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La chiusura dello stabilimento ArcelorMittal di Luogosano, che comporterà il licenziamento di 70 lavoratori, ha scosso profondamente la comunità di Avellino e dell’intera provincia. Di fronte a questa grave situazione, il Segretario UGL Metalmeccanici di Avellino e Consigliere Comunale di Avellino, Ettore Iacovacci, non ha esitato a esprimere il suo parere, richiamando l’attenzione su gestioni aziendali in difficoltà e sul ruolo fondamentale delle istituzioni e dei sindacati.
“L’ArcelorMittal mostrava già da tempo segnali preoccupanti”, ha dichiarato Iacovacci, che non ha nascosto il dispiacere per la situazione, ma ha anche evidenziato la difficoltà intrinseca nel mantenere in vita un’impresa che non è più sostenibile dal punto di vista economico. “Là operava un’unica linea di verniciatura e, purtroppo, le aziende vivono di profitti. Se i costi superano i ricavi, alla fine non possono continuare a lavorare in perdita. Dispiace, certo, perché la chiusura di un’azienda come quella significa perdere 70 posti di lavoro nella provincia di Avellino. Non è solo un problema: è molto di più, è un disastro”.
Le crisi annunciate e l’autocritica sulla gestione
Iacovacci ha poi sottolineato che queste situazioni non arrivano mai all’improvviso, ma sono il frutto di scelte sbagliate e di mancate azioni preventive. “Il vero nodo, però, è che queste situazioni andrebbero affrontate per tempo. Altrimenti si finisce per assistere a crisi annunciate, come quella della Cablauto di Pianodardine: tutti sapevano che impiegava 300 persone, quando in realtà il lavoro c’era solo per 100. Per quanto tempo si può andare avanti così?” ha affermato, ricordando la situazione della Cablauto, che non è riuscita a sopravvivere nonostante le segnalazioni delle difficoltà.
Secondo Iacovacci, il problema sta anche nella mancanza di un controllo più incisivo sulla gestione delle imprese: “Dovremmo anche fare un’autocritica. La gestione di queste aziende andrebbe controllata con maggiore attenzione. Quando le imprese lanciano un grido d’allarme perché il costo del lavoro è troppo alto e non riescono più a sostenersi, dovremmo essere in grado di intervenire subito con un’azione sindacale efficace, capace di prevenire situazioni del genere. Perché un’azienda, per quanti anni può sopportare perdite continue?”.
L’incontro del 17 marzo e la necessità di un piano di rilancio
Iacovacci ha poi parlato dell’incontro che si terrà il 17 marzo in Prefettura, sottolineando che la situazione è ormai arrivata a un punto critico. “Ora siamo arrivati a un punto critico: il 17 ci sarà un incontro in Prefettura. Rischiamo di trovarci di fronte a un nuovo caso Asidep o Denso. La domanda resta la stessa: per quanto tempo un’azienda può resistere senza un piano di rilancio?”.
Il riferimento a Asidep e Denso è eloquente: due casi di aziende che, nonostante la grandezza e la rilevanza per il territorio, hanno sofferto enormemente per la mancanza di un piano di sviluppo e ristrutturazione. “Queste crisi non arrivano all’improvviso: sono il risultato di scelte sbagliate o mancate”, ha proseguito. “Quando si parlava di esuberi, quando si discuteva dell’aumento del costo del lavoro, cosa abbiamo fatto?”.
Il ruolo del sindacato e l’importanza del dialogo
Per Iacovacci, è fondamentale che il sindacato e le istituzioni si interrogano sul loro ruolo in queste vicende. “Non è questione di dire ‘io lo avevo previsto’, perché non serve a nulla,” ha dichiarato. “Ci sono aziende, come la Denso, che oggi affrontano costi insostenibili e tagli di personale. Se non si adottano misure concrete per tutelare i lavoratori, come può un’impresa sopravvivere con 200 esuberi?”.
Nonostante la difficoltà della situazione, Iacovacci ha anche riconosciuto che, grazie all’azione congiunta di FIM, FISMIC e UGLM, per quanto riguarda Denso, è stato possibile ottenere un primo risultato positivo. “L’azione congiunta di FIM, FISMIC e UGLM almeno ha ottenuto un primo risultato: l’azienda ci ha convocati questa mattina e ha fissato un incontro per il 20 alle ore 9. Questo dimostra che, a volte, il confronto diretto è più utile di un braccio di ferro sterile. Il dialogo potrebbe portarci a soluzioni concrete: non sappiamo ancora quali, ma almeno sedendoci al tavolo possiamo cercare una via d’uscita”.
Infine, Iacovacci ha sottolineato l’importanza di non restare immobili e di agire tempestivamente. “Alla fine, il vero errore sarebbe restare immobili a guardare”.
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