i prestiti alle imprese diminuiscono di 1,75 miliardi.
Se le aziende, visto il periodo, si comportano più da formichine, sul fronte delle famiglie (lombarde) si nota una ripresa della capacità di spesa, «favorita anche dal miglioramento del mercato del lavoro e da un contesto di tassi di interesse in progressivo calo». Nella nostra provincia i prestiti alle famiglie segnano un aumento quasi impercettibile: più 0,1%, pari a 17.583 milioni di euro. La cifra complessiva continua così ad aggirarsi intorno ai 12 miliardi. Nelle altre province lombarde, fatta eccezione per Milano e Monza e Brianza, la crescita è limitatissima e, in termini percentuali, è sempre preceduta dallo zero. «Il leggero aumento dell’accesso ai prestiti da parte delle famiglie è stato dettato dalla diminuzione dei tassi di interesse – spiega Cristian Manzoni, segretario coordinatore della Fabi di Bergamo -: c’è più propensione a ricorrere ai prestiti, perché il denaro costa meno».
«Si vede un calo dei depositi e il trasferimento della ricchezza su altre forme di investimento un po’ più remunerative, come azioni e fondi»
Per quanto riguarda i risparmi, il 2024 ha portato qualche cambiamento. Manzoni afferma: «Si vede un calo dei depositi e il trasferimento della ricchezza su altre forme di investimento un po’ più remunerative, come azioni e fondi». Di fatti, piuttosto che mantenere la liquidità sui conti correnti, le famiglie lombarde hanno cercato rendimenti più elevati ricorrendo a strumenti finanziari. Milano resta al centro della ricchezza lombarda, con i risparmi delle famiglie aumentati del 10% e passati a 229,2 miliardi (più 20,9 miliardi). La crescita è stata trainata dall’aumento negli investimenti finanziari (più 17,7%), saliti da 121,4 a 142,9 miliardi, mentre i depositi hanno segnato una contrazione di 649 milioni (meno 0,7%).
Aumentano i risparmi
In quanto a risparmi Bergamo ha registrato un incremento del 9,8% (più 4,6 miliardi), passando da 46,9 a 51,5 miliardi, con gli investimenti finanziari in rialzo del 20,4% (da quasi 24 a quasi 29 miliardi), mentre i depositi sono calati dell’1,2% a 22,5 miliardi.
La ricchezza finanziaria delle famiglie lombarde ha raggiunto un totale di 549,3 miliardi, segnando un aumento del 9,6% (più 48,3 miliardi) rispetto ai 501 miliardi del 2023. L’incremento è stato guidato principalmente dalla forte crescita negli investimenti finanziari, tra fondi di investimento, azioni e titoli di stato, che hanno registrato un aumento del 18,7%, passando dai 270,5 miliardi del 2023 ai 321 miliardi del 2024. I depositi, al contrario, hanno registrato una leggera contrazione dello 0,9%, scendendo a 228,3 miliardi.
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