Effetto Trump, l’Europa contro il cloud Usa: a favore della sovranità digitale


L’Europa sta intensificando gli sforzi per ridurre la dipendenza dai servizi cloud statunitensi come Amazon, Google e Microsoft, promuovendo iniziative come Gaia-X e Ipcei (Importanti progetti di comune interesse europeo) per sviluppare infrastrutture digitali sovrane.

La Commissione europea punta a rafforzare la sovranità digitale entro il 2030, garantendo sicurezza e rispetto dei valori europei, ma la transizione è complessa a causa dell’integrazione profonda delle aziende europee con i fornitori americani.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Per raggiungere l’obiettivo sarà necessario un coordinamento tra governi, industria e società civile per creare un mercato digitale resiliente e indipendente.

L’Europa affila le unghie contro il cloud Usa

Negli ultimi anni, l’Europa ha manifestato una crescente preoccupazione riguardo alla sua dipendenza dai giganti tecnologici statunitensi. Dipendenza che solleva interrogativi sulla sovranità digitale, sulla sicurezza dei dati e sulla capacità dell’Europa di proteggere le informazioni sensibili dei suoi cittadini e delle sue imprese.

Le politiche aggressive del presidente Donald Trump e di Elon Musk, nominato recentemente a capo del Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE), hanno intensificato la diffidenza europea verso le aziende tecnologiche statunitensi, alimentando anche movimenti di boicottaggio in vari Paesi.

Frattura nelle relazioni transatlantiche

Queste dinamiche evidenziano una crescente frattura nelle relazioni transatlantiche, influenzando molti attori privati che nelle ultime settimane si sono rivolti a due società di servizi cloud con sede in Europa, Exoscale ed Elastx, con la volontà di abbandonare i provider cloud statunitensi.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Inoltre, dal 15 gennaio il sito Europeanalternatives.eu, dedicato a fornire informazioni su alternative locali europee a servizi e prodotti digitali come servizi cloud e applicazioni SaaS, ha visto crescere i propri visitatori di oltre il 1.200 percento.

Il progetto è stato creato nel 2021 da Constantin Graf, sviluppatore di software freelance, e permette agli utenti, scegliendo soluzioni europee, di beneficiare di una maggiore conformità alle normative sulla protezione dei dati come il GDPR e di condizioni fiscali e di fatturazione più favorevoli all’interno dell’UE.

Dunque, vi sono segnali di movimento da parte di aziende e privati, ma il loro impatto sarà per il momento molto limitato.

L’autonomia europea nel cloud

I fornitori di servizi cloud con sede nell’UE detengono solo una piccola quota del mercato con rischi significativi e un limitato potenziale di investimento dell’industria digitale europea.
L’Unione ha intrapreso iniziative volte a rafforzare la propria autonomia nel settore del cloud computing, tra cui si annovera il progetto Gaia-X, un’infrastruttura di dati decentralizzata e federata, sicura e trasparente.

Lanciata nel 2019 durante il Digital Summit di Dortmund, Gaia-
X intende offrire a imprese, singoli individui e governi il controllo sovrano sui propri dati attraverso un ecosistema digitale che favorisca la condivisione e l’interoperabilità dei dati tra aziende, enti di ricerca e enti pubblici nel rispetto dei principi europei e che eviti la concentrazione dei dati in pochi grandi provider, promuovendo invece un mercato più equilibrato e aperto.

In Italia, è stato istituito il Gaia-X Hub Italia, che funge da punto di riferimento nazionale per coordinare le attività legate al progetto e coinvolgere le aziende italiane nel processo di sviluppo dell’ecosistema digitale europeo.

I fornitori cloud europei come Exoscale ed Elastx

Nonostante gli sforzi per promuovere fornitori cloud europei come Exoscale ed Elastx, questi detengono ancora una quota di mercato relativamente piccola rispetto ai giganti statunitensi.

Secondo un’analisi del Synergy Research Group, la quota di mercato dei fornitori europei è scesa dal 27% al 13% tra il 2017 e il 2022, evidenziando la sfida di competere con aziende come Amazon, Microsoft e Google. Questo declino è attribuibile alla crescita più rapida dei provider statunitensi, che hanno beneficiato di maggiori risorse e di una presenza globale consolidata.

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Tuttavia, i fornitori europei continuano a crescere in termini assoluti, con un aumento del 167% dei ricavi nel medesimo periodo, indicando un mercato in espansione ma con una concorrenza intensa.

Le iniziative transnazionali Ipcei

Parallelamente, l’Unione Europea ha lanciato iniziative transnazionali Ipcei (Importanti progetti di comune interesse europeo) sulle infrastrutture e i servizi cloud di prossima generazione.

Gli Ipcei riuniscono conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici di almeno due Paesi Ue e rappresentano un meccanismo fondamentale per promuovere la cooperazione europea in ambiti tecnologici avanzati, sostenendo progetti che, per la loro portata e complessità, non potrebbero essere realizzati da un singolo Stato membro.

Il progetto lanciato nel settore del cloud computing coinvolge sette Stati membri, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna, e prevede un investimento pubblico fino a 1,2 miliardi di euro, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie europee interoperabili e accessibili nel trattamento dei dati.

Nonostante gli sforzi europei la transizione verso una maggiore autonomia presenta sfide significative:

  • prima tra tutte il fatto che per molte realtà profondamente integrate con i servizi offerti dai giganti tecnologici statunitensi il passaggio a soluzioni alternative è molto complesso e costoso;
  • per le grandi aziende, potrebbero volerci molti mesi solo per valutare cosa deve essere spostato e i rischi coinvolti.

Un’opportunità per le Pmi

Le piccole e medie imprese (Pmi) costituiscono una componente essenziale del tessuto economico europeo. La transizione verso soluzioni cloud europee offre opportunità significative in termini di conformità al GDPR, supporto locale e riduzione della dipendenza da fornitori extraeuropei.

Tuttavia, questa transizione presenta anche sfide rilevanti, tra cui i costi di migrazione, la complessità nell’integrazione con sistemi esistenti e la necessità di competenze specifiche. Iniziative come Gaia-X mirano a creare un ecosistema che faciliti l’adozione di queste soluzioni da parte delle Pmi, promuovendo l’interoperabilità, la trasparenza e standard aperti.

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Il successo di tali iniziative dipenderà dalla capacità di rispondere alle esigenze specifiche delle Pmi, offrendo soluzioni scalabili e in grado di garantire un reale valore aggiunto nel contesto competitivo attuale. ​

La prospettiva dell’autonomia digitale

In questo contesto, l’Europa sta lavorando per creare le condizioni necessarie affinché possa sviluppare e utilizzare le proprie capacità chiave, riducendo la dipendenza da altre parti del mondo per le tecnologie più importanti e la Commissione europea ha delineato una visione per il 2030 che prevede una società digitale inclusiva, in cui tutti i cittadini e le imprese possano beneficiare delle opportunità offerte dalla trasformazione digitale.

La strada verso l’autonomia digitale è complessa e richiede un impegno coordinato tra governi, industria e società civile.

Con iniziative come Gaia-X e l’Ipcei, l’Europa sta ponendo le basi per un futuro in cui possa esercitare un maggiore controllo sulle proprie infrastrutture digitali, garantendo al contempo sicurezza, trasparenza e rispetto dei valori europei.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!