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L’amico di Marco Poggi convocato dai carabinieri per un confronto genetico. È indagato per omicidio in concorso con «altri soggetti o con Alberto Stasi»
La scena si ripete, quasi come un déjà vu giudiziario. Andrea Sempio, piumino grigio e passo teso, varca l’ingresso della caserma Montebello dei carabinieri di Milano. È il 12 marzo 2025, diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, eppure il suo nome è tornato al centro delle indagini. Questa volta con un’informazione di garanzia che lo vede indagato per omicidio in concorso con “altri soggetti o con Alberto Stasi“, l’ex fidanzato di Chiara già condannato in via definitiva a 16 anni.
Dopo settimane di indiscrezioni e congetture, è arrivato il momento del prelievo coatto del dna. Il test salivare di Sempio verrà confrontato con le tracce biologiche ritrovate sotto le unghie della vittima, una prova che, se confermata, potrebbe riscrivere la storia del delitto.
Un accertamento che il 37enne di Garlasco aveva cercato di evitare, accettando inizialmente solo il prelievo volontario delle impronte digitali, salvo poi vedersi recapitare un ordine più perentorio dai magistrati della procura di Pavia.
Non è la prima volta che il nome di Sempio emerge nel caso. Già nel 2016, su spinta dei legali di Stasi, si era cercato di rianalizzare le tracce di Dna rinvenute sugli effetti personali di Chiara. Ma all’epoca la richiesta fu respinta: la consulenza del genetista Francesco De Stefano, incaricato durante il processo d’appello bis, aveva stabilito che i reperti non erano utilizzabili. Ora però la procura di Pavia ha deciso di riconsiderare quegli elementi e, sulla base di una nuova perizia, è emerso che le tracce sono “leggibili” e confrontabili con un profilo genetico.
Ma non è solo il dna a riaccendere i riflettori su Sempio. Ci sono altri dettagli che i nuovi vertici della Procura pavese hanno voluto rianalizzare. Il primo è l’alibi ritenuto “troppo solido”: un biglietto di parcheggio che colloca il giovane a Vigevano nella mattinata del delitto, conservato dai genitori per oltre un anno, dettaglio che alcuni investigatori ritengono anomalo. Poi ci sono tre telefonate fatte da Sempio alla casa dei Poggi tra il 7 e l’8 agosto 2007, quando il fratello della vittima, Marco, era già in vacanza. Se non stava cercando l’amico, a chi erano destinate quelle chiamate?
Nel 2017, i magistrati decisero di archiviare il caso, sostenendo che non c’era nulla di solido contro Sempio. Ma la difesa di Stasi non si è mai arresa, convinta che l’impianto accusatorio contro il suo assistito fosse stato costruito su indizi più fragili di quanto si volesse far credere. Per anni, i genitori di Chiara hanno respinto ogni tentativo di riaprire il caso, convinti che la giustizia avesse già dato una risposta definitiva con la condanna di Stasi. Ora, però, con il ritorno di Sempio sotto inchiesta, la storia assume contorni sempre più intricati.
A fare da sfondo c’è un clima carico di tensione. “L’indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione“, ha dichiarato Massimo Lovati, avvocato di Sempio, lasciando intendere che dietro il tentativo di incastrare il suo assistito ci sia stata un’operazione orchestrata dalla difesa di Stasi. “Non vorrei che lo fosse ancora dopo otto anni”, ha aggiunto, lasciando intendere che questa nuova fase investigativa potrebbe essere guidata più dal desiderio di riscrivere una sentenza scomoda che da reali nuovi elementi probatori.
Nel frattempo, la procura di Pavia va avanti. Gli investigatori del Nucleo investigativo di Milano hanno mantenuto il massimo riserbo, ma secondo indiscrezioni sarebbero emersi “ulteriori e significativi riscontri”. Quali siano questi nuovi elementi non è ancora chiaro, ma il solo fatto che Sempio sia stato iscritto nel registro degli indagati con un’accusa così grave lascia intendere che la pista sia tutt’altro che un semplice colpo di coda giudiziario.
C’è poi la questione più spinosa: cosa accadrebbe se il dna di Sempio fosse effettivamente compatibile con quello ritrovato sul corpo di Chiara? Si potrebbe arrivare a un clamoroso ribaltamento della sentenza definitiva su Stasi? La giustizia italiana ha già dimostrato di non avere paura di rimettere in discussione casi considerati chiusi, ma un colpo di scena di questa portata sarebbe senza precedenti.
Per ora, tutto è nelle mani della scienza. Il profilo genetico di Sempio verrà analizzato nei prossimi giorni e, in base ai risultati, la procura deciderà il da farsi. Intanto, in un’aula di tribunale o nei corridoi della caserma, la storia del delitto di Garlasco continua a scrivere nuovi capitoli, alimentando il dubbio se la giustizia, in questa vicenda, abbia davvero trovato la sua verità definitiva.
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