Confindustria Belluno: “Politica immobile sullo spopolamento”


«Basta tergiversare. Chi di dovere intervenga, altrimenti per la nostra provincia sarà notte fonda». Suona più o meno così l’ultimatum lanciato dagli industriali bellunesi. Il destinatario? Roberto Padrin, presidente della Provincia

«Sono seriamente preoccupata, chi ci dovrebbe rappresentare sembra non rendersi conto della gravità del problema», sono le parole di Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. «Lo spopolamento logora energie e competenze: è un circolo vizioso dal quale dobbiamo uscire prima che sia troppo tardi. Le Olimpiadi alle porte sono un’opportunità straordinaria per invertire il trend a patto che si faccia una seria programmazione. Basta trovare scuse: l’ente Provincia, per primo, deve avere un sussulto di dignità, lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Le imprese bellunesi già lo fanno ogni giorno, investendo in innovazione, creando lavoro e opportunità. La nostra stessa associazione, insieme ad altre, spesso sostituendosi agli enti pubblici, ha portato sul territorio iniziative importanti e necessarie, proprio per attrarre e trattenere soprattutto i giovani».

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Berton non ci sta: «Coloro che dicono ai privati, emulandosi tra loro, che parlare e chiedere è facile, si facciano un serio esame di coscienza. Noi non siamo quelli dei “Tavoli” inconcludenti», sottolinea, «siamo quelli dell’operatività, quelli che hanno portato in giro il nome di Belluno nel mondo, permettendo a questo territorio di essere tra i più manifatturieri d’Italia e d’Europa».

Berton interviene duramente nei giorni in cui forte è il dibattito attorno alle misure introdotte dalla Provincia autonoma di Trento per contrastare il decremento demografico, anche con contributi a fondo perduto per giovani e famiglie.

«Lo ripeto: la mossa della Provincia autonoma rischia di essere letale per il Bellunese perché favorisce migrazioni interne e intervallive, mettendo sul piatto risorse vere per giovani e famiglie. Come risponde la politica bellunese, regionale, nazionale? Vorrei una risposta considerato che le nostre imprese continuano a tenere in vita questo territorio e rappresentare il Made in Italy più autentico. Non mancano risorse economiche, mancano idee, progetti, visione e coraggio delle scelte».

La numero uno degli industriali è stufa delle solite giustificazioni: «Non essere una provincia autonoma non deve essere il solito alibi per non fare, per non parlare di futuro. Non possiamo aspettare Godot perché nel frattempo rischiamo di morire di inedia», afferma Berton. «A chi continua a rimandare il problema, a sperare che le risorse arrivino da sole, dico che invece dovrebbero avere paura di un territorio senza giovani, senza idee e in futuro, se non ci sarà un deciso cambio di rotta, forse con molte meno imprese e a prescindere dalle dimensioni. Abbiamo davanti un anno “olimpico”. Facciamo in modo di non trovare ancora scuse. Noi industriali restiamo aperti a qualsiasi proposta, pronti a collaborare e fare la nostra parte. La nostra priorità è e resterà quella di impegnarci con concretezza per far rimanere le aziende sul territorio, e continuare a crescere insieme». —

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