Se impari l’arte sconfiggi la povertà (educativa)

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Il laboratorio di ebanisteria di Cometa – Peter Elovich

Per contrastare la povertà educativa meglio stare ad occhi aperti. Anzi, meglio Ad hOCCHI APERTI, che è il titolo scelto per un progetto che coinvolge mille minori (tra gli 8 e i 17 anni) all’anno, 170 educatori e 300 adulti oltre a imprese, artigiani e istituzioni di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna. Obiettivo quello di sperimentare un nuovo modello di educazione alla scelta e di orientamento attraverso la bellezza, l’artigianato artistico e la cultura. Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile con capofila Il Manto scs del network Cometa. Insieme a Con i bambini, il progetto è cofinanziato da Fondazione De Agostini, Fondazione Amplifon , Fondazione Pietro Pittini.

Saranno coinvolte scuole, imprese, famiglie, terzo settore, istituzioni, insieme a tutti i soggetti che partecipano a una comunità educante in grado di combattere il disagio, la povertà educativa intesa come assenza di opportunità, la mancanza di progettualità, il vuoto di futuro, l’assenza di percorsi professionali. In questo modo – spiegano gli ideatori del progetto – si può dare senso al futuro di preadolescenti e adolescenti, evitando innanzi tutto la dispersione scolastica.

Il punto di partenza del progetto è supportare i minori nella conoscenza di sé e nella capacità di stare di fronte alle scelte; in mancanza di un adeguato percorso di orientamento, infatti, i ragazzi compiono spesso scelte non allineate con i propri interessi e così non riescono ad essere protagonisti consapevoli della propria vita.

L’orientamento, inteso come processo e attitudine e non solo come momento decisionale (come la scelta della scuola e della carriera), diventa occasione di accompagnamento lungo il percorso di crescita personale, educativa e professionale.

Ecco perché prevenire il disagio e la dispersione scolastica significa mettere al centro le potenzialità dei ragazzi, sviluppare consapevolezza e pensiero critico. Il progetto ad hOCCHI APERTI vuole offrire ai ragazzi accesso a percorsi educativi, professionali e di scoperta di sé che li aiutino nel comprendere ii propri talenti, intervenendo sulle cause profonde dell’abbandono scolastico come la mancanza di motivazione, la disconnessione tra scuola e futuro lavorativo, e il disagio psicologico.

Tutto questo attraverso l’artigianato, l’arte, la cultura e la bellezza che diventano occasione di apprendimento, di scoperta dei talenti, di costruzione di identità e quindi di orientamento.

Ecco quindi che la bellezza culturale e artistica diventa strumento di esperienza manuale e artigianale, oltre che possibilità di conoscere professioni e mestieri legati alle eccellenze del made in Italy e delle filiere produttive espressione dei territori di riferimento dei diversi partner di progetto, a partire da Como, Milano, Vicenza, per poi diffondersi lungo l’asse est-ovest del Nord Italia, da Torino-Biella a Trieste. La scuola, le botteghe artigiane, le imprese, i luoghi di cultura, le associazioni di categoria e gli spazi comunali diventano spazi di progetto, a dimostrazione di come l’orientamento debba coinvolgere tutta la comunità territoriale.

A Como, nodo centrale del progetto, verranno coinvolti 350 minori all’anno in condizioni di povertà educativa per quanto riguarda le attività di orientamento, oltre a 500 studenti all’anno di 8 Istituti Comprensivi comaschi partner di progetto che parteciperanno ad attività di orientamento e sperimentali. I minori saranno affiancati da 170 tra docenti, tutor ed educatori in ogni attività di progetto. Spiega Erasmo Figini, fondatore di Cometa: «Il continuo stupore e la contemplazione – gli occhi aperti – sulla la realtà hanno sempre ispirato l’arte e l’artigianato. La bellezza che nasce da questa esperienza è, attraverso il fare e l’uso delle mani, la strada per scoprire la propria unicità». Ma orientare, come notare Julie Pizzuti di Cometa, responsabile del progetto, significa soprattutto «porre ogni minore nelle condizioni di conoscere sé stesso per agire scelte consapevoli ed efficaci, sia negli studi che nella vita personale e professionale. L’orientamento è un processo che richiede continuità, coerenza, condivisione».

