Sparkasse, dieci anni di cura Calabrò: «Dalle perdite al rilancio a Nord Est»

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Un utile consolidato che raggiunge per la prima volta i 117,7 milioni (+43,1% rispetto al 2023 di cui 100,4 da attribuire alla capogruppo), 9,9 miliardi di euro di crediti alla clientela e 16,1 miliardi di raccolta, tra diretta e gestita.

Sono questi solo alcuni dei dati preliminari del gruppo Sparkasse/Cassa di Risparmio di Bolzano, una banca di territorio che è pronta, anche nel 2025 ad investire ancora in tutto Nord Est con l’apertura di cinque nuove filiali: due in Veneto, tra Bassano del Grappa e Abano Terme, due sotto il marchio Civibank nelle aree di Trieste e Pordenone e una (tra 2025 e 2026) a Reggio Emilia.

Ma la cassa di Risparmio di Bolzano punta pure a nuovi investimenti nel personale: tra aprile 2024 a dicembre 2026 gli organici della banca cresceranno di altre 150 unità (circa un centinaio per Sparkasse e una cinquantina per Civibank).

Numeri che raccontano del piano di sviluppo di una banca sana, forte di Cet1 al 14,7% ed un Total Capital Ratio al 16%, e con crediti in sofferenza (Npl) che scendono al 3,9% lordo e all’1,9% netto. Cifre per nulla scontate se si va a guardare al 2015, l’anno più difficile per il sistema bancario italiano.

«Tra il 2010 e il 2015 appunto è stato il sistema bancario italiano a prendere sulle spalle la maggior parte delle problematicità che il sistema economico del paese stava soffrendo a seguito della crisi del 2007-2008» ricorda Calabrò.

«Proprio nel 2015 entravano in crisi Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio dell’Adriatico e la pressione su Montepaschi e Carige era davvero forte. Nei due anni successivi anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza venivano rilevate da Intesa San Paolo. Il Fondo interbancario di tutela dei depositi è stato utilizzato per il salvataggio di diversi istituti grazie ad una contribuzione straordinaria per la quale la sola Sparkasse, tra 2015 e 2023, ha versato circa 100 milioni di euro».

Proprio nel 2015 anche Sparkasse viveva un momento di difficoltà, con una perdita a bilancio di 230 milioni. Fu proprio in quei giorni che a Nicola Calabrò, dirigente cresciuto in Intesa Sanpaolo, venne affidato il ruolo di amministratore delegato. Una sfida non da poco, tra rischi creditizi e le proposte di acquisizione che le grandi banche nazionali mettevano in campo per incorporare gli istituti di territorio.

A fine 2015 Sparkasse porta a termine un aumento di capitale da 250 milioni di euro, che può essere considerato l’avvio del rilancio della banca, anche grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano che controllava il 65%. Cede ad Algebris in un colpo solo 320 milioni di Npl, registrando un’importante riduzione dei crediti deteriorati. Riduce la rete filiali da 139 a 105 e risparmia, anche grazie a questa operazione, 15 milioni di euro annui. La perdita nel 2016 si riduce a 29 milioni di euro e tutti gli indicatori sono in netta crescita. Con i conti 2017 il ritorno all’utile per 14,4 milioni e la distribuzione del dividendo (monte dividendi 4,2 milioni), i crediti deteriorati al di sotto della media italiana (13,3%), il Cet1 all’11,4%.

Da quel momento in poi l’utile è in progressivo e costante aumento anno dopo anno. «Già a inizio 2018» racconta l’Ad di Sparkasse «abbiamo messo in piedi un International Desk per accompagnare le imprese nostre clienti anche nelle loro attività commerciali all’estero. Questa divisione negli anni ha dato risultati eccellenti ed abbiamo quindi portato questo servizio anche ai clienti di Civibank. Si tratta di una business unit, basata a Verona, dedicata alla consulenza professionale per le aziende che affrontano le sfide dell’internazionalizzazione, e offre servizi legati alle esigenze finanziarie collegate all’export o a insediamenti nei mercati esteri».

E proprio Verona è il principale polo Sparkasse fuori dal Trentino Alto Adige, insieme a Belluno. Ma il peso dell’attività in regione è destinata a crescere ancora: la filiale di Padova è una delle migliori per crescita nei volumi. Mentre tra Verona e Mantova Sparkasse sta ultimando due parchi solari che assicureranno il doppio dell’energia necessaria all’intero Gruppo.

Poi c’è il Friuli Venezia Giulia dove la Cassa di Risparmio di Bolzano, nel giugno 2022, è stata protagonista dell’acquisizione della Popolare di Cividale Civibank. «Civibank» conclude Calabrò «ci ha consentito di fare un salto dimensionale e di crescere del 50% sotto ogni profilo. Civibank è, e rimarrà, una banca fortemente ancorata al territorio. Le reti di filiali di Civibank e di Sparkasse sono caratterizzate da una complementarietà che non solo non ha comportato chiusure, ma ha dimostrato di poter dare vita a sviluppi positivi. La dimensione favorisce importanti investimenti, che le due banche da sole non avrebbero potuto sostenere, e che anzi consentiranno di migliorare ulteriormente la gamma e il livello di qualità dei servizi».

Ultima direttrice di sviluppo quella verso l’Emilia Romagna, dove Sparkasse ha aperto una prima filiale a Bologna nel 2023, una seconda l’anno successivo a Modena mentre una terza è prevista tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026 a Reggio Emilia.



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