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«C’è ancora incertezza sul mercato»


FERMO Novità per la calzatura sull’asse Roma-Mosca. A Roma, il Governo ha varato il Piano Italia per la moda e ha riaperto i termini per il riversamento del credito d’imposta. A Mosca, invece, è in corso l’edizione numero 62 del salone Obuv Mir Kozhi (finirà oggi) che vede la presenza di un centinaio di marchi (in prevalenza della calzatura e della pelletteria) tra cui la maggior parte proveniente dal Fermano.

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I termini

Il Mimit ha riaperto i termini del riversamento spontaneo del credito di imposta contestato dal fisco.

Gli imprenditori potranno aderire entro il 3 giugno, con la possibilità di restituire l’importo in tre rate. La misura, che ha una dotazione complessiva di 250 milioni di euro, era stata annunciata lo scorso 24 gennaio in occasione del Tavolo permanente della Moda, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Che ha anche presentato il Piano Italia per la moda. Il consolidamento della filiera, il sostegno agli investimenti, gli strumenti per affrontare la crisi di liquidità e contrastare le violazioni del diritto di proprietà industriale sono alcuni dei punti chiave.

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Le misure proposte dal Piano Italia includono l’individuazione di soluzioni rapide per fronteggiare la crisi di liquidità, utilizzando strumenti come i Basket bond, il fondo di Garanzia e i meccanismi rotativi. Per sostenere gli investimenti, oltre ai 15 milioni previsti dalla legge per il Made in Italy a favore della transizione ecologica e digitale delle imprese della moda, nel 2025 saranno destinati al settore circa 250 milioni di euro, distribuiti su più misure (contratti di sviluppo, mini contratti di sviluppo, valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e provenienti da processi di riciclo).

Il sollievo

Se da Roma arrivano notizie che danno sollievo, l’attesa degli operatori economici, calzaturieri compresi, è tutta rivolta alla possibile fine del conflitto Russia-Ucraina. Questo è un ulteriore elemento di incertezza che contribuisce a porre il mercato russo in stand-by. Lo affermano gli imprenditori fermani presenti al salone moscovita. «Le repentine oscillazioni del rublo, l’aumento delle tasse da parte del governo di Mosca, l’inflazione, l’incremento dei costi di trasporto e sdoganamento per le merci importate, il clima mite della stagione invernale e, non ultima, l’incertezza causata dal conflitto, sono tutti fattori che concorrono alla complicata situazione del mercato russo» afferma Marino Fabiani, titolare dell’azienda di Fermo che porta il suo nome. Secondo lo stesso Fabiani gli ordini sono di poche paia in quanto i buyer preferiscono non avventurarsi in ordini più consistenti a causa dell’incertezza del mercato e delle criticità prima descritte.

I momenti

Secondo quanto raccolto, alcuni clienti russi versano l’acconto per le nuove forniture, rendendo le calzature rimaste invendute della stagione invernale. «L’andamento dell’Obuv è più o meno quello delle ultime edizioni» commenta Gianfranco Butteri, imprenditore dell’omonimo calzaturificio di Montegranaro. «Sono presenti gli stessi clienti delle ultime edizioni che trasmettono i loro piccoli ordini. Anche perché tutti aspettiamo con ansia la fine di questa maledetta guerra. La speranza è che arrivi un po’ di entusiasmo. Io ci spero e ci credo. In questo mercato operano dei brand che sono conosciuti solo in Russia e vendono calzature a prezzi pieni. Ora l’Obuv serve soprattutto per non perdere posizioni sul mercato in attesa di momenti migliori. Li stanno aspettando anche i nostri clienti. Per noi la parola d’ordine è non arrendersi mai».





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