Otto anni di bandi, concorsi, progettazioni, riassegnazioni dei lavori e cantiere. E oggi la riqualificazione dei giardini a lago è ancora un’incognita.
Lo sforamento dei tempi da parte dell’impresa che si sta occupando dei lavori, nonostante le proroga già concessa dal Comune, apre uno scenario di grande incertezza che – nella peggiore delle ipotesi – potrebbe portare anche a una nuova gara, eventualità che renderebbe difficile allo stato fare una previsione sulla conclusione del cantiere.
«Ma non sempre si può dare la colpa dei ritardi all’amministrazione comunale – avverte Marco Galli, che da assessore al Verde della giunta Landriscina si era occupato dell’ultima fase della progettazione avviata da Daniela Gerosa con sindaco Mario Lucini – Non conosco problemi e motivi di questo stop, ma ci sono passato e posso dire che a volte ci sono delle difficoltà legate alla tempistica dei cantieri pubblici. E non succede solo a Como». Quanto al progetto in sè, Galli si dice certo che una volta terminato «ci restituirà un’area di grande bellezza».
Il lungo e accidentato iter della riqualificazione dei giardini a lago nasce nel 2017, quando l’assessore Daniela Gerosa bandisce un concorso internazionale di progettazione per dare un nuovo volto all’area. Parteciparono 18 imprese e vinse l’architetto di Cesena Sara Angelini con i colleghi Alessio Valmori e Paride Piccinini. Il costo preventivato era di un milione e mezzo. Nel 2018 – l’anno prima si è nel frattempo insediata la giunta Landriscina – il progetto viene ripreso in mano dall’assessore Marco Galli, che vi apporta qualche modifica. Ma sulla sua strada il Comune incontra la Soprintendenza, che chiede di rivedere il progetto.
Nel 2019 il progetto slitta ancora, prima del voto in giunta (non ancora arrivato dopo due anni di iter) serve un passaggio in conferenza di servizi. Inoltre i primi sondaggi evidenziano una situazione dei sottoservizi tale da richiedere ulteriori interventi e un aumento della dotazione finanziaria. Si ipotizza di far partire il cantiere entro fine anno e si colloca il termine dei lavori alla primavera del 2020. Ma è solo a fine 2021 – nel frattempo a Marco Galli è subentrato Paolo Annoni – che il progetto firmato dall’architetto Gianni Artuso arriva in Giunta e ottiene l’ok.
Nel giugno 2022 nuovo passaggio di consegne, è l’amministrazione Rapinese a raccogliere il testimone. Al bando per l’assegnazione dei lavori partecipano più di 50 imprese, il valore del progetto è salito a 2,7 milioni di euro. A giugno dell’anno dopo nuova doccia fredda: l’azienda vincitrice dell’appalto, la “Letizia Raffaele” di Casal di Principe (Caserta), non presenta in Comune i documenti per la firma del contratto. Al Comune non resta che valutare i requisiti della seconda classificata. Siamo all’inizio dell’anno scorso: il contratto viene firmato, non resta che far partire i lavori che dovrebbero durare un anno e che saranno eseguiti dall’azienda Helios Consorzio Stabile Società Consortile di Favara (Agrigento).
A febbraio la consegna del cantiere, ma già ad aprile qualche osservatore fa notare che i lavori procedono con grande lentezza. All’inizio di quest’anno il Comune concede una proroga di 74 giorni, che sarebbe scaduta il prossimo 26 aprile, ma visto lo stato delle lavorazioni (al di sotto del 50%) il rispetto della tempistica è impossibile. E ora potrebbero aprirsi scenari imprevedibili.
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