La formula svizzera per pmi e startup: meno burocrazia e tanti fondi in più




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Diceva Orson Welles nel film Il terzo uomo: «In Italia sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerra, terrore, omicidi, stragi ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, con cinquecento anni di amore fraterno, democrazia e pace, cos’hanno prodotto? L’orologio a cucù». In realtà, le cose sono andate diversamente. L’orologio a cucù è stato inventato in Germania, più precisamente nella Foresta Nera, e anche la Svizzera ha avuto la sua guerra civile (guerra del Sonderbund). Ciononostante, è riuscita, come disse una volta l’ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, con un’espressione gergale da boxe, «to punch above its weight», a superare le proprie possibilità.

La Svizzera ha superato i propri limiti

Se consideriamo le sue grandi multinazionali, concentrate in un territorio grande quanto la Lombardia, che spaziano dall’alimentare al farmaceutico, dal lusso alle fragranze, fino all’elettrotecnica, per citare solo alcuni nomi come Nestlé, Roche, Novartis, Richemont, Givaudan, Abb, la Svizzera ha effettivamente superato i propri limiti. Ma il tessuto imprenditoriale svizzero non è composto solo da grandi imprese, bensì anche da innumerevoli Pmi e startup in crescita, che beneficiano della sinergia tra governo, università, industria e finanza.

Per fornire alcuni dati, in Svizzera si contano, secondo gli ultimi dati Stantnet (il censimento svizzero delle aziende aggiornato al 2024) circa 619 mila Pmi (fino a 249 addetti), per un totale di 3 milioni di occupati. Esse rappresentano la colonna portante dell’economia elvetica. Il settore manifatturiero svizzero è inoltre dominato da settori ad alta tecnologia, come macchinari di precisione, dispositivi medici e biotecnologie.

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Attivi tutti i motori dell’innovazione

Grazie allo sportello online easyGov.swiss messo a disposizione dal Dipartimento federale dell’economia, molte imprese nascenti hanno la possibilità di sbrigare pratiche amministrative, ottenere crediti bancari e investimenti su misura nei settori della formazione, della creazione d’impresa e della ricerca. La Svizzera si colloca al primo posto del Global Innovation index e ha pienamente attivi tutti i motori dell’innovazione: l’ambiente normativo, la spesa per la ricerca e lo sviluppo, il numero di laureati in scienze e ingegneria e le operazioni di capitale di rischio. I politecnici di Zurigo e Losanna, oltre al Cern per i ricercatori, attraggono studenti da tutto il mondo, e la Svizzera è in vetta alle classifiche anche come PhD percentage per Country e numero di brevetti.

Le grandi multinazionali estere con sedi in Svizzera

Pertanto, non si tratta solo di banche, patrimoni esentasse e pascoli di mucche. Il vero valore aggiunto della Svizzera risiede nell’alta formazione e nella capacità di attrarre capitali. Grandi multinazionali estere come Alphabet, Philip Morris, o imprese di robotica come Boston Dynamics, hanno centri di ricerca in Svizzera. Non è un caso che, durante la profonda crisi dell’industria orologiera elvetica negli anni’70, la Confederazione abbia risposto con la creazione del Centre Suisse d’Électronique et de Microtechnique (Csem) di Neuchâtel, un centro di ricerca e sviluppo e un acceleratore di innovazione ancora attivo grazie ai finanziamenti privati e pubblici, con 130 milioni di franchi stanziati da parte della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione tra il 2021 e il 2024.

Sempre più startup

Un altro indice di vitalità nel campo dell’innovazione è il crescente numero di startup. A fine 2024 se ne contavano 52.978, secondo la piattaforma  online startups.ch e l’istituto Ifj Startup Support (Institut fur Jungunternehmen, Istituto per le giovani imprese), è il punto di contatto nazionale, disponibile anche in italiano, per chiunque voglia costituire un’impresa in Svizzera. Secondo lo Swiss Venture Capital Report 2025, edito dal portale di notizie svizzero di riferimento per il settore startupticker.ch e dall’Associazione svizzera di private equity e corporate finance (Seca), il capitale investito nel 2024 nelle startup svizzere è stato di 2,37 miliardi di franchi (2,5 miliardi di euro), un miliardo in più dell’Italia, dove gli investimenti totali in equity di startup si sono fermati a 1,5 miliardi di euro. Il settore trainante nella Confederazione è stato quello delle biotecnologie.

Negli ultimi anni, molte startup svizzere hanno spiccato il volo: è il caso di Checkout, fondata del ginevrino Guillaume Pousaz, che fornisce servizi di pagamento a Netflix, Adidas e Sony, per un valore di 40 miliardi di dollari, o di GetYourGuide, la nota piattaforma online per le prenotazioni turistiche, che si tratti del Louvre, del London Eye o della Città Proibita di Pechino. Per finire con Virtamed e xFarm. La prima, una società svizzera di simulatori endoscopici adottati dagli ospedali universitari per l’addestramento e la formazione del personale medico. La seconda, fondata dell’italiano Matteo Vanotti, si occupa di innovazione e digitalizzazione dell’agricoltura.(riproduzione riservata)



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