come vengono scelte le città della cultura

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Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato la nomina di Pordenone a Capitale italiana della cultura per il 2027. Una giuria di 7 esperti nominati dal Ministero della Cultura ha nominato la città del Friuli-Venezia Giulia per il modello culturale innovativo e inclusivo, l’approccio strategico con cui il progetto integra diverse arti e la volontà di rendere la cultura un motore di sviluppo sostenibile con un programma diversificato. Inoltre, è stata apprezzata l’integrazione tra istituzioni culturali, sistema museale, universitario e realtà associative, e la particolare attenzione rivolta ai giovani, non solo come fruitori ma come protagonisti. Pordenone, che ha prevalso in finale su Alberobello (Puglia), Aliano (Basilicata), Brindisi (Puglia), Gallipoli (Puglia), La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania) e Savona (Liguria), beneficerà di un finanziamento di 1 milione di euro per realizzare le iniziative previste nel dossier.

Chi sceglie la Capitale italiana della cultura e come ci si candida

La Capitale italiana della cultura è diversa ogni anno: le città che intendono concorrono partecipano a un bando, e la vincitrice viene nominata dal Ministero della Cultura dopo essere stata scelta da una giuria di 7 esperti, nominati dal Ministero stesso. Ogni anno viene annunciata la città che sarà capitale italiana della cultura due anni dopo: Pordenone, infatti, annunciata nel 2025 ricoprirà il titolo nel 2027.

La durata delle iniziative culturali è di 1 anno, periodo in cui la città ha occasione di incarnare e sviluppare eventi, progetti e iniziative culturali di pregio, esprimendo la propria voce e le proprie caratteristiche.

Palazzo comunale di Prodenone, capitale italiana della Cultura 2027.

Storia delle Capitali della cultura

L’idea di scegliere una città diversa ogni anno per portare avanti questo progetto finanziato dal Ministero risale al 2014, quando l’allora ministro Dario Franceschini decise di nominare Matera come Capitale italiana della cultura per il 2019. L’occasione era preziosa per riportare l’attenzione sulla Città dei Sassi, custode di un patrimonio meraviglioso. Insieme a Matera si erano candidate alla prima selezione del 2014 Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena, a cui è stato affidato il titolo congiunto per l’anno successivo, il 2015.

Nel 2016 viene poi emanato un decreto che nomina Mantova Capitale per il 2016 e Pistoia per il 2017. Dal 2018 il Ministero indice poi il bando di concorso: nello stesso anno la Capitale è Palermo, nel 2019 è la volta appunto di Matera e poi le città nominate sono Parma, a cui il titolo viene esteso anche nel 2021 a causa del Covid, e Procida che vince il titolo nel 2022. Nel 2023 vengono designate invece le città più colpite dalla pandemia, Bergamo e Brescia, per sostenerle e rafforzarle. Nel 2024 la capitale italiana della cultura è stata Pesaro, nel 2025 è Agrigento e nel 2026 sarà L’Aquila.

I criteri con cui si sceglie la Capitale della cultura

I criteri di cui la giuria tiene conto sono 10:

  1. Coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del territorio, nonché coordinamento e sinergia degli interventi proposti
  2. Efficacia del progetto come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, in termini di crescita della domanda e dell’offerta culturale
  3. Previsione di forme di cofinanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio, da attuarsi nel rispetto della vigente normativa in materia di appalti e terzo settore
  4. Efficacia della struttura incaricata per lo sviluppo e l’attuazione sostenibili del progetto contenuto nel dossier di candidatura e per il monitoraggio dei risultati
  5. Innovatività e capacità delle soluzioni proposte di fare uso di nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e del potenziamento dell’accessibilità
  6. Capacità del progetto di incrementare l’attrattività turistica del territorio, anche in termini di destagionalizzazione delle presenze
  7. Realizzazione di opere e infrastrutture di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività
  8. Coerenza del cronoprogramma
  9. Effetto di “completamento”, inteso quale capacità di favorire la piena realizzazione di progetti già avviati ma non ancora conclusi
  10. Coerenza degli obiettivi del progetto con quelli stabiliti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU

I progetti, le iniziative e gli eventi che Pordenone metterà in campo verranno comunicati nei prossimi mesi.





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