Il “prof” al lavoro sul programma di Salis: “Porto e turismo non bastano, a Genova servono industria e servizi”

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Genova. Maurizio Conti, ordinario di Economia politica all’Università di Genova, vicino al Pd, per qualche settimana è stato citato come uno dei possibili candidati sindaco del centrosinistra alle Comunali, uno dei tanti nomi civici usciti e “bruciati” nella fase che ha preceduto quella della lotta interna al Partito Democratico e poi al colpo di scena con la scesa in campo della vicepresidente del Coni, Silvia Salis.

Conti, però, è rimasto in gioco. Dietro le quinte, come dice di preferire, ed è il coordinatore del lavoro sul programma del campo largo. Programma che, a grandissime linee verrà anticipato domenica all’incontro pubblico di presentazione di Salis con lo slogan che – richiamando l’acclamato film di Paola Cortellesi – recita: “E’ già domani”.

Ex atleta, mezzofondista (si allenava a Villa Gentile quando Silvia Salis era una bambina e la ricorda fare i compiti fuori casa, a bordo pista), Maurizio Conti è autore di un libro dal titolo “La Liguria è (ancora) una regione del Nord?”, sta lavorando al programma insieme alla candidata sindaca, ad alcuni stretti collaboratori e a figure individuate dai vari partiti. Un lavoro che si è intersecato, in parte, con quello già svolto dal tavolo di coalizione dei mesi scorsi ma che in parte è invece frutto di ragionamenti ex novo.

Domenica presenteremo la nostra visione della città, che si enuclea in una decina di punti programmatici – spiega – e ci saranno già alcune proposte precise, per rispondere a chi ci accusa di lanciare solo critiche e non idee, però il programma espanso con una serie di indicazioni puntuali sarà presentato più avanti, d’altronde non mi sembra che il centrodestra abbia ancora detto nulla sul programma, sono ancora indecisi se presentarsi come in continuità o in discontinuità rispetto agli ultimi sette anni di amministrazione e capisco che sia un grosso problema, inoltre ricordo che il programma di Bucci alle regionali era costituito da una manciata di slide“.

Dal punto di vista metodologico, Maurizio Conti spiega che il “coinvolgimento di cittadini e dei cosiddetti portatori d’interesse, come enti del terzo settore, associazioni, sindacati, realtà locali, non è un auspicio retorico – afferma – in questi ultimi anni a Genova c’è stata un’eccessiva centralizzazione delle decisioni più importanti nelle mani del Comune, senza coinvolgimento della popolazione, noi vogliamo cambiare questo atteggiamento e lo facciamo a partire dal programma, è fondamentale raccogliere le indicazioni sulle criticità a medio e breve termine“.

Un’altra accusa che, anche in questo primo mese di campagna elettorale, è arrivata dal centrodestra all’indirizzo del campo largo è stata quella di essere la parte che “favorirà il declino”, uno dei refrain ripetuti dall’oggi governatore Marco Bucci che, più volte, ha citato in negativo il suo predecessore a Tursi, Marco Doria. Il coordinatore del programma di Silvia Salis, Maurizio Conti, ha studiato molto e scritto molto dell’andamento economico di Genova e della Liguria e rispedisce le accuse al mittente.

“Il centrodestra – dice Conti – in questi anni è riuscito a raccontare una storia che non è fondata sui numeri, intanto Bucci aveva promesso di portare Genova a 700mila abitanti, invece dal 2017 a oggi ne ha persi 15mila, mi riferisco poi agli ultimi dati incontrovertibili, quelli di Eurostat, al 2022, nei quali non si tiene conto dell’inflazione, e faccio notare che Genova, dal 2017 e il 2022 è tra le città con la più bassa crescita del pil in Italia, sarebbe ingiusto dare la colpa di processi così complessi, o il merito, a un sindaco o a un presidente di Regione ma la narrazione che è stata fatta non corrisponde alla realtà”.

Sui dati presentati nei giorni scorsi da Deloitte nel report Why Liguria, nei quali si parla di una crescita economica per la Liguria, nel 2025, superiore (+1,4%) alla media nazionale (+0,9%) e al Nord-Ovest nel suo complesso (+1,0%), Conti si dice perplesso: “Mi hanno, diciamo, davvero colpito, non ho trovato consistenza rispetto ai dati Eurostat, invece, citando altri numeri, Genova vede un numero di brevetti per abitante che è la metà di quello di Milano o Torino, e un terzo di quello di Bologna”.

Ci accusano di parlare male di Genova – continua Maurizio Conti – ma non è così, se uno la studia si rende conto che la città ha ancora ha dei punti di forza ma che questi non bastano, bisogna lavorare per avere nei prossimi 20 una crescita reale e per farlo bisogna sapere che non bastano il porto e la logistica, non basta il turismo, occorre favorire le condizioni perché ci sia un’industria sostenibile e ci siano servizi ad alta densità di conoscenza, nei prossimi cinque anni ci sono due occasioni importantissime per imprimere quella regia che è mancata negli ultimi sette, una è il Puc e l’altra è il piano regolatore portuale, che non è direttamente compito del Comune ma sul quale non può mancare una visione chiara”.

E dunque uno dei temi più caldi della campagna elettorale – anche alla luce di quelli che sono stati i punti della maxi-inchiesta che ha decapitato la Regione e palazzo San Giorgio nel maggio scorso – sarà proprio il rapporto tra porto e città.

“In America si diceva che quello che era buono per la General Motors era buono per gli Stati Uniti – conclude Conti – a Genova non può valere sempre il discorso che quello che è buono per il porto è buono per la città, è giusto che la logistica si sviluppi ma deve farlo consentendo anche la creazione di posti di lavoro in industrie che hanno necessità di spazi sul porto e attraverso il porto, al contrario oggi ci troviamo con aree di pregio interpretate come spazio per container”.





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