Fondi del PNRR per mettere in sicurezza sismica quattro campanili veneziani


La sua sarà pure la più famosa del mondo, ma Pisa non vanta l’esclusiva. Di torri pendenti Venezia ne conta parecchie, alzate come sono sul suolo cedevole degli isolotti lagunari. I cantieri urgenti si valgono del contributo decisivo del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il Ministero della Cultura coordina l’assegnazione dei fondi europei per la sicurezza sismica di chiese e campanili. Quattro gli interventi avviati qui: il più impegnativo, quasi otto milioni di euro, sulla torre campanaria di Santo Stefano che non ha spazio intorno, gli altri su quelle della Madonna dell’Orto, San Pietro di Castello, San Martino a Burano, 780.000 euro ciascuno.  

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Parte delle spese è coperta dal Patriarcato. Tramite gli uffici per gli affari economici e per i beni culturali ecclesiastici ha predisposto una regia tecnicolegale, per fronteggiare la complessità delle normative: pareri, permessi, gare d’appalto. Occorre restare nei tempi – entro Dicembre con eventuale proroga a Giugno dell’anno venturo – pena la perdita dei finanziamenti comunitari. La Soprintendenza, braccio ministeriale a Venezia, ha spinto le autorizzazioni e ha ottenuto un’integrazione di ottocentomila euro.

Abbiamo intervistato Fabrizio Magani, sovrintendente Belle Arti Venezia



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