Sardegna: manovra finanziaria, enti locali in pressing su risorse e riforme strutturali


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Maggiori fondi strutturali, un comparto unico per il personale, risorse dedicate agli investimenti e un fondo specifico per Province e Città metropolitane. Ma anche misure contro lo spopolamento, sostegno alle fasce deboli e un confronto serrato con lo Stato sulla vertenza entrate. Sono queste le richieste avanzate dai rappresentanti degli enti locali, ascoltati dalla III Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Alessandro Solinas (M5S), nell’ambito dell’iter della manovra finanziaria 2025-2027. La presidente dell’Anci Sardegna, Daniela Falconi, ha posto l’accento sulla necessità di un segnale chiaro da parte della Giunta regionale: “Questa è la prima manovra della legislatura e ci dirà quale strada intende seguire l’amministrazione. Serve innovazione, non una gestione ordinaria delle risorse”. A farsi portavoce delle difficoltà dei Comuni è stato anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che ha denunciato i continui tagli ai bilanci degli enti locali: “Lo Stato taglia sempre sulla nostra spesa, che rappresenta appena il 6,5% del totale nazionale, mentre il resto della macchina pubblica resta intoccata”. Zedda ha ricordato che investire nei Comuni significa alleggerire i costi per l’intero sistema: migliorare la sicurezza stradale, ad esempio, ridurrebbe il peso degli incidenti sul Servizio sanitario regionale. Dello stesso avviso il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, che ha sottolineato l’insufficienza degli stanziamenti spot: “Servono fondi strutturali, non interventi una tantum che non permettono alcuna programmazione”. A lui si è aggiunto Marco Pisanu (Asel), che ha evidenziato il problema della sicurezza informatica negli enti locali e la necessità di adeguare i contributi per i cittadini ospiti delle comunità alloggio.

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Al centro dell’audizione anche le istanze delle Province e delle Città metropolitane. Gli amministratori straordinari hanno chiesto un aumento stabile del Fondo unico per evitare il collasso dei servizi e risorse dedicate all’assunzione di nuovo personale. Un nodo centrale è la riorganizzazione territoriale: la nascita delle nuove Province ha creato squilibri finanziari che andranno sanati con trasferimenti aggiuntivi, come nel caso della divisione tra la Città metropolitana di Sassari e la nuova Provincia della Gallura Nord-Est Sardegna, che comporterà un disavanzo di oltre 10 milioni di euro. Stessa situazione per la Provincia del Sud Sardegna, che con soli cinque dipendenti nell’ufficio tecnico fatica a garantire i servizi essenziali. A fare i conti con bilanci in sofferenza sono anche le Province di Oristano, Medio Campidano, Ogliastra e Sulcis-Iglesiente, tutte alle prese con deficit milionari e personale ridotto all’osso. Il taglio dei trasferimenti statali dal 2015 ad oggi ha lasciato le amministrazioni locali con risorse sempre più scarse: il solo territorio di Oristano ha perso 78 milioni di euro in compartecipazione alla spesa pubblica. Il presidente della Commissione, Alessandro Solinas, ha garantito attenzione alle richieste avanzate e ha confermato la volontà di portare avanti il confronto con lo Stato per ottenere maggiori risorse. “Le difficoltà emerse sono chiare: ora serve un impegno concreto per rafforzare i bilanci degli enti locali e garantire servizi adeguati ai cittadini”, ha concluso.

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