Tra Italia e Francia meglio cooperare


«Le parti incoraggiano gli scambi tra i rispettivi attori economici… si impegnano a facilitare gli investimenti reciproci e avviano, in un contesto di bilanciamento dei rispettivi interessi, progetti congiunti  per lo sviluppo di… imprese, favorendo… la definizione di strategie comuni sui mercati internazionali… favoriscono un’ambiziosa politica industriale europea orientata alla competitività globale delle imprese e… si impegnano ad approfondire la loro cooperazione in settori strategici quali le nuove tecnologie, … al fine di rafforzare la sovranità e la transizione digitale europea». Sono gli intenti di cooperazione industriale tra Italia e Francia, sanciti il 21 novembre 2021 nel Trattato per una Cooperazione Bilaterale Rafforzata, alias  “Trattato del Quirinale”. Nelle settimane successive alla firma, invitato ai colloqui Francia-Italia al Senato francese, ebbi l’opportunità di ricordare l’elevato grado di interconnessione fra i sistemi economici dei due Paesi storicamente amici, culturalmente affini e economicamente interdipendenti. L’Italia è il terzo partner commerciale della Francia e la Francia il secondo partner dell’Italia. È anche il primo investitore e il più grande datore di lavoro straniero in Italia, con 2500 imprese. L’ hexagone è il terzo Paese per presenza di società a capitale italiano: 1700 imprese. La somma fa un interesse comune che riguarda 4200 imprese e circa 130 miliardi di investimenti diretti cross-border. Entrambi hanno un’elevata propensione ad esportare e la somma delle esportazioni dei due Paesi è pari all’8% del Pil dell’Unione Europea. Queste circostanze non devono essere fattori di competizione, oltre ad una genuina concorrenza di mercato tra imprese, ma un’opportunità di collaborazione per rafforzare e integrare le rispettive filiere industriali. Il trattato del Quirinale, ispirato dal presidente Mattarella, si era posto come starter per la ripartenza post-Covid, in un momento di disfunzionamento delle catene del valore globali, nella consapevolezza che solo la cooperazione pan-europea può accelerare la ripresa e consentire di raggiungere la dimensione di scala necessaria a recuperare i ritardi nell’economia del web. Oggi questi obiettivi restano urgenti e si aggiungono le incertezze sull’ordine geo-economico mondiale, dove intese bilaterali sempre più sovrastano le regole multilaterali. La cooperazione italo-francese ha una lunga storia di intese e successi, costruiti sul rapporto bilaterale nel quadro dell’UE, nel campo della difesa, aerospazio, semiconduttori, automobile, farmaceutica e alimentare. È oggi il momento di rafforzarle nell’interesse comune di creare nuovi campioni europei.

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