Spesa pubblica, dominio dei grandi fondi e corsa al riarmo. La Germania è un laboratorio


Il neo-cancelliere Friedrich Merz è riuscito a far approvare dal Parlamento, in tempi record, prima della scadenza del mandato, una riforma costituzionale storica che contiene tre punti centrali rappresentati dalla possibilità per lo Stato tedesco di indebitarsi senza alcun limite per il riarmo, dalla possibilità di creare ulteriore debito federale per 500 miliardi di euro, in 12 anni, da dedicare alle infrastrutture -strade, scuole, ospedali, reti- e dalla prerogativa per gli enti locali di andare in deficit fino allo 0,35%.

Si tratta di un “bazooka” da circa mille miliardi di euro di pronta iniezione che partoriranno molto probabilmente tre condizioni.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

La prima è costituita dal fatto che le società tedesche, a cominciare ovviamente da quelle che producono armi, diventeranno la destinazione privilegiata dei capitali e dei risparmiatori che stanno fuggendo dai listini degli Stati Uniti di Trump e che saranno veicolati dai grandi fondi -BlackRock, Vanguard e State Street- verso le aziende tedesche. Come accennato quelle delle armi ma non solo, anche verso le banche e le assicurazioni, dove peraltro la presenza dei fondi è già molto forte, a cominciare da Commerzbank e Allianz. Non è un caso che la Borsa di Francoforte, e più in generale le Borse europee stiano crescendo.

La seconda condizione è riconducibile all’acquisto che le stesse Big Three e numerosi altri gestori del risparmio faranno dei titoli del debito pubblico tedesco che non pagherà così alti tassi e non sconterà neppure la concorrenza dei titoli azionari delle armi perché la regia degli acquisti sarà sostanzialmente la stessa. Naturalmente, l’emissione massiccia di debito tedesco, garantita dagli acquisti dei fondi, farà una dura concorrenza ai titoli pubblici degli altri Paesi europei, a cominciare da quelli italiani, costretti a pagare interessi più alti, con la ricomparsa dello spread.

È altrettanto probabile che in una simile situazione la Germania di Merz sarà decisamente ostile a ogni possibilità per la Banca centrale europea (Bce) di acquistare i debiti dei Paesi europei, visto che i titoli tedeschi non hanno bisogno di un simile sostegno.

La terza condizione consiste in una riorganizzazione del sistema produttivo tedesco che avrà il riarmo al proprio centro: un’operazione che sarà molto costosa per la Germania in termini di energia -che dovrà comprare dalle società americane di shale gas, guarda caso di proprietà delle Big Three– ma che ha margini di realizzabilità superiori a quelli di altri Paesi dato un sistema produttivo ancora molto forte. Del resto, l’attuale stato di salute della manifattura tedesca, data la concorrenza cinese e il costo dell’energia, sembra aver perso gran parte dei mercati di sbocco che saranno molto probabilmente ridotti in maniera ulteriore dai dazi degli Stati Uniti verso cui si indirizzano ora in larga parte le esportazioni della Germania, principale esportatore europeo verso gli Usa. Da questa ristrutturazione produttiva deriverà il tentativo di altri Paesi, a cominciare dall’Italia, di riarticolare il proprio sistema di subforniture adattandolo al modello tedesco.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

In estrema sintesi, il “bazooka” di Merz è la chiara definizione di un modello autoreferente, perché basato sugli spazi fiscali di cui solo la Germania dispone, e molto legato alla grande finanza americana in rotta con Trump, alla ricerca di un capitalismo finanziario capace di sopperire all’estrema volatilità dei listini statunitensi.

In questo senso in Germania si sperimenta il connubio tra spesa pubblica, dominio dei grandi fondi e corsa al riarmo, con una narrazione dove la centralità non è certamente europea ma decisamente nazionale.

Alessandro Volpi è docente di Storia contemporanea presso il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Si occupa di temi relativi ai processi di trasformazione culturale ed economica nell’Ottocento e nel Novecento. Il suo ultimo libro è “Nelle mani dei fondi” (Altreconomia, 2024)

© riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Source link

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio