«Preferivo la vecchia formula, ma l’Europa è bellissima. La testa farà la differenza»

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Dopo aver saltato 3 mesi per infortunio, sembra essere tornato al momento giusto. Matías Vecino è mancato tanto al centrocampo della Lazio, al punto che il tecnico Baroni ha più volte rimarcato la fondamentale importanza rivestita dall’uruguagio nello scacchiere biancoceleste, evidenziando ad ogni conferenza stampa quanto l’assenza dell’ex Inter abbia pesato sui recenti risultati negativi della squadra. Il numero 8 ha ammesso proprio a Plzeň in zona mista quanto abbia sofferto a dover forzatamente rimanere lontano dal terreno di gioco per un tempo così lungo, dicendosi intristito per non aver potuto aiutare i compagni di squadra. Dopo oltre cento giorni, tuttavia, Vecino è tornato in campo giovedì scorso contro la formazione ceca, per disputare l’ultima mezz’ora di gioco. L’infortunio di Rovella prima dell’Udinese lo ha nuovamente proiettato titolare lunedì sera con i friulani: un’ora abbondante in tandem con Guendouzi con tanto di assist di testa per la rete da corner di Romagnoli. Domani sera il mediano sarà costretto dalla squalifica di Rovella a partire nuovamente dall’inizio, in una gara decisiva per il prosieguo del cammino europeo della Lazio.

LA CONFERENZA – La sala stampa dell’S.S.

Lazio Training Center di Formello è lo scenario ideale per fare il punto sulle condizioni fisiche del calciatore e proiettarsi sul match da dentro o fuori contro la formazione di Koubek.

Buon pomeriggio, Matías. Sei tornato dopo parecchio tempo, a che punto sei?

«Non posso essere al massimo, non è semplice dare una percentuale. Abbiamo fatto le cose giuste, ho giocato 65 minuti nell’ultima gara e mi sono sentito meglio di quanto potessi pensare. I 90 minuti arriveranno col tempo, ma io mi sento bene e ho anche recuperato in fretta da lunedì».

Quanto tenete all’Europa League? Baroni dice che volete tutti giocare queste partite…

«L’Europa League è una competizione bella e quando vai avanti diventa bellissima. Si sente anche nell’ambiente. Dobbiamo concentrarci soltanto sulla gara di domani, poi penseremo alle altre partite».

Quali sono le insidie maggiori della gara di domani?

«A questo livello non ci sono gare semplici, l’errore più grave sarebbe sottovalutare la gara. Dobbiamo passare il turno vincendo».

Il tecnico parla spesso di un gruppo giovane, tu sei tra i più esperti. Ti senti un leader?

«Col passare degli anni ti rendi conto di poter aiutare i ragazzi giovani anche in settimana, dando un consiglio o un incoraggiamento, anche con un semplice suggerimento. Cerco di essere un sostegno per i compagni e per il mister in settimana, lo sento come una responsabilità, è quello che hanno fatto dei veterani con me in passato in altre squadre».

Vuoi restare a Roma? Il tuo contratto è in scadenza, avete già fissato un incontro con la società?

«Me l’hanno chiesto in Repubblica Ceca. Qui sto bene e la mia famiglia è contenta. Il mio unico pensiero è dimostrare di essere un giocatore affidabile, non giocavo da tre mesi. Da parte mia c’è la totale disponibilità, ne parleremo».

Si tratta della tua sesta Europa League. Cosa pensi di questa nuova formula? Pensi di poter arrivare in fondo?

«Ogni fase che superi, l’appetito aumenta. La formula è diversa, a me onestamente piaceva di più giocare contro le stesse squadre sia all’andata che a ritorno, preferivo la formula precedente. Ma si tratta di un dettaglio».

Dove ti trovi meglio a centrocampo? Ci puoi dare un giudizio sul nuovo arrivato Belahyane?

«Non lo conoscevo, ma ho buone sensazioni. Sono sicuro che darà grandi risultati alla Lazio. Quanto alla mia posizione in campo, a me 20 metri più avanti o indietro cambiano poco. Quando c’è Dele-Bashiru mi abbasso, mentre quando gioco con Rovella e Guendouzi so che loro sono più bloccati e posso andare io in avanti. A me cambia poco, è questione di interpretazione del ruolo».

Quanto conterà l’aspetto mentale?

«Quando giochi ogni tre giorni non puoi pretendere di essere al 100% fisicamente, da lì viene fuori la concentrazione, la mentalità. La differenza nelle grandi squadre la fa la testa, in gare come domani è l’atteggiamento a portarti oltre la stanchezza».

All’andata hanno influito le pessime condizioni del terreno di gioco della Doosan Arena?

«Ovviamente il campo in Repubblica Ceca si prestava a una gara più sporca, loro sono più bravi di noi. Le rimesse laterali andavano sempre verso l’area. Giocare in casa domani può aiutarci».

L’assenza di Castellanos ti porta a riempire di più l’area di rigore?

«Io cerco sempre di vedere gli spazi: se vedo che la punta si abbassa, mi butto dentro. Non sono un centravanti, non è nelle mie caratteristiche saper giocare spalle alla porta, ma quando il centravanti si abbassa devo tenere i centrali occupati».

Sentite il derby a distanza con la Roma?

«Quando c’era la possibilità di incontrarli in Europa, ci pensavamo. Ma adesso il derby è lontano, manca un mese, dunque non è un nostro pensiero al momento».

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