Effettua la tua ricerca
More results...
La digitalizzazione ha perfezionato l’antico sogno di ogni dittatura: una società del controllo assoluto, in cui la sorveglianza pervade ogni aspetto della vita, ogni passo viene tracciato, ogni scelta viene guidata
“I veri ribelli seguono le regole“. Così recita un motto perfetto per la tecno-dittatura digitale in cui siamo immersi, ma che rappresenta la negazione della vita stessa. Il progresso, la creatività e la trasformazione sociale nascono dalla ribellione, e mai dall’obbedienza cieca. Eppure, nella società digitalizzata, il dissenso, quello vero, non il circo colorato dei flash mob, viene progressivamente eroso, sostituito da un controllo assoluto che trasforma l’esistenza umana in una funzione prevedibile e funzionale alla produzione di ricchezza per pochi. Già nel 1954, Martin Heidegger intuiva il pericolo insito nella tecnologia portata al suo estremo: l’automazione non sarebbe stata solo un mezzo nelle mani dell’uomo, ma avrebbe segnato la fine di uno scopo, il sovvertimento della stessa idea di libertà.
Oggi, dopo decenni di innovazione tecnologica, la tecnica automatizzata si è evoluta in un sistema capace di plasmare il mondo senza lasciare spazio alla scelta. La digitalizzazione ha perfezionato l’antico sogno di ogni dittatura: una società del controllo assoluto, in cui la sorveglianza pervade ogni aspetto della vita, ogni passo viene tracciato, ogni scelta viene guidata da un algoritm
o.L’uomo moderno si muove in una gabbia invisibile. Crede di essere libero, ma in realtà è un ingranaggio di un meccanismo che lo prevede, lo anticipa, lo modella e gli suggerisce cosa pensare.
Le strade sono piene di telecamere, i nostri spostamenti sono tracciati da applicazioni, i nostri percorsi dettati da navigatori intelligenti, le nostre opinioni influenzate da flussi di informazioni selezionate per noi. La libertà, oggi, è solo un’illusione controllata, dove il pensiero libero è quasi inesistente. Questo scenario di iper-securitizzazione non ha solo annullato la privacy e l’autonomia individuale, ma ha trasformato anche la politica in una caricatura di se stessa. L’epoca contemporanea ha svuotato il processo politico del suo significato, trasformandolo in una distopia silenziosa.
La democrazia è diventata una messinscena, dove gli attori recitano copioni scritti altrove, in centri di potere inaccessibili e privi di legittimità democratica. Prendiamo il caso di Elly Schlein: prima di pronunciare una parola, come lei stessa ha affermato, deve consultare social media manager, ghostwriter, esperti di comunicazione e consulenti d’immagine.
Non è più la politica a guidare il discorso, ma un calcolo algoritmico che anticipa le reazioni, pesa le parole, calibra il tono per allinearlo al sentiment del momento. Ogni dichiarazione diventa priva di senso reale, diventa un prodotto confezionato, testato, ottimizzato per garantire il massimo impatto con il minimo rischio e con il minimo disturbo per il potere. Così come Schlein, anche gli altri leader politici non parlano più al popolo, ma cercano il consenso digitale, parlando ad un sistema algoritmico di gestione dell’opinione pubblica. I politici del nuovo millennio non decidono, ma eseguono. Non guidano le idee, ma si adattano al pensiero della tecno dittatura del digitale. Sono interfacce riprogrammate dalla rete, non sono più individui con un pensiero autentico, ma automi provi di vita propria.
In questa deriva totalitaria, ogni pensiero difforme viene annullato. Il controllo del capitalismo assoluto si manifesta attraverso un
appiattimento totale delle idee , in un’omologazione infinita, in una ripetizione statica, senza vita. I programmi politici sembrano brochure aziendali, le campagne elettorali spot pubblicitari, la democrazia una procedura burocratica svuotata di passione e conflitto. Non è un caso che la partecipazione elettorale sia in calo costante: la politica non offre più alternative reali, ma solo variazioni dello stesso tema. L’uomo, schiacciato dalla tecnica e dal controllo, non vive più il mondo ma lo subisce. La società si riproduce come un algoritmo, una matrice infinita senza scopo, senza direzione, senza vita. E in questo silenzio spettrale, il futuro è già scritto, programmato, previsto. Resta solo una domanda: è ancora possibile risvegliarsi dall’incubo?***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link