«Ci sono imprese legate ai clan»


CROTONE «Se si parla del ciclo dei rifiuti rispetto al territorio di Crotone, ovviamente si deve tener conto della componente criminale, della criminalità organizzata». Non usa mezzi termini il nuovo procuratore della Repubblica di Crotone, Domenico Guarascio. Le sue conoscenze sul campo, frutto di anni di lavoro alla Dda di Catanzaro, sono state ascoltate nell’ambito del filone di inchiesta relativa all’analisi dello stato di attuazione delle bonifiche in alcuni SIN del territorio nazionale, compreso ovviamente quello di Crotone.

Lavoro svolto dalla Commissione che, nella sua mission, è chiamata a svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. L’audizione del nuovo procuratore pitagorico, dunque, fa parte di quella missione conoscitiva presso il SIN di Crotone, individuato e riconosciuto come «particolarmente critico», procedendo attraverso una serie di sopralluoghi e, appunto, l’audizione in loco dei principali soggetti istituzionali coinvolti inclusa, appunto, per i profili di competenza, l’autorità giudiziaria. Sul punto, dunque, Guarascio ha precisato che il territorio di Crotone «conserva una serie di criticità da questo punto di vista». «Fino a poco tempo fa» ha spiegato «sono stato sostituto procuratore distrettuale sull’area di Crotone, e quindi sostanzialmente conoscitore dei problemi della criminalità organizzata in uno con il ciclo dei rifiuti. Poi per quanto riguarda la bonifica SIN, posso dare delle valutazioni di massima, ma non posso scendere troppo nel dettaglio se non dare quelle che sono state sostanzialmente alcune linee, alcuni procedimenti che hanno interessato la Procura di Crotone».

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Il procuratore di Crotone spiega: «È emerso sin da subito, ed è una caratteristica dell’appaltistica di questo territorio, che partecipa agli appalti soltanto un’impresa. Questo è un qualcosa di assolutamente chiaro». Ma, in via generale, «sugli appalti RSU dei vari comuni del crotonese la distrettuale di Catanzaro ha svolto inchieste, che sono pubbliche ormai, rispetto al fatto che gli appalti di rifiuti solidi urbani nei comuni del Crotonese vengono vinti da imprese che sono state riconosciute in qualche misura, con sentenze irrevocabili, appartenenti alla ‘ndrangheta o quantomeno imprese di natura mafiosa che lavoravano per conto di associazioni ’ndranghetistiche». E ancora: «Questo porta anche alla valutazione di una serie di siti di stoccaggio, privati o comunali dei vari comuni». A questo punto l’audizione del procuratore viene secretata. (g.curcio@corrierecal.it)

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