Il Programma di Sviluppo Rurale della Sicilia 2014-2022, con oltre 2,9 miliardi di euro tra fondi europei e cofinanziamento, si conferma il più rilevante a livello nazionale. Grazie a una gestione efficiente, la spesa certificata ha superato i 2,45 miliardi di euro, pari all’85% della dotazione, superando di 55 milioni il target previsto per il 2024. Questo risultato ha permesso alla Sicilia di allinearsi ai valori medi nazionali, nonostante le difficili condizioni congiunturali, come la grave siccità del 2023-2024.
Le risorse sono state investite in settori chiave. L’agricoltura biologica è stata una priorità, con l’obiettivo di superare il 25% di Superficie Agricola Utilizzata (SAU) in regime biologico, già oggi pari a circa 300 mila ettari. Sono stati incentivati metodi agronomici sostenibili, supportati da strumenti tecnici come il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS).
Un altro pilastro è stato il sostegno ai giovani agricoltori: circa 2000 nuovi imprenditori tra i 18 e i 40 anni hanno beneficiato di incentivi per l’avvio d’impresa e il miglioramento delle strutture aziendali. Contestualmente, sono state destinate risorse alle aree rurali più svantaggiate, in particolare quelle montane, con interventi specifici per il settore zootecnico. La misura 14, finanziata per la prima volta nel 2022, ha promosso il benessere animale, accrescendo il valore delle produzioni zootecniche siciliane.
Innovazione e ricerca hanno trovato ampio spazio nelle politiche di sviluppo, con investimenti mirati a modernizzare il settore agricolo. L’approccio AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System) ha favorito il trasferimento tecnologico e il miglioramento delle tecniche produttive.
L’obiettivo resta quello di rendere le imprese più efficienti e competitive, puntando su processi produttivi più sostenibili e su una migliore organizzazione delle filiere.
La Redazione
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