Ecco perché appare rilevate la condivisione da parte degli artigiani professionisti delle proprie esperienze, intelligenze e storie. Una ricchezza che consente di acquisire conoscenze e cultura professionali importanti. È il miracolo della trasmissione delle esperienze dagli anziani ai giovani che, anche in un’epoca come la nostra in cui tutto appare frammentario e accelerato dal vortice dell’innovazione tecnologica, rimane un percorso insostituibile. «Noi confermiamo il nostro impegno alla creazione di opportunità di inclusione sociale in cui le persone anziane sono parte attiva della vita sociale, culturale e professionale di una comunità in cui – aggiunge Maria Cristina Ferradini, consigliera delegata di Fondazione Amplifon i giovani possono coltivare la creatività e costruire il proprio futuro».

Sulla stessa linea l’impegno della Fondazione Pietro Pittini, la cui mission è sostenere progetti a contrasto della povertà educativa rivolti ai giovani, per potenziare le loro opportunità di formazione e di orientamento professionale. «Poiché guardiamo con particolare attenzione a bambine/i e ragazze/i che si trovano in condizioni di fragilità – ha osservato Marina Pittini, presidente della fondazione – fin da subito abbiamo abbracciato questo progetto con grande entusiasmo e convinzione. Siamo inoltre felici di aver coinvolto Famiglia e salute, una ODV della nostra regione Friuli-Venezia Giulia che opera quotidianamente a supporto dei giovani meno agiati e delle loro famiglie, con estremo impegno e cura».

Sul valore degli obiettivi educativi si sofferma anche Marcella Drago, segretario generale della Fondazione De Agostini: «I sogni e i desideri nutrono la crescita di ciascuno fin dalla più giovane età. Compito dell’adulto, dell’educatore, è aiutare i ragazzi a sviluppare questi sogni e a risvegliarne in loro il desiderio quando le circostanze della vita li appannano e li svuotano di entusiasmo».

Per questo obiettivo i mestieri d’arte sono un potente tonico spirituale, capace di stimolare inventiva e intraprendenza. Lo spiega Franco Cologni, presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte: «Le mani, diceva il grande storico dell’arte e incisore Henri Focillon, sono uno strumento di conoscenza del mondo, oltre che di trasformazione. La Fondazione Cologni è da sempre convinta del valore di progetti come questo, che permettono di risvegliare nei giovani il desiderio di conoscere il mondo attraverso le arti del fare. E che li aiutano a sognare un futuro più umano, in cui il loro talento diventa un mezzo privilegiato per esprimere se stessi e trovare la propria strada. I mestieri d’arte sono uno straordinario antidoto all’intorpidimento e alla mancanza di fiducia, perché stimolano il saper pensare oltre al saper fare; e insegnano la pazienza, la precisione, il lavoro ben fatto. Qualità che permettono di trovare non solo una vocazione, ma anche un senso».

La bellezza della realtà e il sogno della concretezza. Non sono obiettivi contraddittori ma il percorso di Engim Piemonte ETS, un centro di formazione professionale che da tempo lavora nello sviluppo delle competenze trasversali per migliorare l’orientamento e l’ingresso nel mondo del lavoro, di ragazzi tra 14 e i 19 anni, in condizione di fragilità e a rischio dispersione scolastica. «Siamo lieti di essere partner di ad hOCCHI APERTIfa notare Elena Lepore, orientatrice, formatrice, politiche attive del lavoro di Engim Piemonte ETS, – perché contribuiremo nei progetti che attivano l’intelligenza delle mani, grazie ai laboratori artigianali, e all’educazione alla bellezza attraverso le esperienze artistico-creative, due “strumenti” che possono accompagnare i ragazzi nell’orientamento e nella transizione dalla scuola al lavoro».





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